Bart D. Ehrman nel “Trionfo del Cristianesimo” si interroga su come sia possibile che una religione proibita abbia conquistato il mondo. Pochi eventi nella storia della nostra civiltà hanno prodotto cambiamenti così significativi come la conversione dell’imperatore Costantino al cristianesimo nell’anno 312. E’con la conversione di Costantino che comincia l’inizio della fine e si apre il primo capitolo di questo interessantissimo libro nel quale Ehrman, presidente del Dipartimento di studi religiosi” dell’ Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, affronta l’enigma storico fondandosi su un’attenta analisi delle fonti antiche e confutando una serie di convenzioni consolidate sulla trasformazione più importante a cui il nostro mondo occidentale ha assistito.
I benefici di appartenere alla comunità cristiana erano sociali, affettivi, fisici ed intellettuali. “Di recente è stato sostenuto – scrive Ehrman – che l’efficiente assistenza sanitaria che la chiesa era in grado di offiresi rivelò decisiva per la sua crescita”. Erhman analizza le diverse tesi su questo tema, da Avalos a Stark, per sostenere che non fu questa la reale attrazione dei pagani alla conversione. Fu altro: i racconti di miracoli.
Riferendosi a quanto accaduto a Palmira, in Siria, nel 2015 – alcuni membri dell’isis hanno trucidato gli abitanti e devastato i siti archeologici – l’autore ricostruisce la storia del primo attacco religioso avvenuto in questa antichissima città a nord est di Damasco, a metà strada tra il Mediterraneo e l’Eufrate, tappa obbligata sulla via che da Roma conduceva alla Persia. Palmira fu conquistata da Marco Antonio nel 41 avanti Cristo e poi inglobata nell’Impero da Tiberio per poi essere riconquistata da Aureliano che la rase al suolo. Dopo la ricostruzione, Palmira non riuscì più a eguagliare il livello di ricchezza del passato. Il primo caso di intolleranza religiosa a Palmira risale alla fine del IV secolo quando Teodosio I, intenzionato a fare della propria fede la religione ufficiale dell’impero, ordinò la distruzione di un tempio pagano dedicato alla dea Allat: come nel 2015, furono decapitate le statue. Alla fine degli anni Settanta gli archeologi polacchi che scoprirono il sito del tempio ritrovarono infatti statue senza naso, orecchie e bocca. Erano quelli di Teodosio gli anni dei provvedimenti religiosi più duri di tutta l’antichità: tra il 381 e il 392 Teodosio ordinò la chiusura dei Templi, le religioni che da millenni precedevano il Cristianesimo furono bandite. Ehrman cita questo fatto per dimostrare che ogni Trionfo è anche una sconfitta e che l’esultanza di chi ha vinto e si accompagna sempre alla sofferenza di chi ha perso.
Il cristianesimo, scrive Ehrman, ha comportato la più grande trasformazione culturale che il nostro mondo abbia mai conosciuto. Se non si fosse verificato non ci sarebbero stati il Medioevo, la Riforma Protestante, il Rinascimento e la modernità così come li conosciamo noi. Il Cristianesimo ha ispirato una miriade di scrittori artisti, ha rivoluzionato il modo in cui individui hanno concepito il mondo. “Forse oggi non avremo alcun sistema pubblico di assistenza sanitaria”, scrive l’autore. “Oltre a conquistare un impero, il Cristianesimo mutò radicalmente l’esistenza di quanti lo abitavano. Aprì le porte a istituzioni che si rivolgevano ai poveri, ai deboli, agli ammalati, agli emarginati e agli altri bisognosi. SI trattò di una rivoluzione che interessò le pratiche di governo, la legislazione, l’arte, la letteratura, la musica, la filosofia e – a un livello ancora più importante – l’essenza stessa di ciò che è stato ritenuto umano da miliardi di individui. Comunque la si valuti – di un trionfo da custodire gelosamente oppure una sconfitta sulla quale piangere – non si può negare che la cristianizzazione dell’occidente sia stata la più grande trasformazione culturale a cui il mondo abbia mai assistito”.
Tina Bottani