Domenica 30 Giugno festa del ‘400 nel cuore della Terra Murata, immersa nel Borgo Antico del Casamale.

Tutti a cavallo e in costumi d’Epoca. I grandi protagonisti saranno Lucrezia D’Alagno, Re Alfonso D’Aragona, Re Ferrante D’Aragona. I luoghi saranno il Castello di Lucrezia D’Alagno con i 600 anni di storia, il Borgo della Terra Murata e la Collegiata con i loro 1000 anni di storia.

Nella Terra Murata, la Rievocazione Storica dell’incontro d’amore tra il Re Alfonso D’Aragona e Lucrezia D’Alagno, avvenuto nel 1448.

Inizio accessi alle ore 18 e 30. Dalle ore 19 e 30 apertura cancelli del Castello di Lucrezia D’Alagno. Ore 20 inizio Festa in Piazzetta Collegiata.

I personaggi

Re Alfonso D’Aragona, Lucrezia D’Alagno, Re Ferrante D’Aragona.

Lucrezia D’Alagno, Re Alfonso D’Aragona, ma anche Ferrante, l’epoca spagnola in un borgo di origine romana.

“Lucrezia D’Alagno è stata una nobile italiana, nota per essere stata l’amante del Re del Regno di Napoli, Alfonso V D’Aragona e per i saggi dedicatele da Benedetto Croce. Lucrezia fu signora di Caiazzo, Isola D’Ischia, Somma Vesuviana e Venosa.

Lucrezia nacque nel 1430 da Cola d’Alagno. Leggendario, e per certi versi romantico, l’incontro con il Re del Regno di Napoli, databile presumibilmente al 1448, quando Alfonso V D’Aragona, la vide casualmente in strada mentre Lucrezia, allora diciottenne – ha affermato Alessandro Masulli, Direttore dell’n Archivio Storico del Comune di Somma Vesuviana, nel napoletano –  attendeva a una consuetudine tradizionale per la festa di San Giovanni, e se ne innamorò. In quel periodo Lucrezia prese dimora nel quartiere Borgo dell’odierna città di Torre del Greco, in una zona che oggi si chiama “Orti della Contessa”, non lontano dal Castello Aragonese, oggi Palazzo di Città, ove il sovrano soggiornava spesso. È discusso se i rapporti fra i due furono mai carnali, ma in ogni caso la giovane Lucrezia riuscì a raggiungere una grande influenza sul sovrano. L’unico ostacolo al pieno coronamento delle ambizioni matrimoniali di Lucrezia, e ai non troppo segreti desideri di Alfonso, era la moglie di quest’ultimo, Maria di Trastàmara, la quale non era mai stata chiamata da Alfonso a raggiungerlo in Italia e viveva invece in Sppagna. Nel 1458 Lucrezia D’Alagno arrivò a Somma Vesuviana, dove Re Alfonso D’Aragona aveva fatto costruire, dal 1456, un bellissimo Castello per lei. Alla morte del sovrano, Lucrezia prese possesso del Castello.

L’altro protagonista è ovviamente Re Alfonso D’Aragona. Alfonso di Trastámara, detto il Magnanimo, nato a Medina del Campo, il 24 Febbraio del 1396 e morto a Napoli il 27 Giugno del 1458 è stato un principe spagnolo spagnolo della casa reale di  Trastàmara D’Aragona, che divenne re Alfonso V di Aragona, Alfonso III di Valencia, Alfonso II di  Sardegna, Alfonso I di  Maiorca e di Sicilia, re titolare di Corsica, di Gerusalemme e d’Ungheria, conte Alfonso IV di Barcellona e delle contee catalane (Rossiglione e Cerdagna) dal 1416 al 1458, duca titolare di Atene e Neopatria e re Alfonso I di Napoli dal 1442 al 1458. Era figlio primogenito del principe di Castiglia e Leòn, e futuro re della corona D’Aragona e di Sicilia, Ferdinando, e di Eleonora D’Alburquerque. Suo padre Ferdinando rappresentava, per discendenza materna, la stirpe della Casa D’Aragona.

C’è un terzo protagonista della storia che è il Re Ferrante D’Aragona, colui il quale cacciò Lucrezia dal Castello di Somma Vesuviana.

