Ha le mani consumate Lisa Izzo, figlia d’arte. La incontriamo sul lungomare di Minori mentre vende i suoi gioielli. Ci incuriosisce: in costiera non c’è estrazione di corallo. “Vengo da Torre del Greco. Mio padre, Ciro, è il decano della lavorazione del corallo”.

Sul suo banco, coralli di ogni famiglia. Ci sono la perla d’angelo, il dips e il midway, tutti rosa. Poi la famiglia del corallo rosso di Sardegna, che è più scuro, quello di Sciacca e quello giapponese. Spiega Lisa: “Abbiamo sempre lavorato il corallo vero, non quello sintetico che ha preso purtroppo il sopravvento. Io e mia sorella Susanna abbiamo preso l’eredità di nostro padre, cerchiamo nel nostro piccolo di portare avanti questa meravigliosa arte. Noi lavoriamo ancora tutto a mano, il cammeo con il bulino, il corallo sotto la ruota.

Lisa non vuole che le facciamo un video, convinta di non essere fotogenica, inconsapevole della sua bellezza che nasce proprio dalla semplicità. E cosi ve ne facciamo sentire solo la voce, anch’essa bella, mentre ci spiega le lavorazioni dei suoi gioielli. (Video)

Come si fa a distinguere il corallo vero da quello sintetico? “Bisogna andare sulla fiducia. Non vale basarsi sui costi perché non è vero che quello sintetico viene venduto a prezzi più bassi. Noi diamo delle garanzie ed offriamo al cliente tutto il tempo di fare le proprie verifiche. Infatti i nostri clienti sono affezionatissimi”.

Il corallo è una pianta marina che a contatto con l’ ossigeno si solidifica “e poi attraverso processi particolari, noi artigiani di Torre del Greco, togliamo la crosta di polvere e diamo le varie forme”.

E con il Covid come vanno le vendite?, domanda banale ma necessaria. “Facciamo meno eventi quindi si vende meno ma cerchiamo sempre di tenere un prezzo giusto”.

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