Ginevra, ci imbarchiamo sul lato destro del lago Leman diretti alla città antica. Il lago è il più grande della Svizzera e dell’Europa occidentale e si trova al confine, per il 40% in Francia (dipartimento dell’Alta Savoia) e per il 60% in Svizzera. Le sue acque sono incredibilmente pulite per essere nel cuore di una città: sono fonte di acqua potabile per una popolazione di un milione di abitanti. Un ecosistema meraviglioso che però, come tutto il pianeta, si sta scaldando: secondo quanto rilevato dalla Commissione internazionale per la protezione delle acque del Lemano (CIPEL) dal 2012 la temperatura delle acque profonde del Léman è aumentata di un grado: molto se si pensa che negli ultimi trenta anni la temperatura l’aumento registrato è stato pari a 1,2 gradi.

Appena in navigazione, ecco il Getto d’Acqua simbolo di Ginevra. Si trova nel punto in cui il lago Léman si appresta a sfociare nel Rodano, nel quartiere Les Eaux-Vives, e genera uno spruzzo d’acqua verticale alto circa 140 metri. Quello di Ginevra è il “getto d’acqua” più alto in Europa e più famoso del mondo (il più alto, 312 m d’altezza, è la fontana di Re Fahd a Gedda).

Avviamoci verso la sponda sinistra del Léman dove sorge La vieille-ville (parte storica della città), costituita dai quartieri Centro della città e Saint-Gervais: si trova su una collina che sin dalla preistoria è un rifugio naturale protetto dal lago, dal Rodano, dall’Arve, dalle paludi e dai fossati a est. La città si espanse poi durante il XIX secolo, dopo la demolizione delle fortificazioni.

Arriviamo cosi nella parte storica di Ginevra. Qui troviamo il palazzo che fu la prima sede della Croce Rossa Internazionale, fondata da Dunant. Un luogo simbolico, potentissimo nella sua forza evocativa. A Ginevra esiste anche il museo della CRI che ripercorre la storia dell’azione umanitaria attraverso tre spazi tematici concepiti da architetti di fama internazionale e di orizzonti culturali diversi: Difendere la dignità umana (Gringo Cardia, Brasile), Ricostruire il legame familiare (Diébédo Francis Kéré, Burkina Faso) e Limitare i rischi naturali (Shigeru Ban, Giappone). Da non perdere, l’archivio dell’Agenzia internazionale dei prigionieri di guerra 1914-1923 iscritto al Registro della Memoria del mondo dell’UNESCO e il gioco « Uragano », destinato a sperimentare le attività di preparazione alle catastrofi naturali. Una Cronologia interattiva di 9 schermi tattili racconta 150 anni di storia. Il Focus d’attualità permette di seguire le operazioni della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa in tutto il mondo.

La prima sede della Croce Rossa Internazionale (foto di Anna Maria De Luca)

La prima sede della Croce Rossa Internazionale (foto di Anna Maria De Luca)

E questo nella foto che segue è invece l’attuale Municipio, il palazzo dove furono firmate le convenzioni di Ginevra: una serie di trattati internazionali che costituiscono, nel loro complesso, un corpo giuridico noto anche sotto i nomi di diritto di Ginevradiritto delle vittime di guerra e diritto internazionale umanitario. L’impulso iniziale alla stipula di tali convenzioni venne dall’attività di Jean Henri Dunant, motivato dagli orrori di guerra da lui osservati e descritti nell’opera Un ricordo di Solferino, destinata ai sovrani di tutta Europa. Le Convenzioni di Ginevra proteggono le associazioni umanitarie, come la Croce Rossa appunto, che si trovino a prestare servizio in territorio di guerra, e assicurano il rispetto del personale civile e di quello medico non coinvolto negli scontri.

