ROMA – E’ in gran forma Gianni Letta, presidente del Premio Mozia, mentre svela alla stampa internazionale i nomi dei vincitori dell’edizione 2024. Al Circolo del Canottieri, con il mitico Pino Nano al suo fianco e tutta la squadra del premio, il presidente comunica le scelte di quest’anno: Rino Barillari, Dolce & Gabbana, Stefania Battistini, Incoronata Boccia, Rosario Coluccia, Maurizio De Giovanni, Ibrahim Faltas, Gianluigi Greco, Paolo Matthiae, Francesco Musumeci, Maria Rita Parsi, Gerardo Sacco, Paola Saluzzi, Marco Stefanini.

“Un risultato – aggiunge Alfredo Rubino, Direttore della Casa Editrice Il Vomere – che assume anche un significato simbolico perché arriva a 40 anni dal riconoscimento dell’area di Mozia come “Riserva Naturale Orientata”. Si tratta di un lungo ed impegnativo lavoro di squadra che ci ha visto sempre in prima linea per la difesa della natura e la valorizzazione dell’inestimabile patrimonio culturale del territorio. Solo a giugno di quest’anno abbiamo presentato nella Sala dell’Emeroteca del Ministero della Cultura la Monografia da noi edita e curata da Baldassare Rallo dal titolo “Lo Stagnone di Marsala e Mozia: Patrimonio unico per un’Economia Sostenibile“. Proseguiremo tutti insieme le nostre battaglie, ispirati dallo stesso spirito di condivisione e collaborazione che ci ha consentito di raggiungere tali importanti traguardi. Grazie a tutti”.

“Si tratta di un importantissimo traguardo per noi – dichiarano il Notaio Salvatore Lombardo, Presidente dell’Associazione Strada del Vino – Terre d’Occidente e la Direttrice del Vomere Rosa Rubino – giunto a coronamento di un’intensa battaglia condotta da decenni per la salvaguardia del nostro patrimonio naturalistico che abbiamo voluto coniugare all’eccellenza e al talento italiano. Il premio intende rilanciare alla ribalta nazionale l’Isola di Mozia perchè diventi Patrimonio dell’Umanità. Ringraziamo particolarmente il Presidente del Comitato Scientifico Gianni Letta per il suo sostegno e la preziosa collaborazione. Un grazie sentito va anche alla Fondazione Whitaker da sempre al nostro fianco nella difesa della bellezza e della storia di Mozia, e a tutti i membri del Comitato scientifico che ci hanno aiutato a costruire, passo dopo passo, un’indispensabile strategia di rete capace di dare spazio al pluralismo delle voci e alla straordinaria creatività che caratterizza il nostro Paese”.

Il Comitato Scientifico

Il Comitato scientifico del “Premio Internazionale Mozia”: Gianni Letta, Presidente; Salvatore Lombardo, Presidente Associazione Strada del Vino Marsala – Terre d’Occidente; Rosa Rubino, Direttore del Vomere; Maria Enza Carollo, Direttore Generale Fondazione Whitaker; Giulio Biino, Presidente dell’Associazione Salone del Libro di Torino; Girolama Fontana, Soprintendente Beni Culturali di Trapani; Roberto Gueli, Condirettore TGR RAI; Vincenzo Morgante, Direttore TV2000; Mario Nanni, giornalista Parlamentare ed ex Capo Redattore Ansa; Pino Nano, giornalista già Capo Redattore Centrale RAI e Responsabile dell’Agenzia Nazionale TGR; Giuseppe Pace, Presidente Unioncamere; Vito Pellegrino, Presidente Assindustria Trapani; Antonio Rallo, Presidente del Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia; Giancarlo Scarchilli, Regista; Giuseppe Sciacca, già Regista Grandi Eventi di RAI UNO; Antonello Valentini, giornalista e Amministratore Delegato di LND Servizi.

