Carocci propone una nuova traduzione italiana sul prezioso testo copto, del Vangelo Apocrifo di Giovanni per offrire al lettore uno strumento aggiornato e approfondito per la piena comprensione dell’opera. Il Vangelo di Giovanni è un’opera importante per comprendere le origini del Cristianesimo. E’ uno dei manoscritti che appartengono al cosiddetto “fondo di Nag Hammadi”: cinquanta opere in copto antico (benché la maggior parte di essi siano stati tradotti dal greco), fra scritti ascetici e narrazioni evangeliche rinvenute nel 1945 sulla riva del Nilo, presso Nag Hammadi.
L’apocrifo di Giovanni è giunto a noi attraverso quattro frammentarie copie copte. Occorre evidenziare che questo testo segna una tappa inedita e originale del pensiero cristiano. L’apocrifo di Giovanni ripercorre tutte le tappe della creazione dalla generazione di Adamo ed Eva fino al diluvio universale e fino a riscrivere la Genesi.
Presumibilmente risale al II o al III sec.a.C ed è rimasto sconosciuto al mondo fino a che una copia fu appunto rinvenuta in Egitto. Fu molto amato nell’antichità e fu letto e copiato per secoli tanto che ne fecero cinque versioni:
- una versione lunga, tramandata da due copie in lingua copta ritrovate a Nag Hammadi (codice II.1 e codice IV.1), caratterizzata dalla citazione di un Libro di Zoroastro;
- una prima versione corta, tramandata da una copia in copto ritrovata a Nag Hammadi (codice III.1), caratterizzata da alcune peculiarità teologiche (e da una propria traduzione in copto, indipendente dalle altre);
- una seconda versione corta, tramandata da una copia in copto (manoscritto copto p. Berol. 8502), caratterizzata da alcune peculiarità teologiche (e da una propria traduzione in copto, indipendente dalle altre);
- una terza versione corta, nota solo attraverso il compendio fattone da Ireneo di Lionee nella sua opera Contro le eresie (185).
L’Apocrifo fu trovato in una giara di terracotta interrata nelle sabbie egiziane per oltre un millennio, insieme ad altre opere note come il fondo di Nag Hammadi. Tra queste, la più importante della raccolta è il Vangelo di Tommaso, a cui la Carocci ha dedicato una recente edizione (per la recensione clicca qui) e che è l’unico manoscritto della raccolta ad essere completo.
Pur rimanendo un’opera essenzialmente teologica, si apre con Giovanni che sale al tempio per pregare, viene assalito dai dubbi e si rifugia nel deserto dove ritrova Gesù che lo conforta e gli impartisce nuovi insegnamenti segreti, affinché non dubiti più di lui.
L’autore. Francesco Berno (1989) è assegnista di ricerca in Storia del Cristianesimo presso l’Università Sapienza di Roma per il progetto erc “PAThs: Tracking Papyrus and Parchment Paths: An Archaeological Atlas of Coptic Literature. Literary Texts in their Geographical Context: Production, Copying, Usage, Dissemination and Storage” (P.I.: P. Buzi).