Il Municipio di Ginevra (foto di Anna Maria De Luca)

La 1ª e 2ª convenzione di Ginevra introdussero, il 12 agosto 1949, il bracciale sanitario internazionale per il personale sanitario, da indossare nei limiti e nelle forme indicate dalle citate convenzioni. Esso consiste in una fascia di tela bianca dell’altezza di 10 cm, sulla quale è cucita una croce di panno rosso.

La violazione, da parte del personale che lo indossa, delle condizioni sotto le quali le convenzioni internazionali accordano la protezione, qualora non configurabili come reato, costituiscono comunque grave infrazione disciplinare. Il bracciale si indossa solo con le uniformi da combattimento, di servizio e derivate su entrambe le maniche al di sopra del gomito.

Vicino al Municipio ecco la cattedrale di Ginevra

La cattedrale di Ginevra (foto di Anna Maria De Luca)

La cattedrale di St-Pierre, che dal 1535 è luogo di culto protestante, risale al 1160 ed ha passato più di una modifica nel corso della storia. Salite sui 157 scalini che portano in cima alle torri per godere di un incredibile panorama a 360° sulla città e il lago. È anche l’esempio più grande di capitelli romani e gotici in Svizzera. Non perdetevi il sito archeologico situato sotto la Cattedrale, dove scoprirete dei tesori risalenti all’Antichità.

La cattedrale di Ginevra (foto di Anna Maria De Luca)

Esternamente i cambiamenti più importanti sono stati la costruzione della torre sud, l’aggiunta del portico, l’aggiunta della cappella dei Maccabei, e la ricostruzione della torre nord. L’attuale facciata neoclassica ha sostituito la precedente in stile gotico, su progetto dell’architetto Benedetto Alfieri tra il 1752 e il 1756, soprattutto a causa della minaccia del crollo della parte occidentale dell’edificio.

La cappella dei Maccabei è straordinaria nella sua esplosione di colori in netto contrasto con l’austerità della cattedrale

La cattedrale di Ginevra (foto di Anna Maria De Luca)

La storia di Ginevra ruota attorno alla sua cattedrale: dal 1526 mercanti tedeschi iniziarono a diffondere in città le idee della Riforma Luterana tra i commercianti ginevrini, in particolare con predicatori come Guillaume Farel. L’8 agosto 1535, nonostante il divieto dei magistrati, Guillaume Farel predicò per la prima volta davanti a una folla enorme. Il pomeriggio dello stesso giorno, durante i vespri, alcuni iconoclasti devastano la cattedrale di Saint-Pierre distruggendo statue e lacerando immagini che non erano in conformità con il nuovo culto della riforma.

Il 10 agosto 1535, la celebrazione della messa cattolica venne proibita dal Consiglio dei Duecento, per cui il 22 agosto il vescovo Pierre de la Baume lasciò Ginevra per trasferirsi con tutta la corte a Gex. Il Consiglio lo dichiarò decaduto di fatto e si attribuì il diritto di coniare moneta. La Riforma fu poi definitivamente adottata il 21 maggio 1536 e venne reso obbligatorio mandare i propri figli a scuola: Ginevra diventò così il centro del calvinismo e prese il nome di «Roma protestante». Un mese dopo arrivò a Ginevra Giovanni Calvino che proclamò la «Signoria di Ginevra» e scrisse le Ordinanze ecclesiastiche nel 1541 e gli Editti civili nel 1543 che serviranno da costituzione alla nuova repubblica.

Nella metà del Cinquecento Ginevra si riempì di esuli protestanti che diedero nuovo dinamismo alla città: erano uomini d’affari, banchieri e artigiani che portarono denaro, sviluppano il ruolo di scalo commerciale internazionale di Ginevra. Nacquero cosi le attività manifatturiere della seta, dell’oreficeria e dell’orologeria che si orientarono verso l’esportazione grazie al sostegno delle autorità municipali. Nacque cosi la potenza economica di Ginevra che diventò dopo la Seconda Guerra Mondiale, sede europea dell’ONU e di tante organizzazioni internazionali.

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