Il premio

Presieduto da Gianni Letta, il “Premio Internazionale Mozia” è promosso dall’Associazione Strada del Vino-Terre d’Occidente e dal Vomere, il più antico periodico siciliano, con il supporto scientifico della Fondazione G. Whitaker dedita allo studio e alla divulgazione della storia fenicio-punica nel Mediterraneo. Destinato alle eccellenze italiane nel campo dell’arte, della medicina, della ricerca scientifica, del giornalismo, del costume, dell’innovazione, dello sport e di ogni altro settore capace di valorizzare l’identità nazionale nel mondo, il Premio Mozia si propone di realizzare una straordinaria simbiosi fra natura e cultura, eleggendo come protagonista e scenario d’incanto la suggestiva Isola di Mozia posta nello Stagnone di Marsala, a 800 metri di distanza dalla punta nord-occidentale della Sicilia.

La premiazione

Si svolgerà il 21 settembre, alle 18:30 la cerimonia ufficiale di consegna delle statuette raffiguranti il “Giovinetto di Mozia”, la scultura del celebre auriga del V secolo a.C. conservata nel Museo Whitaker e divenuta l’insostituibile simbolo iconografico dell’anima e dell’identità dell’Isola.

I nomi dei vincitori

Premio Mozia alla magia e alla forza ideologica della fotografia: Rino Barillari

 “Per aver saputo raccontare la storia e la trasformazione del Costume italiano usando semplicemente la sua macchina fotografica. A lui per aver reso famosa in tutto il mondo la strada oggi più famosa di Roma, Via Veneto, e per aver utilizzato le immagini della dolce vita per rappresentare al mondo un’Italia felice e tranquilla. Ma anche per aver saputo raccontare la drammaticità degli anni bui della Repubblica, dai primi aliti del terrorismo alla morte di Aldo Moro”.

Rino Barillari, il più grande paparazzo di tutti i tempi. Classe 1945, segno zodiacale Acquario, Rino Barillari è oggi una vera e propria leggenda vivente. Guascone e poeta insieme, 80 anni meravigliosamente ben portati, con questo suo sorriso eternamente pronto a rendergli giustizia. Accattivante, sornione, ammaliante e avvolgente. “The King”, è lui il solo vero re ancora rimasto dei famosi paparazzi romani. Le sue foto sono il più grande archivio moderno del mondo del cinema. Un archivio che racchiude conserva e racconta per immagini la bellezza e il successo di personaggi famosi come Liz Taylor, Ingrid Bergman, Jacqueline Kennedy, Barbra Streisand, Brigitte Bardot, Ava Gardner, Silvana Pampanini, Virna Lisi. E poi ancora, Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Marlon Brando, Vittorio Gassman, Anna Magnani, Alberto Sordi, Aldo Fabrizi. Ma non potevano mancare i Beatles, Robert De Niro, Sylvester Stallone, Al Pacino, Francis Ford Coppola, Michael Jackson, Demi Moore, Angelina Jolie, Elton John, Matt Damon, Madonna, Maradona. Chi più ne ha più ne metta.

Premio Mozia per la Sicilianità: Dolce & Gabbana

“Ad Aldo Dolce e Stefano Gabbana per aver trasformato la loro linea e la loro visione industriale in un marchio riconosciuto come italianissimo in ogni angolo del mondo. A loro per aver usato le migliori tradizioni siciliane per dare forma colore e personalità ai loro modelli e alle loro stoffe leggendarie, e per aver fatto del loro marchio il marchio siciliano per eccellenza. A loro per il legame profondo che li lega ancora alla terra di Sicilia e alla nostra gente.

