Abbiamo letto per voi Plastic Shop, di Andrea Campucci. Racconta di un grande outlet della Toscana dove la corsa al consumo genera nuovi “valori” in grado di sostituire quelli vecchi, in favore di una nuova morale, quella del capo firmato.
Sarcasmo e ironia tratteggiano la narrazione di un pomeriggio in cui cinque amici decidono di fare una visita all’outlet di Barberino del Mugello. Man mano, lo shopping natalizio si trasforma, per i cinque amici in un crescendo di follia aumentata dove incontrano un’umanità alienata, in un villaggio commerciale che ha tutta l’apparenza di un mondo di plastica. Sconti e promozioni natalizie, alcool, droghe e l’assillo per il sesso e d un consumismo sfrenato portano il lettore in una sorta di allucinazione dove anche i manichini nelle vetrine diventano sinistre presenze.
“Ripensandoci bene non ho mai visto tanta oscenità in un unico ambiente. I nightclub e le discoteche offrono soltanto la facciata di questo fenomeno. ma è nei luoghi apparentemente più insospettabili che esplodono in tutta la loro inconsolabile desolazione i desideri irrisolti di un’intera società. L’attaccamento quasi feticistico a un buono acquisto, la corsa frenetica all’ultimo capo scontato hanno per loro stessa natura un qualcosa di indecente. L’ostentazione di un benessere e di u lusso alla portata di chiunque maschera la strategia di un eterno mantenimento dello status quo, di una rigida organizzazione gerarchica che proprio da questa illusione collettiva trae nuova linfa. In conclusione l destino di questi poveri imbecilli che continuano a credere nel loro sogno mi è del tutto indifferente, e posso augurar loro che l’unica cosa per la quale sono venuti al mondo: l’eterno differimento della felicità, in parole povere la totale estraneità a se stessi”. A sera, lo scoppio di un temporale porterà alla realtà i cinque amici che torneranno a casa con un carro attrezzi.