Un libro che fa sognare la generazione dei quarantenni e non solo: dedicato a Lady Oscar, l’eroina che ci ha accompagnato nella nostra adolescenza.

Gli italiani conobbero lady Oscar nella primavera del 1982 e il cartone animato diventò subito un culto, basato sul manga di rihoko Ikeda “Le rose di Versailles”. Il libro di Silvia Stucchi analizza le singole puntate, lefonti storiche e ci fa entrare nelle differenze tra anime e manga. Con lady Oscar un intero immaginario si è introdotto in modo dirompente nella cultura di massa facendo capire a noi occidentali come un manga possa presentare una complessità di situazioni e personaggi anche superiore a quella di un film.

In questo libro scopriamo che Oscar, rispetto alla versione che è arrivata a noi tramite i cartoni animati tv, è in realtà molto più spavalda, estroversa, a tratti ironica nell’anime, molto più silenziosa e meno capace di esprimere le proprie emozioni . Anche la storia a tratti è diversa, a cominciare dal conflitto presente nel primo episodio “La grande scelta” e che nel manga assolutamente non c’è. Nella serie animata, Oscar inizialmente si rifiuta di proteggere una donna, la regina, mentre la Oscar di Ikeda non ha alcun conflitto interiore circa il fatto di vestire l’uniforme. Anche il rapporto tra André e Oscar è diverso: la dichiarazione d’amore di Oscar ad Andrea, nel manga arriva subito dopo che il generale è quasi riuscito a mettere in pratica il proposito di giustiziare Oscar colpevole di tradimento mentre nell’anime Oscar è incapace di reagire allo sconvolgimento che gli avvenimenti hanno determinato in lei.

Interessante anche la constatazione che nel manga venga presentato l’incontro fra Oscar ed un giovanissimo Napoleone Bonaparte non ancora ventenne: E Oscar profeticamente dice: “quelli sono gli occhi di un’aquila, di un Imperatore”. Non si sa bene perché ma il rimontaggio delle immagini nella sigla, in occasione della riproposizione dell’anime nel settembre del 2021, su Italia 1, alle 8 del mattino (interrotta alla puntata 20 per riprendere a dicembre e gennaio 2022), presenta una storia di cappa e spada mentre la trama originale si basava sull’amore taciuto tra André ed Oscar.

L’episodio 20 è uno dei più complessi della serie. Nella versione italiana gioca sull’amore impossibile tra Mariantonietta e Fersen che decide di arruolarsi con i francesi impegnati oltreoceano nella guerra d’indipendenza americana. Abbiamo quindi un girone di amori impossibili: quello di Oscar per Fersen e su quello di Andrea per Oscar. Sembra, sottolinea l’autrice, la situazione prospettata in “A porte chiuse” di Jean Paul Sartre dove abbiamo tre personaggi innamorati e non ricambiati. In lady Oscar la complessità è aumentata dal fatto che l’odio per l’amore non ricambiato sia sostituito dall’amicizia: siamo di fronte agli ideali dell’amor cortese, della lealtà, della devozione militare, della difesa dei più deboli. E forse è proprio questo che fa di Lady Oscar un personaggio tanto amato.

Sì, è forse questo che ci ha fatto tanto innamorare di lady Oscar: i buoni sentimenti dei personaggi. Basti pensare all’ episodio 20 dove Oscar balla tutta la sera con la regina per impedire le chiacchiere delle malelingue che si scatenerebbe se lei danzasse con Fersen, amato da entrambe.

Scrive Silvia Stucchi: “è un piccolo capolavoro di eleganza, garbo, finezza lessicale il lavoro compiuto dai doppiatori Cinzia De Carolis, voce di Oscar, e Massimo Rossi che doppia Andé. Un lavoro eccezionale che regge la prova del tempo”.

Interessanti anche i raffronti tra la versione italiana e quella inglese. “ti voglio bene” dice Oscar ad André. Ma nella versione inglese è: “potresti ancora amare una persona come me?”. E André risponde: “comunque tu sia, con tutta la mia vita”. La morte di André precederà di poco meno di un giorno quella di Oscar: André, scrive l’autrice, assurge a novello Protesilao morto appena messo piede dalla nave sulla terraferma, con Dania che lo seguirà presto nella morte.

Il dolore per la morte di André, il 13 luglio, contraltare della felicità assoluta trovata solo 24 ore, è una catarsi per Oscar. Raffinato Riyoko Ikeda, la storia di fedeltà, modello virtuoso di personaggi che non subiscono ma che scelgono liberamente di allontanarsi dagli stereotipi comuni.

Anna Maria De Luca

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