Sublime. Supremo. Gabriele Lavia dà il meglio di sè al Teatro Argentina in una delle commedie di Carlo Goldoni più tradotte e rappresentate all’esteroUn curioso accidente. Ed è successo di pubblico.

“In sessant’anni di teatro non ho mai visto un camerino con tutte le luci funzionanti”, dice Gabriele Lavia a inizio spettacolo. Ecco perché ho deciso di mettere un camerino a vista sul lato del proscenio, con le lampadine non tutte funzionanti”. E si accascia su una poltrona accanto allo specchio mentre lo spettacolo inizia. E’ la prima di una tournée che toccherà tra l’altro il Piccolo di Milano, la Pergola di Firenze, il Carignano di Torino, il Rossetti di Trieste. Lavia, dall’alto della sua esperienza, si rivela sublime. Impossibile non innamorarsi di lui, della sua vitalità, dei suoi toni di voce, delle sue espressioni, della sua agilità. Il suo don Filiberto è straordinario, perfetto in ogni sua intonazione, in ogni pausa, in ogni respiro.

Sul palco, seduti, di fronte al pubblico, i ragazzi che studiano teatro, vincitori di un contest lanciato su Instagram: il pubblico che entra addirittura sul palcoscenico e interagisce con gli attori che ogni tanto finiranno per andare a sedersi tra loro, per interrogarli, rivolgono a loro battute. E’ il teatro nel teatro: Lavia e la sua compagnia recitano come se non fossero su una scena, il sipario è stato spostato in fondo al palcoscenico e arriva sino in platea con gli attori che salgono e scendono dal palco recitando anche tra gli spettatori seduti. La scena è sostanzialmente vuota: a parte il camerino sull’angolo destro che rappresenta la casa di monsieur Filiberto e un pianoforte a sinistra, ci sono solo casse per gli attrezzi.

Il testo è stato scritto nel 1700 da Goldoni, è un autentico delicato capolavoro, grazie anche alla comicità che scaturisce dalla trama ad intreccio, dove l’equivoco e la casualità diventano motivo di divertimento. “…non è che un fatto vero, verissimo, accaduto, non ha molto tempo, in una città di Olanda. Mi fu raccontato da persone degne di fede in Venezia al Caffè della Sultana, nella Piazza di S. Marco, e le persone medesime mi hanno eccitato a formarne una Comica rappresentazione. Il puro fatto, nella maniera colla quale mi venne esposto, era di talmaniera circonstanziato, che quantunque vero, parea inverisimile, e tutta la mia maggiore fatica fu di renderlo più credibile, e meno romanzesco. Tanto è vero, che si danno delle stravaganze in natura che non sono trattabili sulla Scena, perché contrarie troppo ai caratteri conosciuti, o eccedenti nell’ordine della condotta ordinaria degli uomini.!” (Carlo Goldoni, Prefazione, Prima Edizione “Un curioso accidente”).  

Sul palco, con Gabriele Lavia, a rompere la quarta parete tra gli attori e il pubblico, Federica Di Martino (Giannina), Simone Toni (Monsieur del la Cotterie), Giorgia Salari (Marianna), Beatrice Ceccherini (Costanza), Lorenzo Terenzi (Guascogna) e Andrea Nicoli (nel doppio ruolo di Monsieur Riccardo e primo pianista), Leonardo Nicolini, nel ruolo del secondo pianista: tutti straordinariamente bravi. E infine, ciliegina sulla torta, omaggio alla Commedia dell’Arte e segno della raffinatezza e della estrema professionalità dello spettacolo di Gabriele Lavia, la performance di Lorenzo Volpe brillante nel cameo di Arlecchino. E’la firma di Gabriele Lavia che, oltre ad essere regista ed interprete, ha anche scritto i testi delle canzoni di questo spettacolo. E’ un onore poter assistere al lavoro di una tra le figure più rappresentative del teatro italiano dell’ultimo mezzo secolo, al suo disegnare in modo magistrale davanti ai nostri occhi la rottura dalla convenzione scenica della quarta parete, tanto amata dal teatro borghese e rivoluzionata da Goldoni: il teatro nel teatro, uno dei cambi di paradigma più forti del XX secolo, capace appunto di coinvolgere lo spettatore nei giochi multilinguistici e polisemantici degli attori.

Scene di Alessandro Camera, costumi Andrea Viotti, musiche di Andrea Nicolini, luci Giuseppe Filipponio
suono Riccardo Benassi, regista assistente Enrico Torzillo.

Anna Maria De Luca


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