San Gennaro e Napoli: un legame da scoprire tra Fede e creatività. Percorsi sacri, arte urbana e sapori locali: le molteplici anime del culto del Santo Protettore
Napoli è una città straordinaria, un luogo dove ogni angolo racchiude storie intrise di fede, arte e tradizione, e dove la figura di San Gennaro rappresenta uno dei simboli più amati e venerati da secoli. Il patrono della città non è solo il custode spirituale dei napoletani, ma anche un emblema di resilienza, speranza e unità che collega in modo indissolubile il passato al presente. Ogni anno, migliaia di fedeli si radunano con grande emozione e trepidazione per assistere al miracolo della liquefazione del sangue del santo, evento che si ripete il 19 settembre, ma non tutti sanno che un altro significativo miracolo viene celebrato il 16 dicembre. Questa giornata particolare è dedicata al ricordo dell’intervento miracoloso di San Gennaro durante l’eruzione del Vesuvio del 1631, quando, secondo la tradizione, il santo fermò il flusso della lava che minacciava di distruggere la città. Per commemorare questo evento, la reliquia del sangue viene esposta e portata in processione come segno di ringraziamento e fede profonda, un rituale che rafforza ulteriormente il legame tra il popolo napoletano e il suo santo protettore a cui non può mancare la presenza delle Istituzioni locali, dal Sindaco all’Assessore al Turismo insieme ai rappresentanti della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro.
L’affascinante storia di San Gennaro viene conservata e tramandata attraverso il Museo del Tesoro di San Gennaro, accanto al Duomo, e rappresenta una tappa imprescindibile per chiunque visiti la città.
Premiato con il Traveller’s Choice Best of the Best 2024, quale meta preferita dai viaggiatori, e tra le nomination come Best Museum in Italia per i Remerkable Venue Awards 2024 di Tiqets, il polo museale, custodisce uno dei tesori più preziosi al mondo, secondo solo a quello della Corona inglese tra gioielli straordinari, opere d’arte di inestimabile valore e oggetti donati come ex voto nel corso dei secoli da fedeli, nobili e regnanti. Tra i pezzi più emblematici e ammirati ecco la mitra del Santo, un capolavoro ornato con oltre 3.000 pietre preziose, simbolo della ricchezza spirituale e materiale che il culto di San Gennaro ha generato nei secoli. Grazie alle moderne tecnologie, il museo offre oggi la possibilità di immergersi completamente nella storia del santo attraverso installazioni multimediali, video mapping e percorsi interattivi che fondono tradizione e innovazione. Un esempio eccellente è il progetto culturale “Chi è devoto a San Gennaro”, video installazione prodotta e promossa da D’Uva srl, progettata e realizzata da Kaos Produzioni, che propone ai visitatori un viaggio emozionale tra fede e cultura, rendendo l’esperienza accessibile e coinvolgente anche per le nuove generazioni.
Durante la visita al museo, è possibile scoprire anche un curioso omaggio contemporaneo a San Gennaro – fino al 25 gennaio 2025 – un “Naso” in gesso dorato, opera ispirata a una leggenda legata alla ricostruzione del naso della statua del santo dopo un atto vandalico. Questo lavoro fa parte della mostra Una Nuvola Come Tappeto dell’artista Giulia Piscitelli che si snoda lungo tutto il percorso museale, attraversando la Cappella barocca, le Sacrestie e le sale dove sono custoditi i preziosi doni offerti nei secoli.
L’esposizione si distingue per la capacità di intrecciare tradizione e contemporaneità, reale e divino, invitando il pubblico a riflettere su temi di grande rilevanza sociale e politica. Anche i più piccoli possono avvicinarsi alla figura di San Gennaro e comprenderne l’importanza attraverso un percorso audioguidato del Tesoro appositamente studiato per loro, disponibile in 12 lingue, incluso il napoletano. La narrazione, arricchita dalle voci coinvolgenti di Patrizio Rispo e Nunzia Schiano, rende la storia del santo accattivante e adatta a tutte le età.
Uscendo dal museo, l’arte e la devozione del Santo continuano a manifestarsi nelle strade di Napoli, in particolare a Forcella, dove campeggia il gigantesco murales realizzato da Jorit Agoch, uno degli street artist più rinomati al mondo. L’opera, alta circa 15 metri, raffigura il suo volto con i caratteristici segni rossi tipici dello stile di Jorit, e va ben oltre il semplice tributo religioso. Questo murales rappresenta un messaggio potente di inclusività e solidarietà, raffigurando San Gennaro come un protettore degli umili e delle periferie, un volto del popolo che incarna speranza e protezione. La collocazione dell’opera in un luogo simbolico crea un dialogo tra la tradizione religiosa e l’arte urbana contemporanea, confermando il ruolo di Napoli come capitale di cultura, innovazione e umanità.
Tra i luoghi da non perdere, ancora, le Catacombe di San Gennaro, nel Rione Sanità. Risalenti al II secolo d.C. sono legate indissolubilmente alla figura del Santo, la cui tomba fu trasferita qui nel V secolo, trasformandolo in un importante centro di pellegrinaggio.
Durante la visita, è possibile ammirare la Basilica ipogea di Sant’Agrippino, la Cripta dei Vescovi con le sue decorazioni ricche di affreschi e mosaici, e la Basilica Adjecta, costruita per ampliare il complesso dopo la traslazione delle reliquie del Santo. Grazie al lavoro della Cooperativa Sociale La Paranza, un gruppo di giovani del Rione Sanità che dal 2006 gestisce il sito, le Catacombe di San Gennaro sono oggi un esempio di accessibilità e inclusività, con percorsi attrezzati per persone con difficoltà motorie e l’ausilio di guide specializzate.
Ma la devozione a San Gennaro non si esprime solo attraverso grandi eventi o a certi luoghi, ma vive profondamente nella quotidianità dei napoletani, che manifestano la loro fede in modi semplici ma carichi di significato. Passeggiando per Napoli, si possono notare numerose edicole votive dedicate al Santo, spesso adornate con candele e fiori, che diventano luoghi di raccoglimento e preghiera per i fedeli. Nei quartieri più popolari, il culto si arricchisce di momenti di festa e condivisione, con celebrazioni di strada animate da musica, balli e piatti della tradizione culinaria napoletana.
Tra i simboli più diffusi legati al Santo ci sono gli amuleti e i gioielli che ne raffigurano il volto, spesso acquistati come portafortuna o donati come segno di protezione. Anche l’ironia e la creatività tipicamente napoletane trovano spazio in oggetti artigianali e souvenir che celebrano San Gennaro con un tocco umoristico e originale. E per chi vuole unire fede e gastronomia, c’è un indirizzo curioso a pochi passi dal Duomo che offre un’esperienza unica, proponendo piatti ispirati alla tradizione locale come “gli Spaghetti alla Gennaro”, i preferiti di Totò, un primo povero a base di acciughe, aglio, pane raffermo e pomodorino in un ambiente che è tutto un richiamo al Santo, tra sacro e profano.