Dolce&Gabbana, Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono oggi l’immagine forse più autentica della Sicilia nel mondo. Ma Domenico Dolce è lui stesso parte integrante della Sicilia, essendo lui nato a Polizzi Generosa. The New Yorker affermò che “Dolce & Gabbana stanno diventando negli anni 2000 ciò che Prada ha rappresentato negli anni 90 e Armani negli anni 80-gli stilisti, la cui sensibilità definisce il decennio.” Per quanto riguarda i premi personali, nel 1996 e nel 1997 Dolce & Gabbana furono nominati da FHM designer dell’anno. Nel 2003 GQ ha elencato Dolce & Gabbana tra i suoi “Uomini dell’anno”. L’anno seguente i lettori di Elle votarono Dolce & Gabbana come migliori designer internazionali agli Elle Style Awards del 2004. Il 19 giugno 2010 Dolce & Gabbana festeggiarono il 20º anniversario del loro marchio in Piazza della scala e nel Palazzo Marino a Milano. Il giorno successivo fu allestita una mostra pubblica, che comprendeva una sala in cui diverse decine di televisioni erano state impilate a caso le une sulle altre, ciascuna delle quali mostrava una diversa collezione passata della casa, passando in rassegna i suoi venti anni di storia. Oggi il loro marchio è marchio-iconico e simbolico del mondo della moda in tutti i continenti. Ma loro sono molto di più di tutto questo.

Premio Mozia alla migliore Reporter italiana di guerra: Stefania Battistini

“Giornalista di grande tradizione culturale, dotata di un senso della professione altissimo, capace di mantenere anche nelle condizioni peggiori delle guerre da lei seguite la serenità di giudizio e la severità dell’analisi necessarie, eternamente rispettosa dei diritti dei più deboli e contro ogni forma di tracotanza bellica internazionale”.

Stefania Battistini. Stefania Battistini, giornalista Rai dal 2004. Inviata di guerra. Ogni giorno, ogni sera, ogni notte l’inviata del TG1 racconta la tragedia immane del popolo ucraino, ma racconta soprattutto le devastazioni plurime della guerra, i dolori di intere città, le ferite profonde che il conflitto russo ucraino ha inferto a quel Paese. E lo fa con assoluta discrezione, con un rispetto quasi sacro per le persone che incontra per strada e che intervista, e per le tante storie di disperazione che ogni giorno da mesi ci propone. Nata a Milano il 16 aprile 1977, segno zodiacale Ariete, Stefania Battistini si laurea in Scienze della comunicazione con 110 e lode e dal 2007 diventa giornalista professionista. La sua carriera in Rai iniziata come reporter per il TG1 e per Speciale Tg1. Le affidano subito i primi servizi da zone di guerra come il Kurdistan e la Siria, e la sua esperienza sul campo la porta varie volte faccia a faccia col pericolo. Il 10 febbraio 2022, due settimane prima dell’invasione di Putin, Stefania Battistini arriva a Kiev. Poi percorre tutta l’Ucraina, in lungo e in largo. Fino ad entrare il 17 agosto, con l’operatore Simone Traini, nella città russa di Sudzha, ovvero nella regione di Kursk controllata dall’offensiva ucraina. Uno scoop mondiale che in America gli sarebbe valso il Premo Pulitzer.

Premio Mozia per i 70 Anni della RAI: Incoronata Boccia

“A lei per aver saputo conciliare il suo ruolo di donna e di madre con quello di Vice Direttore del TG1, un ruolo di grandissima responsabilità alla guida del TG più seguito e più amato dagli italiani. A lei per aver dedicato tutta la sua vita alla ricerca della verità e per averlo fatto con il rigore che è tipico delle donne, e con un senso a volte anche esasperato del pluralismo e della libertà di stampa. Giornalista moderna e di grande fascino.

Incoronata Boccia. Giornalista professionista, Vice Direttore del TG1, inizia la sua carriera nel giornalismo al Tg5, dove, ancor prima di completare gli studi universitari, ha svolto due sostituzioni sotto la guida di Enrico Mentana. Dopo una laurea brillantissima a Roma debutta in Rai come inviata de La Vita in Diretta, programma condotto all’epoca da Michele Cucuzza, rimanendoci per cinque anni. Poi la mandano in Sardegna, che è la sua terra natale, e dove diventa Caporedattore della TGR sarda macinando ascolti mai registrati prima. Lascia quindi il suo ruolo guida alla RAI di Sardegna e torna a Rai 1 come conduttrice di Weekly, spin-off di Unomattina Estate e dove si riconferma editorialista di punta e straordinaria padrona di casa della rete ammiraglia della RAI.

