Esce lunedì 14 febbraio il nuovo romanzo di Rosario Vitale: «Sant’Onofrio e la contessa», edito da Gabriele Capelli.
Napoli, estate del 1737. Rodolfo Pimi Degli Esposti, giovane benestante paraguaiano con la passione per la musica, sbarca per coronare il suo sogno di studiare nella città con la maggiore tradizione al mondo, Napoli.
Il giovane ha talento e riesce a dimostrarlo, ma non può dimenticare una ragazza, Natalia, incrociata il giorno dello sbarco: molto povera, sopravvive raccontando storie in cambio di alimenti e qualche moneta. Il giovane ne subisce il fascino, quindi torna più volte al porto sperando di approfondire la conoscenza.
La vita di Rodolfo si svolge tra il conservatorio – dove stringe amicizia con Carmine, cadetto che si era opposto fin dalla più tenera età alla carriera militare e in seguito a quella ecclesiastica – ed il porto, dove pian piano conquista la fiducia di Natalia.
Il rapporto con la ragazza progredisce fino a trasformarsi in una vera relazione, che si compirà pienamente la sera dell’inaugurazione del Teatro San Carlo, alla quale i ragazzi hanno l’onore di partecipare. A fine serata Rodolfo, Natalia e Carmine raggiungono il camerino del maestro Domenico Sarro per rendergli omaggio. Il maestro li prende subito in simpatia e li invita alla festa che si terrà dalla sorella Anna.
Sullo sfondo di una Napoli nel pieno del suo splendore. Tutto sembra andare nel migliore dei modi per Rodolfo e Natalia, finché il destino non deciderà altrimenti.
ESTRATTO
Dopo quel primo bacio ce ne sono stati altri e, nonostante quella frase se vuoi un bacio devi chiedere un bacio che mi è rimasta scolpita nel cuore, si sono sempre concretizzati quando Natalia mi ha dimostrato disponibilità e gradimento. Ogni bacio, ogni carezza, anche un lieve sfiorarsi è per me un dono, nulla mi è dovuto, ogni tenerezza prodigamente concessa mi fa sentire indegno di meritare tanta grazia.
Non ho mai compreso espressioni come: conquistare una donna, le ho trovate sempre prive di senso. Una conquista presuppone uno sforzo fisico e una strategia, un metodo; si conquista la vetta d’un monte, affrontando le asperità del cammino, che non sono state apposte per metterti alla prova, sono lì, inerti e indifferenti di fronte al tuo avanzare. Il monte stesso è insensibile, lo scali, raggiungi la cima, magari ci pianti una bandiera, sei soddisfatto e ti inorgoglisci ma per il monte non è cambiato niente, ignora la tua gloria e resta a godere delle albe e dei tramonti, delle nubi che lo solleticano, della pioggia e della neve che lo ristorano e che alimentano le sue sorgenti.
Una donna conquistata è vanità, è un’idea, una noterella sul grande libro della vita, qualcosa di effimero e, in fin dei conti, irrilevante; preferisco pensare che una donna bisogna meritarla, esserne degni, e che il cammino da compiere non debba essere una scalata, un’avanzata. Bisogna procedere fianco a fianco e infine approssimarsi in un reciproco venirsi incontro.
L’AUTORE
Rosario Vitale è nato a Castelluccio dei Sauri (FG) il 29 ottobre 1962. Libraio, bibliotecario, docente di scrittura creativa. Finalista al Torneo IoScrittore 2019, premiato negli ultimi tre anni al Premio letterario città di Olbia, nel 2019 primo classificato nella sezione Racconti brevi per bambini in lingua italiana. Pubblicazioni: Lanterne sul lago (2017), Benedetta Degli Esposti e altre storie di donne fantastiche (2018), Quand’ero bambina avevo un limone (2020).