Ferdinando Trastámara d’Aragona, del ramo di Napoli, noto semplicemente come Ferrante e chiamato dai contemporanei anche don Ferrando o Ferrando vecchio, nato a Valencia il 2 Giugno del 1423 e morto a Napoli il 25 Gennaio del 1494, unico figlio maschio, illegittimo, di Alfonso I di Napoli, fu re di Napoli dal 1458 al 1494”.

I luoghi

Dal Castello di Lucrezia D’Alagno (amato da Totò) al Borgo della Terra Murata con i vicoli del grande Fausto Coppi, fino alla Collegiata con le grandi opere del ‘600!

“Il borgo Casamale, con i vicoli dove il grande Fausto Coppi pedalava in bicicletta negli anni ‘ 40, antico centro storico della Somma delle origini, deve il suo nome alla famiglia dei Causamala, nobili feudatari di queste terre fin dall’anno 1000. Il suo nucleo centrale sorge attorno al convento dei Padri Eremitani di Sant’Agostino ed alla chiesa di Santa Maria della Sanità, insignita nel 1595 della qualifica di Collegiata e rinominata S.Maria Maggiore. Ancora circondato dalle sue mura di epoca aragonese, da cui il toponimo tuttora in uso “Terre Murate” – ha affermato Alessandro Masulli, Direttore dell’Archivio Storico di Somma Vesuviana, nel napoletano –  il borgo conserva il suo impianto medievale fatto di viuzze strette e archi, abbellite da imponenti portali e basamenti di piperno, su cui si affacciano interessanti elementi architettonici risalenti ad epoche successive, tra i quali ricordiamo i palazzi Colletta-Orsini e Basadonna. Il Casamale è lo scenario di una delle feste tradizionali più antiche e suggestive della Campania, la “Festa delle Lucerne”, che si svolge ogni 4 anni, fatta di manifestazioni pittoresche delle antiche credenze contadine e di giochi prospettici, ottenuti con la sapiente installazione di migliaia di lucerne che tratteggiano, con tocchi di colore e intensa e calda luminosità, angoli e scorci di vicoli.

Il Castello di Lucrezia D’Alagno, amato dal grande Totò! Il castello è di origine Aragonese fu voluto da Lucrezia d’Alagno amante del Re Alfonso d’Aragona, nel 1458 quando alla morte del re, si stabilì a Somma per viverci. La sua posizione, costruito a ridosso del centro storico vicino ad una delle porte di accesso al borgo, domina tutta la zona sottostante. Il castello ha la struttura architettonica costituita da quattro torri cilindriche ai lati, due delle quali, nella parte dell’ingresso, oggi si trovano ad un piano più basso delle altre. Durante i secoli è stato ceduto a vari proprietari che hanno effettuata alcune modifiche e ristrutturazioni, ma non ne hanno mai modificato l’originaria natura. Attualmente è quasi del tutto in rovina.

Dopo varie vicissitudini, quando Lucrezia andò via da Somma, il castello passò nelle mani di altri nobili dell’epoca che già allora eseguirono lavori di restauro e fortificazione segno questo della loro presenza assidua e dell’importanza che gli veniva attribuita.

Per qualche tempo è appartenuto a Giovanna III d’Aragona e a sua figlia Giovanna IV. Nel 1691 fu dato in affitto a Luca Antonio, Barone de Curtis di Napoli. Anche il nome di Antonio De Curtis, in arte Totò, ha dato lustro all’antica residenza, ma il Castello amato dal grande Totò non diventò mai di proprietà del Principe della risata.

La millenaria Collegiata, nel cuore del Borgo Antico. Le origini della chiesa collegiata di Santa Maria Maggiore risalgono al XII secolo. La futura Collegiata fu costruita, su una chiesetta già esistente, in onore di San Giacomo e di Santa Maria della Sanità. Intorno ad essa si sviluppò il borgo medievale del Casamale che si chiuse intorno alle sua mura aragonesi. Sul finire del ‘500 la comunità di Somma Vesuviana ebbe da Papa Clemente la concessione di erigere una chiesa di secolare capitolo collegiale e così divenne Collegiata. La facciata, l’abside finestrata e la capriata lignea testimoniano il suo impianto romanico. Il portale di piperno con motivi barocchi è del ‘700. Il soffitto con decori barocchi in oro zecchino è di fine ‘600. Di grande pregio il pulpito intarsiato, il settecentesco organo a canne e il coro ligneo i cui sedili sono delle vere e proprie opere darte scultorea. Le tele del soffitto sono opera del restauro del pittore Angelo Mozzillo artefice delle decorazioni della cappella di San Gennaro”.