Premio Mozia per la Letteratura: Rosario Coluccia

“A lui per il valore fondamentale dei testi antichi, di storia linguistica medievale e rinascimentale, di italiano contemporaneo, di lessicografia. Autore di quasi 300 pubblicazioni diverse, lo studioso ha contribuito a darci della lingua italiana la visione e la versione più corretta e più aderente possibile ai progetti iniziali dei padri della lingua italiana”.

Rosario Coluccia. È professore emerito di Linguistica italiana e fa parte del Consiglio Direttivo dell’Accademia della Crusca. Dirige «Studi di Grammatica Italiana», fa parte (E ha fatto parte) della direzione o del comitato scientifico di varie riviste e collane. È autore di oltre 300 pubblicazioni di linguistica e filologia. Su tali temi svolge attività di divulgazione per quotidiani e periodici. Nel 2021 l’Accademia dei Lincei gli ha assegnato il Premio “Maria Teresa Messori Roncaglia ed Eugenio Mari” sul tema: «La lingua italiana nelle scuole».

Premio Mozia per il Romanzo d’Appendice: Maurizio De Giovanni

A lui come scrittore, sceneggiatore, drammaturgo, autore televisivo italiano, ma soprattutto come autore brillantissimo perlopiù di romanzi gialli tradotti in inglese, spagnolo, catalano, tedesco e francese. Ma a lui anche per tre fiction televisive nate dalla sua penna, nel 2017 I bastardi di Pizzofalcone, e nel 2021 Mina Settembre, e Il commissario Ricciardi”.

Maurizio De Giovanni. Molti dei suoi romanzi sono stati tradotti in inglese, spagnolo, catalano, tedesco e francese. Dalle sue opere sono tratte tre serie televisive: nel 2017 “I Bastardi di Pizzofalcone” e nel 2021 “Mina Settembre” e “Il Commissario Ricciardi”. Nel 2005 partecipa a un concorso riservato a giallisti emergenti indetto da Porsche Italia presso il Gran Caffè Gambrinus, ideando un racconto ambientato nella Napoli degli anni Trenta intitolato “I vivi e i morti”. Quest’ultimo diventa la base di un romanzo edito da Graus Editore nel 2006, “Le lacrime del pagliaccio”, riedito l’anno successivo con il titolo “Il senso del dolore”: ha così inizio la serie di inchieste del Commissario Ricciardi. Maurizio de Giovanni ha scritto anche per il teatro, adattando “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Kesey e “American Buffalo” di Mamet, e realizzando i testi originali di “Ingresso indipendente”, “Mettici la mano” e “Il silenzio grande”. Da quest’ultimo è stato tratto anche l’omonimo film diretto da Alessandro Gassmann. Attualmente fa parte del gruppo di autori che conducono il laboratorio di scrittura con i ragazzi reclusi nell’Istituto Penale Minorile di Nisida.

Premio Mozia per la Pace e la Riconciliazione: Ibrahim Faltas

“A lui sacerdote e intellettuale illuminato al servizio totale della pace nel mondo. A lui per aver saputo comprendere le ragioni dei vinti e dei vincitori. e per averne saputo trarre alla fine la sintesi perfetta per una riconciliazione del mondo che va letta in chiave esclusivamente cristiana. A lui per aver trasmesso i valori della fede e della speranza della Chiesa di Francesco in terre difficili e tra popoli che da anni sono in guerra tra di loro alla conquista di una terra promessa.

