Tirolo, 15 settembre 2021 – La fine dell’estate coincide con il tempo in cui la natura dona alcuni dei frutti più importanti per la nostra alimentazione e cultura, tra cui indubbiamente c’è l’uva, da cui deriva il vino, che, come sosteneva Hemingway, “è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo”. L’Alto Adige è una regione vitivinicola, per questo nota e apprezzata non solo da intenditori e Tirolo, il meraviglioso borgo appena sopra la città di Merano, anche in materia di vino, ha tanto da offrire ai suoi ospiti, grazie alle alture esposte al sole e al clima mite e favorevole. Tirolo risulta essere anche una delle aree vitivinicole più antiche dell’Alto Adige, apprezzata già al tempo dei Romani, proprio per la sua collocazione geografica, che gli consente di essere riparato e protetto dai venti freddi, grazie alla catena montuosa del Gruppo del Tessa
La cura attenta e scrupolosa della vite e dei vigneti, così come i metodi di coltivazione rispettosi dell’ambiente sono un prezioso contributo alla tutela paesaggistica e della cultura tradizionale della viticoltura locale. I viticoltori, quindi, sono dei “giardinieri paesaggistici” del territorio di Tirolo, avendo anche il compito di esaltare il fascino del paesaggio attraverso la disposizione curata e strutturata dei vigneti, i quali, soprattutto nel periodo autunnale, colorano i pendii di tinte calde che variano dal giallo al marrone e dall’arancione al rosso
In autunno diventa ancora più suggestivo e interessante il sentiero dedicato proprio al vino, che parte dall’Associazione Turistica di Tirolo snodandosi tra i vigneti e le amene colline coltivate. Lungo il percorso si trovano stazioni interattive che “raccontano” fatti e curiosità sulla viticoltura della zona, oltre ad alcune installazioni artistiche, come radici di vite appese in alto, tra cui una dorata a rappresentare la forza, il pregio e il primato di questa pianta
Un piccolo vigneto collocato sotto Castel Tirolo, inoltre, è stato protagonista di un ambizioso progetto dell’enologo della Cantina di Merano di creare un nuovo vino con una maturazione e un affinamento sui lieviti. Per realizzare questo fu scelto nel 2010 proprio quel vigneto, da cui ogni anno è stata messa in una grande botte di rovere una piccola quantità di vino, che è rimasta a maturare fino al 2015 con conseguente imbottigliamento e affinamento in bottiglia per circa 4-5-mesi. Si tratta del Pinot Bianco che è stato battezzato “Tyrol”, un vino complesso che entusiasma per la sua finezza, le note fruttate, la notevole mineralità e il suo considerevole potenziale d’invecchiamento