Un ragazzo, fra i 12 e 13 anni, una famiglia che si disgrega sotto i suoi occhi, un amico che guarda dalla finestra, un intruso che spezza definitivamente quei legami. Sono questi gli elementi del nuovo romanzo di Giuseppe Aloe.
L’uomo che racconta gli avvenimenti è lo stesso ragazzo che li ha vissuti. Ha una voce pacata, a volte malinconica e arrabbiata, e comunque segnata da qualcosa che non riesce a passare. Perché se le cose di prima sono finite, come dice Giovanni nell’Apocalisse, esse continuano a cantilenare nel silenzio della notte, si presentano e scompaiono, parlano, si fanno avanti, e sono spavaldi, i fatti di ieri, spavaldi e portentosi.
Una scrittura rabdomantica e spietata che cerca di esplorare quel tempo enigmatico e inesprimibile della giovinezza. In cui l’esuberanza della vita non è altro che la controfaccia della morte. Ci sono i carnefici e le vittime, i partecipi e gli osservatori. Ci sono balconi, finestre, camere diventate vuote, c’è Janelle la mantide religiosa, la sentinella del buio, e c’è Annette, la donna che forse riuscirà a tirar via quell’uomo dalla sua vertigine.
Un libro drammatico, come di solito è l’adolescenza di chiunque, ma anche risolutore. Come qualcuno che arrivando per caso in un luogo riesce a riparare un torto che non lo riguarda, ma che lo opprime ugualmente.
Giuseppe Aloe (Cosenza 1962) ha lavorato con il professore Franco Cordero, presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza. Sempre a Roma fonda il circolo culturale de I Barbitonsori, da questa esperienza esce il volume Libromastro. Pubblica insieme a Cristiano Spila il libro di racconti Geographyca – due storie siciliane.
Si trasferisce a Milano per lavoro. Nel 2005 pubblica per la Giulio Perrone Editore, il volume di racconti Non pensare all’uomo nero…dormi. Sempre con la Giulio Perrone Editore ha pubblicato nel 2009 Non è successo niente, nel 2010 Lo splendore dei discorsi, nel 2011 La logica del desiderio, con il quale è stato finalista al Premio Strega 2012, Gli anni di nessuno (2012) e Ieri ha chiamato Claire Moren (2019). Con Rubbettino ha pubblicato anche Lettere alla moglie di Hagenbach (2021, Premio Rhegium Julii e Premio Città di Siderno).