Ibrahim Faltas. Padre francescano di origine egiziana. Vicario della Custodia di Terra Santa durante il Capitolo 2022. Ma è stato anche Discreto della Custodia di Terra Santa dal 2016 al 2022.  Dal 1969 al 1982 ha studiato e si è diplomato nella Scuola Francescana di Kafred Dawar-Alessandria. Dal 1982 al 1985 ha frequentato l’Istituto Orientale Francescano di Giza (Egitto) e si è laureato in Filosofia. Dal 1988 al 1992 ha studiato a Gerusalemme presso lo Studium Teologicum Jerosolytanum conseguendo il Baccalaureato in Teologia. Il 28 agosto 1992 è stato quindi ordinato sacerdote nell’Ordine dei Frati Minori – Custodia di Terra santa e dal 1993 al 1995 è divenuto direttore della Scuola Headnurse a Gerico. Dal 1995 è Direttore del Collegio di Terra Santa in Betlemme nonché responsabile dello Statu Quo nella Basilica della Natività di Betlemme. Frate francescano, è noto per aver vissuto e partecipato alle dure vicende del conflitto tra Israeliani e Palestinesi durante l’assedio armato alla Basilica della Natività di Betlemme nel 2002. In questo contesto si è distinto per la sua qualità di mediatore giacché attraverso il dialogo è riuscito, in quella drammatica occasione, a trovare una soluzione tra le due parti in conflitto.

Premio Mozia al Mondo della ricerca scientifica più avanzata: Gianluigi Greco

“Maestro innovatore, interprete e traduttore materiale, dei grandi misteri legati all’Intelligenza Artificiale, team leader di un gruppo di ricerca che ha regalato al Paese la consapevolezza di essere oggi noi italiani tra i primi al mondo in un settore, quello degli algoritmi dove per anni noi siamo sempre stati secondi.

Gianluigi Greco. È Professore Ordinario di Informatica presso l’Università della Calabria, dove ricopre il ruolo di Direttore del Dipartimento di Matematica e Informatica. È inoltre Direttore dell’Unità di Ricerca del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica presso l’Università della Calabria. È stato membro del comitato di programma di oltre 80 conferenze e workshop internazionali ed è attualmente membro dell’editorial board della rivista Intelligenza Artificiale. Le sue attuali attività di ricerca sono rivolte allo studio di modelli di diffusione delle opinioni su reti sociali, all’analisi di modelli formali per agenti cooperativi basati su teoria dei giochi, all’individuazione di isole di trattabilità per problemi di soddisfacibilità di vincoli e allo sviluppo di tecniche di reasoning e machine/deep learning, in particolare nel campo della gestione dei processi.I risultati delle sue attività di ricerca sono stati pubblicati su oltre 150 tra riviste e conferenze internazionali di riconosciuto prestigio internazionale.

Premio Mozia per la Storia dell’Archeologia: Paolo Matthiae

“Grande archeologo e orientalista di cui il Paese deve andare fiero, le sue ricerche e la sua storia professionale coincidono con le straordinarie scoperte archeologiche di questi ultimi 50 anni in ogni parte del mondo. Un uomo, uno studioso, un ricercatore a cui la Sicilia deve moltissimo e la cui storia personale e pubblica rimarranno indelebili per sempre”.

Paolo Matthiae. Paolo Matthiae è il decano degli archeologi di Siria ed è considerato il più profondo conoscitore delle culture della regione, grazie al suo lavoro da campo a Ebla e ai contributi scientifici che ha prodotto. Professore Emerito della Sapienza Università di Roma, socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei, socio straniero dell’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres di Parigi, socio straniero dell’Akademie del Wissenschaften d’Austria, socio straniero della Royal Swedish Academy, socio onorario dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze e socio del Deutsches Archäologisches Institut. Ha fondato l’International Congress on the Archaeology of the Ancient Near East la cui prima seduta si è tenuta a Roma nel 1998 e del cui Comitato Scientifico è stato presidente ed è ora socio emerito; ha ricevuto la laurea honoris causa dalla Università Autonoma di Madrid.

