Immersione nel Cinquecento durante le feste natalizie, tra arte, storia, filosofia e spiritualità: Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo. 1512-1552 al Museo di Santa Giulia.
Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo. 1512-1552, che ha raggiunto i 10.000 visitatori ed èospitata al Museo di Santa Giulia fino al 16 febbraio 2025, racconta lo spirito di un’epoca. Natale è l’occasione per visitarla di Fondazione Brescia Musei anche grazie ad aperture straordinarie.
A cura di Roberta D’Adda, Filippo Piazza e Enrico Valseriati, presenta oltre 60 tra dipinti e oggetti d’arte che raccontano il Cinquecento in una delle città più popolose dell’epoca, tra arte, storia, filosofia e letteratura, musica e religione, con prestiti dai più prestigiosi musei d’Italia e del mondo,alcune delle quali non abitualmente accessibili o presentate per la prima volta dopo recenti restauri.
È il caso dell’arazzo Marte, Venere e Cupido, proveniente da una collezione di Amsterdam e irrintracciabile dal 1924,realizzato su cartone di Romanino in occasione del fastoso matrimonio tra Girolamo Martinengo ed Eleonora Gonzaga di Sabbioneta del 1543, i cui ritratti sono tra i protagonisti della mostra. O anche de Lo Stendardo dei Disciplini, opera di Moretto, appartenuto a papa Alessandro VIII prima e ad Antonio Canova poi, oggi conservato nel Tempio canoviano di Possagno: torna a Brescia dopo 350 anni in seguito al restauro realizzato in occasione della mostra, grazie al contributo di SA Finance come Art Conservation Partner. L’intervento è stato necessario poiché le condizioni erano decisamente influenzate dall’utilizzo devozionale nelle processioni, una testimonianza del forte legame tra la comunità e gli artisti.
Il fervido spirito religioso dell’epoca e le forme di devozione diffuse nel Cinquecento bresciano sono rappresentate anche da personaggi di grande carisma come Angela Merici, fondatrice nel 1532 della Compagnia di Sant’Orsola, una proposta rivoluzionaria che delineò un nuovo possibile ruolo sociale delle giovani donne. In mostra sono esposte opere a lei direttamente collegate o ispirate come il prezioso esemplare della Regola della nova Compagnia di santa Orsola di Brescia, proveniente dalla Biblioteca Queriniana o come Sant’Orsola e le compagne, dipinto da Moretto, amico della Mericieuno dei maggiori interpreti della complessa spiritualità di quel tempo.
Anche il Giovane con flauto di Giovanni Girolamo Savoldo rivela una rinnovata tonalità luminosa e cromatica, giocata come usuale per i maestri del Cinquecento bresciano su colori freddi, e nuovamente leggibile grazie al recente restauro, con UniCredit come Art Conservation Partner, che ha rivelato anche significativi dettagli e piccoli pentimenti.
Molti gli spunti per un percorso che, tra dipinti, oggetti, libri, armature e strumenti musicali, svela un Rinascimento tanto tormentato dalle tensioni religiose e dai drammi della guerra – con il Sacco di Brescia del 1512 – quanto desideroso di rinascita, arricchito dal lusso e dalla cultura delle famiglie nobiliari e dell’alta borghesia di una città ricca e potente, desiderosa di armonia e capace di celebrare le donne, l’antico e la natura, generando così un nuovo fermento sociale.
La mostra è anche occasione, oltreché per visitare il Museo di Santa Giulia (in particolare gli affreschi cinquecenteschi del Coro delle Monache di Floriano Ferramola e Paolo Da Caylina il Giovane, la cappella di Sant’Obizio di Romanino e la sezione veneta), anche per scoprire una serie di itinerari in città tra edifici sacri e spazi della vita civile. Da Pinacoteca Tosio Martinengo (con una speciale promozione a 3 euro abbinata al biglietto della mostra) alla Chiesa dei Santi Nazaro e Celso che conserva il Polittico Averoldi di Tiziano, fino a Palazzo Martinengo della Fabbrica con la Sala delle Dame,affrescata da Moretto e dalla sua bottega, probabilmente sempre in occasione del matrimonio Martinengo – Gonzaga del 1543.
Aperture straordinarie: 25 dicembre dalle 16.00 alle 20.00 – 30 dicembre 2024 e 6 gennaio 2025 dalle 10.00 alle 18.00