Vi portiamo questa volta a SanPietroburgo, nella piazza Kazan (Kazanskaja ploscad) dominata dalla maestosa Cattedrale di Nostra Signora di Kazan (Kazanskij sobor), voluta da Nicola I, patriarca di Mosca e costruita nel 1801-1811 su progetto dell’architetto Andrej Voronichin.. Si trova accanto al Palazzo di Stroganov .

La cattedrale custodisce la sacra e miracolosa immagine della Madonna di Kazan. Vi ricorderete il nome di questa Madonna probabilmente perché il patriarca russo ne regalò al Papa una copia, più piccola dell’originale, poi restituita da Giovanni Paolo II nelle mani del patriarca Alessio II il 28 agosto 2004: uno dei più importanti eventi nella storia delle relazioni fra la chiesa cattolica di Roma e la chiesa ortodossa russa.

L’icona risale al secolo XIII ed arriva da Costantinopoli. Maria è ritratta a mezzo busto con il volto reclinato verso il Bambino, che si regge in piedi sulle ginocchia della Madre e benedice con la mano destra. L’icona fu trasportata dalla capitale dell’impero bizantino ad un monastero di Kazan, a 800 chilometri ad est di Mosca, dal quale, presumibilmente, a causa dell’invasione dei tartari, scomparve nel 1209. L’icona aveva la reputazione di rendere la vista ai ciechi che le offrissero, riconoscenti, degli smeraldi perfettamente puri. Nel 1552, quando lo zar Ivan il Terribile bruciò gran parte della città di Kazan, la Madonna apparve tre volte ad una ragazza di dieci anni, Matrëna (Matrona), per invitarla a ricercare sotto le macerie di una casa distrutta una sua icona, nascostavi da alcuni fedeli durante la dominazione tartara.

Ermogen, metropolita di Kazan, compilò una cronaca del miracoloso ritrovamento dell’icona: un soldato ebbe la casa devastata dal fuoco e, mentre si accingeva a riedificarne un’altra, la Madonna apparve a Matriona, la sua figlioletta di nove anni, chiedendole di annunciare a tutti che una sua Icona era sepolta sotto le rovine della casa bruciata. Nessuno credette al racconto della bimba, pensavano fosse rimasta impressionata dalla violenza dell’incendio che aveva devastato la casa paterna. La Madonna apparve allora una seconda volta in sogno a Matriona, ma anche questa volta la bambina non fu presa in considerazione. Alla terza visione, la piccola scorse l’Icona da cui si sprigionava una luce abbagliante e udì queste parole: “Se non annuncerai a tutti quanto ti dico, apparirò in un altro luogo e una grande calamità si abbatterà su di voi”.

La ragazza non fu creduta dal clero e cosi si mise a scavare da sola, con l’aiuto di sua mamma, nel luogo indicato dalla Madonna. Ritrovò cosi l’icona, avvolta da vecchi cenci, assolutamente intatta e come irradiata di luce. Era l’8 luglio 1579. La notizia si diffuse presto nella città e l’icona fu trasportata in processione nella vicina chiesa di S. Nicola. Nel giorno del “ritrovamento” due ciechi, Giuseppe e Nikita, ricuperarono la vista. In seguito, gli zar Ivan IV il Terribile, Fedor Ivanoviç e Caterina II fecero costruire chiese in onore della Vergine di Kazan. Nel 1612, quando Mosca era assediata dai rivoltosi, i soldati presero con sé la venerata icona come “Bandiera di vittoria”, “Liberatrice della Russia” e il 27 novembre liberarono la città. Anche Pietro il Grande, nel 1709, prima di sferrare la battaglia decisiva contro le truppe di Carlo XII di Svezia, trascorse tre giorni di digiuno e di preghiera davanti all’icona, con tutto il suo esercito. Grazie all’intercessione di Nostra Signora di Kazan, avvenne la disfatta delle armate napoleoniche, iniziata il 22 ottobre 1812, giorno di una delle tre feste annuali dell’icona. L’ultimo atto politico dello Zar Nicola II, nel 1918, fu quello di consacrarLe il suo impero. Qualche giorno più tardi lo zar fu arrestato, per ordine di Trotski, e ucciso insieme a tutta la sua famiglia.