Premio Mozia per la Storia della Chirurgia: Francesco Musumeci

“A lui ricercatore e cardiochirurgo di altissimo livello professionale, per aver indagato il cuore come nessun altro ha mai fatto prima, e per aver insegnato a intere generazioni di medici che la cura del cuore passa attraverso la consapevolezza di una educazione alimentare ed esistenziale assai scrupolosa ed attenta. A lui per aver sovvertito gli schemi più tradizionali della cardiochirurgia moderna e per aver saputo osare in nome della ricerca scientifica raggiungendo traguardi eccellenti e che ci vengono invidiati in tutto il mondo.

Francesco Musumeci. Specialista e Maestro insuperabile in Chirurgia Generale e Cardiochirurgia, il professore Musumeci si è formato presso importanti ospedali a Londra (Hospital for Sick Children, National Heart Hospital, Brompton Hospital e Harefield Hospital) e in Australia (Royal Children’s Hospital), dove ha avuto l’opportunità di lavorare a fianco di molti dei pionieri della Cardiochirurgia, tra i quali Donald Ross e il Prof Magdi Yacoub. Ha eseguito come primo operatore più di 10.000 interventi di chirurgia cardiaca maggiore ed ha expertise riconosciuta a livello internazionale nella chirurgia riparativa della valvola mitrale, chirurgia valvolare mini-invasiva, robotica e trans-catetere, nella chirurgia degli aneurismi dell’aorta toracica, nella chirurgia dello scompenso cardiaco, nei trapianti di cuore e nell’assistenza meccanica al circolo. Dal 2016 Presidente della SICCH (Società Italiana di Chirurgia Cardiaca). Un’icona della medicina moderna.

Premio Mozia per la “Cura dell’Anima”: Maria Rita Parsi

“A lei per aver saputo aiutare migliaia di pazienti a ritrovare la serenità perduta, A lei per aver indagato l’animo umano nelle sue pieghe più misteriose e aver trovato una parola di conforto per chi aveva perso il senso della vita. A lei per i suoi studi sulla psiche umana e sui grandi misteri della mente, consapevole lei per prima che le frontiere della medicina spesso insuperabili sono ancora area di conquista e di conoscenza.

Maria Rita Parsi. Psicopedagogista, psicologa, psicoterapeuta, consulente tecnico di ufficio (CTU), pubblicista, scrittrice. Ideatrice della Metodologia Psicologica della Psicoanimazione. Nel 2008 ha ricevuto il Premio internazionale “Cartagine” destinato a coloro che hanno contribuito, in Italia e all’estero, allo sviluppo della Cultura in diversi settori. Nel 2009 riceve il Premio Nazionale “Paolo Borsellino” per l’impegno, la coerenza e il coraggio nella propria azione sociale contro la violenza e l’ingiustizia ed in modo particolare per l’impegno profuso in difesa e la promozione dei valori della libertà, della democrazia, della legalità. Infine, il Conferimento della Medaglia della Camera dei Deputati a nome del Comitato Scientifico Internazionale del Centro Pio Manzù, presieduto da Mikhail Gorbaciov, in qualità di Presidente della Fondazione Movimento Bambino, per aver ispirato e autorevolmente promosso la diffusione e lo sviluppo della cultura dell’infanzia in Italia, e per aver contribuito a far rispettare le necessità e i diritti dei bambini, bisognosi di ascolto e di adeguata tutela giuridica e sociale.

Premio Mozia al Made in Italy e alla creatività: Gerardo Sacco

“Per la straordinaria bellezza dei suoi capolavori orafi, maestro orafo ma anche mirabile protagonista della storia del cinema grazie alla rassegna dei gioielli realizzati per film e attori di primissima fila. A Lei per aver inseguito e continuato a tramandare la tradizione dei grandi artigiani italiani nel mondo”.

