Entriamo nel giardino storico curato dall’Università di Göttingen, nella Bassa Sassonia, in Germania. Sono 14mila le specie di piante curate in questo meraviglioso luogo.  Considerato che solo il 10% delle specie vegetali presenti sulla Terra è conosciuto, la magia dell’orto botanico risiede proprio al confine tra il noto e l’ignoto. La maggior parte delle serre risale al XIX secolo: la casa della foresta pluviale, la casa delle cycas e l’aranciera si ergono su muri del 1806, l’erikenhaus e l’araceenhaus furono costruite intorno al 1830 e la casa delle felci nel 1857.

Il giardino fu fondato nel 1736 da Albercht von Haller (1708-1777) come hortus medicus perché la botanica (“erbologia”) a quel tempo si occupava principalmente di piante medicinali ed era praticata da medici e farmacisti. E’ cosi che   fondatore e direttore del giardino dal 1736 al 1753 fu il famoso medico, botanico e poeta ALBRECHT VON HALLER (1708-1777), che raccolse piante per il giardino botanico nelle Alpi e nei monti Harz. Pochi anni dopo fu costruita anche la prima “sala vegetale”.

Con il tempo, gli orti botanici diventarono meta di chi viaggiava ed esplorava il mondo specie vegetale.   Il giardino botanico di Gottinga ha sempre avuto collezioni particolarmente ricche di specie, per cui verso la metà del XIX secolo si dovette acquistare più volte le proprietà adiacenti, prima all’interno e poi all’esterno delle mura della città. Tre tunnel collegano la zona serra con lo spazio aperto oltre il muro.

L’Orto botanico come cantiere per la conservazione della biodiversità: le 14mila specie rendono il giardino una delle più grandi e significative collezioni scientifiche di piante in Germania. Ci sono 1500 specie di Bromelie, 1500 di Cactus,  550 specie di Felci,  (tra cui alcune delle  più rare dell’Europa centrale), 300 specie di piante acquatiche in stagni e paludi, 100 specie di muschi.

l compito primario di ogni orto botanico consiste nella raccolta di una grande varietà di piante,  suddivise per categorie e specie, allo scopo di permetterne l’osservazione e lo studi. Nel giardino di Gottinga ci sono  l’arboreto, lo stagno, il giardino roccioso, il Giardino delle Piante Medicinali e Velenose, otto serre con bromelie, orchidee, piante carnivore, piante della foresta pluviale, piante acquatiche tropicali, cycas, aroidi, cactus e altre piante grasse e felci.
Tre tunnel sotto le mura della città collegano le sezioni interne ed esterne del giardino botanico e fanno emergere il ruolo svolto dalle piante nell’evoluzione umana.

L’autunno è senza dubbio il periodo migliore per scoprire il giardino di Gottingen, con i colori del foliage. Si trova esattamente a u. Karspüle 2, vicino al cuore di Göttingen, facile da raggiungere con i mezzi pubblici.

Le aiuole sistematiche sono disposte con cura e mostrano le piante secondo la loro classificazione botanica, offrendo un’affascinante esperienza educativa.

Nelle serre storiche si possono esplorare diverse zone climatiche, ciascuna ospitante una gamma unica di specie vegetali.  Il giardino conobbe una fioritura particolare sotto Albert Peter (direttore 1888-1923 ) e il maestro dei giardini Carl Bonstedt (ispettore dei giardini 1900-1931): l’Alpinum, il grande stagno, il pezzo di felce, la prima Victoria House e la riprogettazione dell’ex casa d’inverno risalgono a Bonstedt, e una popolare varietà fucsia porta ancora oggi il suo nome.
Dopo che le collezioni di piante tropicali furono parzialmente distrutte durante la seconda guerra mondiale, Johann Herold (ispettore dei giardini 1940-1964) le fece arricchire di tesori vegetali provenienti da tutto il mondo.  GÜNTHER DERSCH (giardiniere dal 1965 al 1993) completò l’opera prestando la massima attenzione alla preservazione della diversità genetica minacciata nella cura umana.

Nel giardino botanico, che è ad ingresso gratuito, molti ragazzi vanno a rilassarsi ed ascoltare musica o studiare immersi nella natura. Nel 1967 si pensò di trasferire tutte le scienze naturali  nella zona nord dell’università, ed a Göttingen-Weende venne fondato il Giardino Botanico Sperimentale (“Nuovo Giardino Botanico”) sotto la guida del Prof. Heinz Ellenberg. Oggi il Vecchio e il Nuovo Giardino Botanico lavorano insieme per l’insegnamento e la ricerca nel Dipartimento di Botanica Sistematica.

Con il cambio delle stagione, le piante in vaso che durante l’estate decoravano il giardino ritornano nei loro quartieri invernali protetti, l’orangerie e la casa delle Ericaceae, per la stagione più fredda. Nell’orangerie e nell’Ericaceenhaus troveranno l’ambiente ideale per sopravvivere in sicurezza nei prossimi mesi fino a quando non potranno nuovamente uscire in primavera. Così si conclude un  anno all’Antico Orto Botanico e la natura si prepara al meritato riposo invernale.

Non si possono non notare le enormi foglie della Gunnera, nota anche come Mammoth Leaf, una pianta che proviene  dalle zone umide del Sud America. Nonostante il gelo dello scorso inverno, è cresciuta notevolmente.

Purtroppo, è ora di uscire. Il giardino vive nella Convenzione sulla diversità biologica (CBD, Rio de Janeiro 1992) e assume un ruolo attivo nell’Associazione dei Giardini Botanici. I giardini biologici oggi si muovono nel contesto della strategia UE sulla biodiversità per il 2030 , in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e con gli obiettivi dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

Testo e foto di Anna Maria De Luca

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