Il turismo eno-gastronomico è l’ultima frontiera dei viaggi nel Belpaese, sostenuto da innegabili bellezze paesaggistiche, paesi che sono l’orgoglio di ogni italiano, usi e tradizioni e la riscoperta dei valori che sembravano spazzati via da modernità e consumismo. Possiamo passeggiare tra i vignetti che disegnano l’archittetura di colli più o meno irti, fino ad arrivare alla cantina dove l’uva diventa “il vino”, accolti da vignaioli che lavorano anche con il cuore e con la testa per offrire i migliori prodotti della nostra enologia. Una meta da consigliare è la Sicilia, provincia di Agrigento, anzi proprio da Agrigento si può partire per vedere la Valle dei Templi nel cui parco ci sono i vigneti che daranno vita al vino Diodoros. Per dirigersi poi verso Canicattì dove CVA produce i suoi vini e dove si potranno, appena CVA avrà terminati l’iter burocratico dei permessi e le necessarie ristrutturazioni, visitare anche le cantine ricavate nella dismessa miniera di zolfo.
Si è vendemmiato nella Valle dei Templi, negli storici vigneti del Parco Archeologico. Sono uve importanti quelle raccolte nei vigneti posti sotto il tempio di Giunone, nel cuore del Parco Archeologico di Agrigento. Dalla loro vinificazione nascerà un rosso “siciliano” di gran classe, Diodoros, destinato a far parlare di se, già ancor prima di nascere. “Sarà un vino che richiamerà la storia e la cultura del nostro territorio – e che metterà in luce l’anima viticola ed enologica di questo agro di infinita bellezza. Il vino che vogliamo produrre deve poter evocare e rappresentare uno dei luoghi più affascinati della nostra isola: la Valle dei Templi. Il territorio è la chiave di volta su cui si fonda la produzione enologica di qualità , la nostra filosofia produttiva mira a rendere territorialmente più connotate le nostre etichette attraverso l’esaltazione degli aspetti agricoli e storici di una delle aree vitivinicole più vocate della Sicilia ”, così dice Giovanni Greco presidente di CVA Canicattì.
Il Progetto di Taccia Caci di Aragona – l’affinamento in Miniera. Enologia e turismo di qualità per scoprire l’anima della Sicilia mineraria.
C’è un pezzo di storia di vita siciliana legata alla “Montagna d’Aragona”, in contrada Mintini, dove sorge Taccia-Caci, la miniera di zolfo gestita dalla famiglia di Luigi Pirandello e fonte d’ispirazione per la celebre novella dello scrittore “Ciàula scopre la luna”.
Da una storia dura ed estrema come quella vissuta da minatori e “carusi” nelle Zolfare della Sicilia centro-meridionale, Viticultori Associati Canicattì ha tratto l’idea di un nuovo progetto sperimentale, tecnicamente valido e di grande suggestione: sfruttare umidità, ventilazione e temperature costanti, proprie delle gallerie sotterranee, per l’evoluzione e l’affinamento dei vini in barriques e bottiglia. Un’idea che è stata raccolta e condivisa dall’Amministrazione della Città di Aragona, impegnata a valorizzare il Parco minerario di Taccia-Caci, restaurato nelle sue strutture di superficie, a fini turistici, culturali e produttivi. La possibilità di ricavare tra cuniculi e gallerie di questa miniera le nicchie per l’affinamento dei vini è legata al recupero delle discenderie e degli ambienti sotterranei che, ovviamente, dovranno essere messe in sicurezza e resi fruibili per le operazioni enologiche specifiche di affinamento e, soprattutto, ai turisti che potranno così visitare un bene culturale e storico che ha contribuito a definire, per secoli, l’identità della Sicilia.Un viaggio nel tempo su un itinerario immaginifico che accosta la bellezza e maestosità della Valle dei Templi di Agrigento allo stupore per queste cattedrali sotterranee dove in migliaia hanno trascorso intere esistenze. http://www.viticultoriassociati.it