Grazie a un’importante opera di riqualificazione conservativa degli ex magazzini e della zona rimessaggio della Tonnara di Favignana, cuore pulsante della vita isolana dalla fine dell’800 alla metà del ‘900, la Camparìa dà il via a una stagione estiva all’insegna della cultura emozionale e del “bien vivre” più autentico, aprendo le porte della ciclopica struttura sul mare. Dal 1 giugno 2022 si potrà vivere tutta la storia del luogo immergendosi nel suo spazio museale, raro esempio di archeologia industriale a tre navate e nella sua preziosa bottega che ospita la prima libreria dell’isola con volumi dedicati al suo passato. Centrale nella vita di Camparìa è il mozzafiato lounge bar sul mare, un locale aperto da mattina a sera, rinato sulle ceneri dell’ex rimessaggio, creato per trascorrere indimenticabili serate avvolti nelle luci cangianti del crepuscolo, il mare tinto di arancio, un’attenta e vivace selezione di piatti di pesce e la migliore mixology, in un placido salotto “en plein air” puntellato di vele e complementi d’arredo autentici che ricordano i tempi andati del laborioso mondo della Tonnara.
A guidare Camparìa e la sua rinascita è l’imprenditore palermitano Fabio Tagliavia che mira a dare nuova vita al luogo simbolo dei fasti commerciali dell’isola e della famiglia Florio e che completerà l’intervento di recupero di questo luogo nell’estate 2023 con l’apertura degli spazi delle trizzane, anch’essi pensati per ospitare mostre ed eventi che diano voce, in particolare, alle creatività locali. Entro la primavera del 2024, grazie a un finanziamento statale di oltre 4,8 milioni di euro erogato attraverso Invitalia e che ha riguardato anche Camparìa, Tagliavia completerà la riqualificazione di Nido Pellegrino, ex complesso militare che ospiterà un resort di livello con parco bioemozionale e che porterà all’assunzione di circa 100 lavoratori stagionali.
L’anima cruda e coinvolgente della celebre Tonnara di Favignana, intrisa di salsedine e brunita dal sole, rinasce in Camparìa grazie a una sapiente opera di riqualificazione degli ambienti che si concluderà in due fasi: la prima è a giugno 2022, la seconda nello stesso mese del 2023. Anche se non più animata dalle voci gravi e dalle mani laboriose dei “tonnaroti” intenti a rammendare le reti e a costruire le “muciare”(barche) per la mattanza, questo gigante ferito, da anni abbandonato e dimenticato, torna a vivere, valorizzando la sua solenne dignità di spazio vitale dell’isola. La tonnara, infatti, non è solo un luogo di lavoro, ma rappresentava l’unico modo, per le famiglie di Favignana, di sopravvivere, di restare in vita, di “campare”: le donne a terra, gli uomini in mare, d’estate con la mattanza e la lavorazione dei tonni e d’inverno rammendando le reti e curando le barche. Proprio quest’anima autentica dal nome emblematico Camparìa (dal siciliano campàri) oggi, grazie a Fabio Tagliavia, imprenditore di Palermo con un’esperienza trentennale nel settore dello shipping e membro dei più rilevanti comitati di esperti internazionali in ambito navale, torna protagonista nella parte della Tonnara che include i magazzini e la zona rimessaggio, spazi recuperati grazie a un’opera di riqualificazione conservativa, e pronti ad aprirsi ai visitatori con la bella stagione.
Tagliavia, che sull’isola di Favignana e a Trapani ha già ristrutturato e recuperato diversi edifici dismessi in ambito urbano e agricolo adibendoli ad attività ricettiva e di ristorazione, racconta: “Punto a costruire un percorso emozionale autentico a 360° gradi, ricreando una piccola “città nella città” dal grande valore storico-culturale. Finita l’esperienza di mare, la gente ha voglia di cambiare scenario e farsi rapire dalla magia che l’isola offre al suo interno. Entrando qui a Camparìa si trova la risposta: gli spazi parlano da soli e attraversandoli si respira nel modo più autentico la storia di questo luogo che oggi rinasce nell’incontro tra persone attraverso la cultura, che sia legata all’archeologia industriale o all’arte o, ancora, alla storia del luogo e dei Florio e, infine, all’enogastronomia, con il tonno e il Marsala”.
