In uscita a gennaio un testo che tutti i genitori dovrebbero leggere: descrivendo la loro realtà quotidiana, ci obbliga a riflettere sulla strada che sembra inesorabilmente aprirsi davanti a noi quando ci approcciamo al mondo della scuola e a chi lo frequenta. Un libro utile per passare da una genitorialità “reattiva” ad una genitorialità “consapevole”. Una guida per crescere i figli sereni, positivi e determinati, senza drammatizzare. Una serie di case history dalla quale emergono suggerimenti di sopravvivenza. Le chat whatsapp tra genitori, per esempio: ” Era tutto molto semplice: gli studenti tornavano a casa con un avviso scritto, e il genitore, prima di apporre la sua firma, doveva necessariamente leggere quanto trasmesso. L’adulto al massimo poteva replicare aggiungendo qualcosa sul diario nello spazio restante. Un modo molto diretto per la comunicazione scuola-famiglia. Oggi il diario è una realtà in via d’estinzione tra i ragazzi più grandi (regge ancora nella scuola primaria). Le comunicazioni scuola-famiglia avvengono attraverso i siti degli istituti dove vengono pubblicate le circolari oppure tramite il registro elettronico per poi essere condivise, discusse e triturate su WhatsApp… chat che racchiudono sottogruppi di genitori, capaci di formare delle fazioni spesso con l’intenzione di escludere qualcuno. In questo circolo di messaggini è facile perdersi, non avere più la percezione della realtà e non seguire più i discorsi iniziati”.
La geolocalizzazione dei figli
Oppure ” ho geolocalizzato mio figlio”, «Prendi questo, figlio, mio, così mamma ti segue e sarà sempre con te, tu non ti sentirai mai solo e abbandonato e io ti sarò sempre vicina»… L’unica cosa da fare è mettersi dalla parte dei bambini e riflettere sul fatto che simili iniziative sono da evitare; i figli devono sentirsi liberi di andare da soli, devono sentire la fiducia dei propri genitori e devono percepire che questa fiducia è riservata anche ai docenti e agli adulti a cui viene affidato… Più che dotarsi di un geolocalizzatore offriamo ai nostri figli esperienze di vita vere, il collegamento con loro non ce lo deve dare un GPS. Cerchiamo sempre di conoscere dove stanno, cosa pensano e come si sentono le persone che amiamo: a volte basta uno sguardo, un dettaglio, altre volte ancora un invisibile filo magico chiamato sentimento”.
Contro le penne cancellabili
E che dire delle battaglie di alcune mamme contro le maestre che vietano le penne cancellabili? Cosa fare? “Innanzitutto gettare nel secchio della spazzatura le penne cancellabili e ringraziare, con una poderosa stretta di mano, la saggia maestra per la scelta effettuata. Nella vita gli errori non possono essere cancellati, restano sulle pagine del quaderno così come nelle nostre esistenze. Stanno lì e non possiamo tornare indietro, caso mai possiamo imparare da essi e trasformarli in capolavori, proprio come facevo con i fiorellini che la maestra mi faceva disegnare ogni volta che sbagliavo una doppia o una consonante. Il quaderno non è un trofeo da esibire, è il campo di allenamento di ogni studente; volendo può rappresentare la metafora dei nostri giorni. Sul quaderno possiamo sbagliare, nella vita possiamo cadere; non dobbiamo strapparne le pagine così come non possiamo stralciare i nostri giorni peggiori. Cancellando l’errore corriamo il rischio di cancellare anche qualcosa di prezioso. Dagli errori si impara sempre, è bene ricordarlo. Invenzioni geniali che hanno cambiato la nostra vita non sono altro che il risultato di innumerevoli errori avvenuti in precedenza; non è così inutile sbagliare!
Accettare l’errore, riconoscerlo e non nasconderlo può diventare una metodologia per apprendere non solo le discipline scolastiche; ponendo più attenzione agli ostacoli che la vita ci presenta, scrollandoci di dosso la paura di sbagliare e la vergogna dell’errore, vivremo sicuramente meglio, magari con qualche fiore in più che avremo fatto nascere da uno strafalcione”
Genitori rilassati, una specie in estinzione
Cosa fare dunque? Suggerisce l’autore: “Dovremmo lanciare una campagna pubblicitaria con lo slogan “genitori rilassati cercasi”, una rara specie in estinzione. Non sappiamo più aspettare, virtù indispensabile per il contadino che va in cerca del terreno fertile, semina, e infine attende con fede e speranza i frutti del suo lavoro. Un educatore è sempre alla ricerca del terreno buono, di quel varco che ogni bambino e ragazzo può offrire per fare spazio al seme. Non esistono terreni completamente aridi: quante volte osserviamo, con stupore, la vita spuntare lì dove sembra impossibile, come quelle piantine che nascono e crescono tra le pietre dei muri. Se accade per le piantine, perché lo stupore, il desiderio e la meraviglia non possono germogliare nel cuore di un giovane? Abbandonare la speranza del raccolto è un lusso che nessun educatore può permettersi. Il mestiere dei genitori, si sa, è il più difficile in assoluto; si nasce figli mentre genitori si diventa, nessuno ha mai studiato per esserlo. Non esistono corsi o scuole in merito, ci si affida all’educazione ricevuta, all’istinto genitoriale, in alcuni sviluppato e in altri meno, ai modelli avuti in casa, alle influenze di persone esterne che spesso hanno un ruolo importante (nonni, zii, insegnanti). Possono venire in soccorso i libri di pedagogisti ed educatori, ma sembra non essere mai abbastanza: una scelta educativa è sempre difficile. Tuttavia non dobbiamo cadere nell’inciampo classico di molti adulti, i quali credono che “ai loro tempi“ tutto fosse più sano, funzionale, con regole ben strutturate e che i ragazzi di oggi non conoscono la vita vera; sono solo più distratti, dobbiamo infondere nei giovani fiducia nelle loro potenzialità, stimolarli a godere della meraviglia che li circonda, come l’incanto delle stelle, il gusto della cioccolata, il profumo dei fiori, far battere loro il cuore per dei valori in cui credere.
Se quanto avete letto finora vi ha incuriosito, vi basterà sfogliare l’indice per trovare ciò che vi angustia e sorriderne, sdrammatizzare. Alcuni esempi di capitoli: “Ne abbiamo parlato sul gruppo WhatsApp”, Ho geolocalizzato mio figlio”, “Quando lo lascio dai nonni”, “Cosa? Le chiavi di casa?”, “I primi amori al tempo dei social”, “Quando pensi di avere Maradona in salotto”, “Non riesco a staccarlo dal cellulare”, “Non ha preso lo stesso voto del compagno”, “Ha tutto ciò che vuole e non fa niente”, “Ho la sensazione che sia dislessico…lo faccio controllare?”, “”Sempre chiuso in casa: gli hikikomori”, “Genitori separati”, “Dovrei cambiargli classe?”, “A casa non è come a scuola”, eccetera eccetera. Leggetelo!
Anna Maria De Luca