In occasione della Giornata mondiale dell’infanzia, l’Autorità garante, il Ministero della Giustizia e l’associazione Bambinisenzasbarre hanno rinnovato la Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti.
Tra gli obiettivi del protocollo d’intesa, siglato questo pomeriggio a via Arenula, quello di arrivare un domani a evitare la permanenza dei bambini in carcere. Nel frattempo le parti si sono impegnate affinché i minorenni che vivono con i genitori in una struttura detentiva abbiano libero accesso alle aree all’aperto, al mondo esterno, agli asili nido e alle scuole. E ancora si prevedono strutture educative di assistenza, personale specializzato, formazione per i genitori nello sviluppo delle capacità genitoriali.
Quanto alle visite dei figli minorenni ai genitori detenuti, il Ministero della Giustizia, in collaborazione con l’Agia e Bambinisenzasbarre, si impegna a mettere in campo una serie di azioni necessarie a proteggere i legami familiari. Tra gli obiettivi previsti l’individuazione di una sede detentiva che garantisca il contatto diretto genitore-figlio, la regolarità delle visite e spazi adatti a bambini e ragazzi per i colloqui. Inoltre si lavorerà affinché sia possibile per i minori di 14 anni avere un accompagnatore nei casi in cui l’altro adulto di riferimento non fosse disponibile. Nel protocollo anche la previsione di gruppi di esperti a sostegno dei più piccoli per valutare come vivano l’esperienza della visita e consentire il contatto anche con altri mezzi.
“Sono rimasto particolarmente colpito – ha dichiarato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede – dalla tragedia di Rebibbia, dove una detenuta ha ucciso i suoi due bambini. È preciso dovere dello Stato intervenire per essere vicini alle associazioni che seguono i percorsi di questi minori che, senza nessuna colpa, vivono l’esperienza drammatica della detenzione. Allo stesso modo dobbiamo creare le condizioni perché anche ai minori con un genitore detenuto possa essere garantita l’affettività derivante dalla prosecuzione del legame familiare”.
“Significativa e altamente simbolica la firma del protocollo in questa giornata – commenta la Garante Filomena Albano – segno della nostra attenzione verso i bambini più vulnerabili. I figli delle persone detenute hanno gli stessi diritti degli altri bambini. Tra questi diritti il principale è mantenere il legame affettivo con il genitore anche attraverso incontri e contatti regolari, tranne nei casi in cui ciò non sia in contrasto con il superiore interesse del minore. Promuovere il mantenimento di relazioni familiari di qualità incide positivamente non solo sul genitore recluso ma soprattutto sullo sviluppo del bambino. Il protocollo è già stato segnalato come una buona pratica dell’Italia dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa in occasione della raccomandazione dello scorso aprile sui figli dei genitori detenuti”.
“Bambinisenzasbarre – dichiara la presidente dell’associazione Lia Sacerdote – è lieta di vedere confermato nuovamente l’impegno che in questi anni ha reso visibile la condizione dell’infanzia che incontra il carcere e la volontà di rendere concretamente applicata la Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti su tutto il territorio nazionale liberandoli soprattutto dall’emarginazione e dall’esclusione sociale. E’ così possibile quindi proseguire il processo trasformativo avviato e sviluppare le sue potenzialità in modo che attraverso la parte più fragile raggiunga e coinvolga la società esterna a cui il carcere appartiene, coinvolgendo gli altri sistemi educativi, a dispetto della sua identità di ‘istituzione totale’ e a dimostrazione di quanto sia cruciale il legame con il territorio e la società libera