L’imprenditore con la sua attività, prova anche a colmare il gap dell’hospitality: “Favignana si raggiunge in soli 20 minuti e questo porta un tipo di turismo “local”, che si concretizza con l’arrivo di pendolari per una gita “mordi e fuggi”. Ma l’isola, del resto, al momento non ha una ricettività adeguata ad accogliere una clientela diversa, propensa a soggiorni lunghi e confortevoli in alloggi che non siano solo quelli degli affitta case e affitta camere. Per questo, con Camparìa e altri progetti – conclude Tagliavia – continuerò a lavorare per creare un’alternativa ricettiva che offra esperienze uniche e autentiche”. Grazie a un finanziamento di oltre 4,8 milioni di euro erogato dal ministero dello Sviluppo economico attraverso Invitalia, che ha riguardato anche Camparìa, questo si concretizzerà entro la primavera 2024 e porterà all’assunzione di circa 100 lavoratori stagionali, impiegati grazie alla riqualificazione di Nido Pellegrino, ex complesso militare composto da due grandi edifici, oggi adibiti a case vacanza, e di altre strutture belliche in stato di abbandono situate lungo la costa a sud dell’isola. La struttura diventerà un resort di livello con ben 20 camere, spa e servizi wellness oltre a uno spazio adibito a “parco bioemozionale” finalizzato alla valorizzazione della fauna e della flora locale. Grazie al supporto di Invitalia e ai fondi messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico, il progetto Camparìa completerà, così, il ben più ampio programma di affermazione dell’isola come polo naturalistico, culturale e balneare rivolto a un turismo di alto profilo su scala internazionale.
LA STORIA, L’ARCHITETTURA, L’ARTE
In particolare, dal prossimo giugno sarà possibile immergersi, come in un percorso emozionale, nella struttura degli ex magazzini di lavoro: la ciclopica architettura a tre navate che ricorda una chiesa gotica vale la visita già da sola. Il suo straordinario appeal viene amplificato la sera dalla suggestiva illuminazione interna: l’importante altezza degli spazi significava all’epoca della Tonnara attiva, garantire ai lavoratori aria condizionata al naturale, e rendere così sopportabile la fatica fisica anche nei mesi più torridi. Estensione in verticale ma anche in orizzontale, per l’esigenza di stendere le reti della mattanza lunghe chilometri, che poi, attraverso una vera e propria opera di ingegneria, venivano posizionate in mare.
Attraversare lo spazio in un susseguirsi di archi è l’occasione poi di ammirare quel che conserva del suo millenario passato la pietra arenaria delle pareti e delle colonne, con diversi fossili in rilievo, come le conchiglie intrappolate nel materiale di costruzione offerto generosamente dall’isola (l’attività estrattiva insieme alla produzione di tonno costruiva il principale elemento di sostentamento di Favignana). Non mancano, poi, le suggestioni visive di un luogo con 130 anni di storia alle spalle, intriso di vita dei circa 200 uomini che erano impiegati nella struttura quando era a pieno regime (molti dei quali entrati con dei lavoretti da bambini e usciti da anziani). Sulle pareti, ecco palesarsi infatti le cifre lasciate intatte legate all’attività della Tonnara, come “1983”, in ricordo dell’annata in cui la pesca del tonno è iniziata a diminuire. Sotto l’edificio, inoltre, c’è la grande cisterna con canalizzazione che, in passato, raccoglieva le acque piovane per il sostentamento idrico. Oggi, di questa importante riserva sotterranea, è possibile ammirarne dei punti grazie a una parte pavimentata in vetro e illuminata.
È in questa maestosa struttura che, a partire da giugno 2022, approderà la leggendaria Lancia di Franca Florio, salvata da un intervento di recupero conservativo. La barca, lunga sette metri e 20 e costruita da un mastro d’ascia inglese a fine ‘800, era usata dalla First Lady siciliana per assistere da vicino alla mattanza (era una delle Lancia degli Yacht dei Florio). Tutt’intorno all’iconico oggetto, si alternerà una serie di eventi culturali, tra presentazioni di libri, concerti per arpa e, soprattutto, esposizioni radicate nel territorio, come quella dedicata alla affascinante storia del Marsala.