Gli eventi e l’evento del 30 Giugno

“Morto Alfonso I di Napoli, Donna Lucrezia venne a risiedere a Somma definitivamente nel castello. A maggio del 1459, la castellana fece recapitare, da Somma, diecimila ducati a re Ferrante I a Napoli, figlio naturale di Alfonso. L’anno seguente, il 14 ottobre, re Ferrante giunse a Somma per visitare e confortare Madonna Lucrezia e, soprattutto, per convincerla a seguirlo a Napoli. Il Re, purtroppo, non riuscì a convincerla e, l’8 gennaio del 1461, occupò Somma per costringerla a seguirlo. Il 3 febbraio del 1461, Ferrante strinse, addirittura, d’assedio il castello montano – ha dichiarato Alessandro Masulli, Direttore dell’Archivio Storico del Comune di Somma Vesuviana, nel napoletano – dove la bella Lucrezia si era rifugiata con i suoi tesori.  L’ amante del compianto re Alfonso seppe da più parti che il nuovo monarca Ferrante veniva a toglierle ogni cosa e, spaventata, finì col non fidarsi più neppure delle mura del suo castello. Per ben venticinque giorni, lasciando un presidio di fanti nella città murata, il giovane re fu costretto a saccheggiare il castello, costrigendo la nobildonna a rifugiarsi definitivamente a Nola, grazie alla protezione del condottiero e capitano di ventura Jacopo Piccinino di passaggio a Somma.E’ a partire dal 1458 che la storia del castello si intreccia con quella della terra di Somma. Leggendario e per certi versi romantico fu il primo incontro di Lucrezia (1439 – 1479) con il  re Alfonso d’Aragona, 1448 circa, quando la vide appena diciottenne casualmente in strada. Lo storico Giulio Cesare Capaccio (1552 – 1634) negli “Elogia Illustrium mulierum et illustrium litteris” del 1608 narra che le fanciulle napoletane durante la vigilia di San Giovanni solevano mettersi sull’uscio di casa e chiedere la strenna ai passanti. A Lucrezia, per l’occasione  toccò di chiederla addirittura al re e, ricevendo una borsa piena di monete alfonsini, presane una sola, restituì le restanti, dicendo maliziosamente che un solo Alfonso le bastava! A questo episodio sarebbe legato il loro primo incontro. Essendo costei di aspetto bellissimo, il re si appassionerà a tal punto che la donna eserciterà, successivamente, su di lui un forte dominio da far dire a Niccolò della Tuccia (1400 – 1474 ca.), cronista contemporaneo: in parlare con essa il re “ne prendeva tanta vaghezza”. La Pro loco Vesuvia ha voluto riprendere questo momento storico e tramutato in una azione scenica: un vero momento teatrale che vedrà artisti e musicisti confrontarsi su questo momento di Amore tra i due personaggi. Alfonso morirà, ma Lucrezia rimarrà a Somma nel suo castello, fino a quando il figlio di Alfonso, Ferrante I, se lo riprese”. 

 “Anche per l’evento di domani, l’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Salvatore Di Sarno, ha profuso un grande sforzo”, commenta Rosalinda Perna, Assessore agli Eventi del Comune di Somma Vesuviana.  “Il calendario degli eventi è lungo. Il 29 Giugno si apriranno i laboratori in preparazione al Palio 2024. A Somma avremo un’intera e splendida serata con Miss Italia, ma avremo anche la Posteggia Napoletana in Piazza Vittorio Emanuele III. Per la prima volta Somma Vesuviana sarà sede dei Giochi Vesuviani con la partecipazione di tanti giovani provenienti da più Paesi che si confronteranno in molteplici gare”.

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