(foto di copertina: Madonna viola – Antonio Aricò) Tra i più importanti eventi sul design a livello nazionale, torna per l’edizione 2021 con un allestimento fisico. La manifestazione, infatti, dopo l’edizione tutta digital dell’anno scorso imposta dall’emergenza sanitaria, riapre dal 24 al 26 settembre a Catanzaro in una nuova location, le sale ottocentesche di Palazzo Fazzari, per tornare a essere luogo di esposizione ma soprattutto di scambio e confronto fra i talenti emergenti, grandi nomi, le aziende e il pubblico di appassionati di design. Organizzato da Officine AD degli architetti Domenico Garofalo e Giuseppe Anania, il Festival Materia conferma l’intento di mettere a dialogo la cultura mediterranea con il mondo del progetto nazionale e le sue figure di rilievo, senza per questo tralasciare di raccontare il territorio, le aziende e i designer locali, di valorizzare il saper fare progettuale e artigianale calabrese. «Negli anni – spiegano i fondatori e organizzatori Domenico Garofalo e Giuseppe Anania – abbiamo fatto incontrare tra loro realtà apparentemente lontane o opposte, come l’artigiano di un piccolo paese dell’entroterra calabrese e il designer che si muove nella scena internazionale oppure il personaggio creativo in fase di formazione e un’azienda affermata e strutturata. Abbiamo dato la possibilità a tanti giovani di esprimersi, di comunicare il loro talento, oggi li ritroviamo a distanza di qualche tempo, hanno realizzato o stanno per realizzare i loro sogni e noi, in questa edizione, vogliamo raccontarlo.» |
LE COLLEZIONI Santa Esposte nelle sale di Palazzo Fazzari ritroviamo alcune fra le firme di maggior rilievo del panorama italiano e internazionale del design: Antonio Aricò, Matteo Cibic, Sara Ricciardi, Elena Salmistraro, Tommaso Spinzi. Su invito di Antonio Aricò, direttore artistico del festival Materia nel 2019 e 2020, i designer hanno interpretato il tema del sacro, inteso come uno degli elementi di coesione e identità ancora molto importanti nel Sud e nelle realtà locali, opere che confluiscono nella Collezione Santa: la Madonna viola di Antonio Aricò, l’Inginocchiatoio di Matteo Cibic, l’Ostensorio di Sara Ricciardi, il Trono di Elena Salmistraro, l’Altare di Tommaso Spinzi costruiscono un racconto simbolico e poetico, che rilegge in chiave contemporanea la tradizione liturgica calabrese, trasfigurandola in oggetti di uso quotidiano. L’invito di Antonio Aricò a rileggere il sacro passa attraverso il saper fare artigianale, che trasforma i simboli religiosi e gli arredi delle chiese in oggetti di una raffinata manifattura. Il risultato sono pezzi frutto dell’immaginazione, non convenzionali, a volte ironici: c’è l’inginocchiatoio progettato da Matteo Cibic e realizzato da Studio F Atelier, sul quale bisogna stare in equilibrio per pregare; la Madonna viola, disegnata da Antonio Aricò su tavoletta grafica e ricamata su tulle nero da Maria Battaglia; c’è il trono super colorato e con le frange, ideato da Elena Salmistraro secondo il suo personale universo cromatico e realizzato dall’azienda Domenico Cugliari. Sara Ricciardi, invece, reinterpreta l’ostensorio con elementi oro e spighe di grano, mentre Tommaso Spinzi disegna un altare “meccanico” sul tema della croce realizzato dall’azienda Edilmarmi Mazzotta.» Designing Gran Tour Un progetto iniziato nel 2016, realizzato da Lanificio Leo con l’intento di dare vita a un viaggio e allo stesso tempo, un racconto della nascita di un processo creativo, che ha messo insieme designer, aziende e realtà culturali locali. Il progetto ha portato i designer italiani e internazionali sulle orme dei viaggiatori del Grand Tour del XVII secolo, per esplorare il territorio calabrese, raccoglierne i paesaggi e gli stimoli e per poi ricreare quelle atmosfere nella realizzazione di 7 arazzi. I designer Sigrid Calon, Laura Daza, Giulio Iacchetti, Emilio Salvatore Leo, Kensaku Oshiro, Studiocharlie, Victor Vasilev sono, infatti, stati condotti in viaggio da Ginevra Gaglianese, una storica dell’arte con una conoscenza profonda del territorio, attraverso la storia e il modo in cui la Calabria è stata percepita nel corso della Storia da altri viaggiatori e hanno visitato alcuni dei luoghi più suggestivi della regione. Da questi luoghi, dall’esperienza comune i designer hanno tratto l’ispirazione necessaria per dar vita ai 7 arazzi contemporanei, tessuti da Torri Lana 1885. Young Una parte importante dell’attività del festival Materia è dedicata fin dai suoi esordi alla valorizzazione dei talenti under 40 coinvolgendo, tramite una call annuale, designer, artigiani e brand emergenti under 40, dando loro un tema sul quale sviluppare la creazione di un prodotto e offrendo una borsa di ricerca. Per l’edizione 2021 vengono esposti i due oggetti vincitori della call 2020 “Miracoli di Design” riservata agli under 40: Lanterna, della designer romana Valentina Mancini e Segnacoli e i vasi anfora di Stella Orlandino, designer di origine siciliana. Ampio spazio anche alle collezioni di Tipstudio, nella coppia Tommaso Lucarini e Imma Matera, vincitori di due edizioni del Festival Materia, che ben rappresentano uno degli obiettivi principali del festival: raccontare lo sviluppo di giovani talenti all’interno scenario nazionale del design. Tipstudio al festival espone le collezioni Apollineo, Loto e Secondo Fuoco, quest’ultima creata a partire dalle scorie di fusione, residuo impuro che emerge sulla superficie del metallo fuso, dando vita a una riflessione sulle molteplici anime della materia. Iconico, omaggio ai maestri del design Come ogni anno il Festival Materia riserva grande attenzione alla storia del design, con l’esposizione di opere di graphic e product design. Quest’anno saranno tre i personaggi iconici celebrati nella mostra Iconico: Vico Magistretti, Enzo Mari, scomparso solo un anno fa, e Bruno Munari. Oggetti che rappresentano icone indiscusse del design italiano, che hanno segnato la storia del progetto con il loro equilibrio perfetto di innovazione e creatività, inventiva e ricercatezza estetica, come la lampada Atollo di Magistretti prodotta da Oluce, il calendario perpetuo Timor di Mari per Danese o la lampada a sospensione Falkland di Munari per Artemide. |