Gerardo Sacco. Grande Maestro orafo italiano, personaggio di grandissimo carisma, che altrove sarebbe diventato più di Dior e di Dolce e Gabbana messi assieme, ma lui a differenza di tanti altri nomi della moda dell’arte e del designer non ha mai accettato l’idea di trasferirsi da Crotone a Milano o a Parigi.40 anni fa a New York, lui già famoso, presentava alla stampa americana i gioielli del cinema, aveva accanto Franco Zeffirelli e Liz Taylor, e gli americani avrebbero fatto carte false per averlo allora come direttore artistico delle proprie industrie orafe, lo avrebbero sommerso di dollari pur di averlo, ma lui su questo non ha mai tergiversato, ha invece sempre ringraziato e declinato l’invito: “Excuse me, but I’m going back to my house”, “Scusi, ma torno a casa mia”. Questo, forse, lo ha reso ancora più famoso negli anni e tra la gente comune, ma nei fatti questo lo ha reso soprattutto il vero unico e grande ambasciatore vivente dell’industria orafa Made in Italy nel mondo.

Premio Mozia per la Storia della Televisione: Paola Saluzzi

“Giornalista e narratrice della vita italiana come poche, per via di una carriera tutta interna alla RAI prima, ora a TELE2000, dove garbo, eleganza, stile e rigore professionale hanno trasformato tutti i suoi format in programmi di grandissimo successo e ascolto popolare. Una vera regina della TV moderna”

Paola Saluzzi. Giornalista professionista e nota conduttrice TV, nasce a Roma il 21 maggio 1964. È stata inviata in Kosovo e a Sarajevo per due puntate speciali in diretta di “Uno mattina”, per le forze italiane di pace. Nella stagione 2002/2003 conduce “I fatti vostri” di Michele Guardì per RaiDue. Il suo esordio televisivo avviene nel 1987 nella redazione del programma di Sergio Zavoli “Viaggio intorno all’uomo”, in onda su RaiUno. Passa poi alla redazione sportiva di Telemontecarlo, rete sulla quale conduce per tre anni i telegiornali sportivi.Nel 1992 è l’inviata speciale per le prestigiose Olimpiadi di Barcellona; sarà inoltre inviata per seguire l'”American’s Cup” di vela e le “Colombiadi” a bordo dell’Amerigo Vespucci. Affianca Luca Giurato nella conduzione di “Unomattina”. Durante la sua conduzione la trasmissione cresce passando da due a quattro ore di diretta e Paola Saluzzi sarà l’unica conduttrice nella storia del programma ad averlo firmato anche come autrice. La sua notorietà raggiunge i massimi livelli. La storia della televisione è anche Paola Saluzzi che oggi conduce programmi di grande ascolto e successo su Tele2000.

Premio Mozia per la Cultura e la Promozione vitivinicola nel mondo: Marco Stefanini

“A lui per aver studiato, analizzato e vivisezionato le Strade del Vino, A lui per aver inseguito una missione esclusiva, che era quella di arrivare a produrre vini di eccellenza al servizio della grande economia italiana nel mondo. A lui che nel mondo è diventato suo malgrado ambasciatore amatissimo dei vini italiani.

Marco Stefanini. Agronomo ed Enologo di grande tradizione. Responsabile dell’Unità di Genetica e Miglioramento Genetico della Vite. Ha svolto attività di ricerca nel settore del miglioramento genetico con la pratica del breeding con studio delle resistenze agli stress biotici ed abiotici, valutando le interazioni genotipo ambiente di diverse varietà e dei loro cloni. Ha contribuito in maniera determinante all’iscrizione di numerose varietà al Registro Nazionale delle Varietà di Vite da Vino. Partecipa anche come coordinatore di numerosi progetti nazionali ed Internazionali nel settore di sviluppo della viticoltura ed enologia di diversi ambienti. Docente incaricato da parte del Centro C3A dell’Università di Trento a svolgere il corso di Viticoltura ed Enologia Internazionale. Relatore di tesi e ricercatore di supporto di tesi di dottorato. È autore di oltre 320 articoli scientifici su riviste nazionali ed internazionali. È stato eletto presidente di PIWI International Italia.

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