Sarà l’occasione per ammirare da vicino dei veri gioielli dell’enologia archeologica, come le botti di metà ‘800 della prestigiosa e storica cantina siciliana. È altresì desiderio della proprietà trasformare lo spazio nei mesi invernali in un’accademia di formazione per i ragazzi di Favignana. Oltre all’obiettivo di diventare l’attrattore dell’epica storia dei Florio legata alle due attività commerciali della famiglia (i Florio diventarono nel 1830 imprenditori del Marsala e poi, 60 anni dopo, del tonno), la Camparìa in questo ambiente darà anche l’opportunità ai piccoli vignaioli legati al territorio siciliano, soprattutto specializzati nella produzione di vino naturale, di farsi conoscere e apprezzare.
Gli ex magazzini riservano invece la parte di quello che in una chiesa sarebbe l’abside, alla libreria della bottega di casa, dove preziosi volumi si mescolano a brand di designer di ispirazione mediterranea e siciliani emergenti, e a una linea di cosmesi realizzata con prodotti naturali come l’olio di oliva di Favignana (Terre del Favonio, sempre di famiglia). Il prezioso microcosmo editoriale che propone il meglio dei libri dedicati alle vicende dell’isola e dei Florio prosegue, infatti, nel bookshop attiguo nato in collaborazione con Flaccovio e Mondadori che viene ospitato nello store della Camparìa (si entra dalla affollatissima via Diaz, che conduce fino agli stabilimenti della tonnara). La libreria è la prima di Favignana ed è in fase di espansione per il successo inaspettato registrato la scorsa stagione.
A Camparìa restano da riqualificare gli spazi delle trizzane, che saranno completati per la stagione estiva 2023. Ben 1100 metri quadrati per gli edifici dove si costruivano le “muciare”, le barche adibite alla sistemazione delle reti in mare (solo l’imbarcazione del raìs era preposta a entrare nella camera della morte per osservare i tonni durante la mattanza dal suo pavimento trasparente). Sempre qui, le muciare venivano tirate a secco per la loro manutenzione e per tenerle a riparo d’inverno (si conservano ancora le scale di alaggio, ovvero gli scivoli per riportare le barche verso il mare). Anche questi ambienti sono un vero e proprio capolavoro architettonico, che prende forma nella struttura imponente con degli archi a sesto acuto alti ben 13 metri e che torneranno a vivere come spazi museali per mostre ed eventi culturali sotto il cielo di Favignana (gli edifici in questo caso sono aperti sopra), e impreziositi la sera da un’illuminazione di grande fascino.
A realizzare e curare la strategia digital e il progetto di comunicazione dell’intera struttura è Cose Agency, Agenzia di Comunicazione e Marketing di Roma che, in accordo con la proprietà, ha acceso i riflettori sulla storia secolare della struttura, dalle origini ai giorni nostri, e sull’importante lavoro di riqualificazione che ha restituito ai turisti e ai cittadini dell’isola questi spazi a lungo dimenticati.
IL LOUNGE BAR – L’ACCOGLIENZA A CAMPARÌA
La zona Lounge di Camparìa è la prima tappa di un viaggio che passa attraverso il cortile, puntellato dalle ancore col ceppo di legno usate in passato per fissare le reti della mattanza e oggi recuperate, e poi, lungo le imponenti navate degli ex magazzini che sconfinano con la spettacolare e inaspettata terrazza sul mare dove si trova il locale dalla vista mozzafiato.
Raggiungibile da terra o attraccando la propria barca in banchina, lo spazio è un mix di glamour autentico di tavoli, divani, poltrone e puff, come in un salotto sul mare a cielo aperto, tra nuance tenui della terra e della natura, e texture in fibre di corda e lino.