La storia dell’icona è legata anche a quella di Stalin. Ritorniamo indietro nel tempo: nel giugno del 1941 la Germania attacca con ogni forza disponibile l’Unione Sovietica di Stalin che nel 1939 ha permesso alla Germania nazista di scatenare la terza guerra mondiale, firmando con Hitler un patto di non aggressione. La Germania nel preparare la rivincita contro la Francia, si accorda con la Russia diventata nel frattempo Unione Sovietica: Stalin vuole in cambio la Polonia Orientale e la Germania si prende quella occidentale. In quattro settimane sbaragliano non solo le truppe francesi ma anche quelle inglesi. Hitler e Stalin si spartiscono il bottino polacco. Ma è proprio nel momento in cui Stalin sembra sicuro nel fidarsi di Hitler che viene aggredito: il 3 luglio pronuncia alla radio un appello per denunciare il tradimento ma, stranamente, si rivolge ai popoli dell’Urss non con il solito “compagni e compagne”, ma in linguaggio cristiano dicendo “fratelli e sorelle”. E’ successo qualcosa che ha cambiato in qualche modo l’uomo che nel 1938 aveva varato il “piano quinquennale dell’ateismo“ (che prevedeva per il 1943 la chiusura dell’ultima chiesa ancora aperta e l’eliminazione dell’ultimo sacerdote).

Alla base del cambiamento di Stalin, c’è un’altra apparizione della Madonna, avvenuta però fuori dalla Russia. All’epoca, in Libano, i cristiani ortodossi avevano come metropolita un asceta di nome Elia. Preoccupato per il destino della Russia, Elia si era chiuso nella cripta della sua cattedrale, in ginocchio per tre giorni e tre notti, senza mangiare, bere e dormire. Il terzo giorno aveva avuto una visione: in una colonna di fuoco era apparsa la Madonna, con un messaggio preciso: ”Bisogna riaprire in tutta la Russia chiese e monasteri. I sacerdoti devono essere liberati dalle loro prigioni. Non cederanno a Leningrado se porteranno in processione l’icona, così venerata di Kazan. Questa deve poi essere onorata anche a Mosca e a Stalingrado». Elia scrive subito una lettera all’ambasciata sovietica a Beirut. Il messaggio era arrivato al dittatore russo tramite il capo di stato maggiore dell’Armata Rossa, il generale Boris Shaposnikov.

Stalin ordina agli ufficiali di avviare le truppe alla battaglia gridando “Avanti, con Dio!” (come avveniva sotto gli zar) e riporta ai soldati i cappellani che non esistevano più sin dai primi tempi di Lenin. Sembra incredibile, ma addirittura ordina di riaprire al culto ben ventimila chiese e due santuari importantissimi: il monastero della Trinità di San Sergio e quello “Tre Grotte” a Kiev. E cosi nella Leningrado assediata dai tedeschi riappare l’icona veneratissima della Madonna di Kazan, protettrice della Russia. Addirittura le autorità stesse organizzano una processione. Nonostante le bombe l’icona viene portata a Mosca ed un’altra processione viene celebrata con la collaborazione del Partito ateo. I russi decidono di portare la Madonna di Kazan a Stalingrado. Nel 1947 Stalin dà al metropolita Elia il Nobel sovietico, premio che veniva dato per “importanti servizi all’Unione Sovietica e alla causa del socialismo”. Il metropolita rifiuta il premio ma chiede che i soldi vengano impiegati per i piccoli orfani russi della guerra. Nel 1993 l’icona è stata regalata al papa, che l’ha custodito nel suo appartamento in Vaticano. Nella sua visita al Papa, il presidente russo Vladimir Putin la baciò.

  Anna Maria De Luca

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