Si estende negli spazi dell’ex rimessaggio delle barche, oggi una piattaforma a sfioro sull’acqua di grande charme (che si usava un tempo anche per stendere cavi e reti per la mattanza). L’area bonificata e recuperata mantenendone intatta l’architettura originale, rinasce quindi da un cimitero di barche di cui si conserva qualche elemento ripensato come arredo. Tra tutti, il Buonaugurio, la prima barca motorizzata che trainava le muciare in mare. Di esso si vede la prua, che affaccia sulla terrazza come una piccola quinta scenica.
La caffetteria all’ingresso, con bancone cocktail bar che mostra a parete delle colorate bottiglie vintage di seltz, è un ambiente dal design moderno, complici la scala elicoidale e le lampade di carta riciclata, a richiamare le nasse con cui si pescava una volta.
Da giugno prossimo, il Lounge bar animerà questo luogo ripartendo dal successo dello scorso anno, complice il colpo d’occhio che regala, tra la tonnara e il castello illuminati, e il tramonto con cielo infuocato dal sole che cade in mare dietro la montagna antistante.
Aperta dalle ore 7 per le colazioni, con una proposta diversa dal classico bar, con opzioni anche salate e più healthy, come lo yogurt, miele e noci, la Lounge della Camparìa va avanti fino alla sera: il pranzo è leggero, tra cous cous di pesce e vegetariano, piatto tunisino ben radicato nel Trapanese, o insalate fresche di mare, e ci si ristora con gusto grazie alle vele che offrono riparo a chi siede ai tavoli. La sera si comincia con gli aperitivi con musica di grande raffinatezza e gusto dalle ore 19, anche con formula rinforzata, e si va avanti per la cena e per il dopocena. La cucina è soggetta alla materia prima che si trova al momento – l’imperativo di ogni scelta di Camparìa è la selezione di prodotti di qualità eccellente – ma non mancano mai il cous cous, i crudi di pesce, le tartare e le ostriche.
La mixology, che vanta anche un lungo bancone bar esterno, è protagonista al tavolo insieme alla carta dei vini, mentre si assiste a delle performance live di danza e musica, nell’atmosfera magica della luce calda e romantica delle candele.
A rendere lo spazio ancora più prezioso è il design curato dallo studio Ruffino Associati di Palermo, che ha accolto il progetto con grandissima passione. Gli arredi vantano la direzione artistica tutta al femminile di dello studio A&D di Palermo di Adriana Di Mariano e Donata Battiati che si sono avvalse della collaborazione dell’artista madonita Enzo Rinaldi. Sono le creazioni nate dal recupero di pezzi abbandonati della Camparìa a rendere speciale questo luogo: di valore i vecchi assi di legno riproposti in incredibili tavoli composti da pezzi unici di 12 metri spessi otto centimetri, e con i piedi realizzati con antiche catene delle ancore.
Scenica è, infine, la muciara esposta nella Lounge che, assieme a all’olivastro secolare cresciuto spontaneamente, veste di bellezza autentica questo luogo unico bagnato dal mare.
Se si chiudono gli occhi e si ascoltano il suono del vento, lo sciabordio delle onde che si infrangono sulla roccia chiara, si può intuire perché questo luogo fu scelto dalla lungimiranza di Vincenzo Florio, verso la fine dell’Ottocento, come punta di diamante del suo impero commerciale.
La sua struttura antica e suggestiva, che si sviluppa nella successione di manufatti alternati a spazi aperti, resa monumentale dalla ristrutturazione di Giuseppe Damiani Almeyda, nonostante abbia perso la sua funzione principale, conserva ancora l’essenzialità e la grandiosità della sua storia.
Valorizzare il capitale culturale dell’isola è la sola via per riappropriarsi dell’inestimabile patrimonio architettonico, antropologico e culturale che esso ha rappresentato. Un proverbio siciliano recita che “Amatinata fa a jurnata” e ben tratteggia l’inizio di un progetto di ampio respiro che, a regime, già da questa estate impiegherà nella squadra di lavoro 80 persone. “Poter offrire un lavoro e, al contempo, garantire alla clientela un servizio adeguato, di qualità, è fondamentale per un imprenditore del turismo, ed è il modo per dare un contributo all’occupazione e al sostentamento dell’isola, proprio come la Tonnara faceva in passato”, ricorda l’imprenditore.