Un gioiello architettonico del Settecento racchiuso in uno scrigno naturale ed artistico: l’antico palazzo dei Lorena.
È qui, a Bagni di Pisa, che vi consigliamo di fare aperitivo e cena in una storia legata al benessere, al termalismo ed alla tipicità della Toscana.
Un fil rouge collega la struttura, in IHC, Italian Hospitality Collection, a Grotta Giusti di Monsulmano Terme (ora in restyling, apertura prevista per il 2021) ed a San Casciano – si sono aggiunti negli ultimi tempi il Chia Laguna in Sardegna e Le Massif a Courmayeur, inaugurato nel 2018. Essendo tutti parte di IHC, queste strutture si muovono sia a livello di corporate che come singole, con Milano come quartier generale per la comunicazione.
A Bagni di Pisa si va per le terme ma noi vogliamo esplorare l’hotel da un altro punto di vista, iniziando dai gusti dell’aperitivo
In ordine: tartare di manzo di mucco pisano con tartufo nero, pasta fritta (qua si chiamano coccole) con prosciutto toscano, cecina (farina di ceci, acqua e olio con una bella grattata di pepe nero), un crostino con spada affumicato e uova di lompo nere e infine un crostino di pane toscano con un roastbeef di manzo e salsa tonnata.
Questo hotel nasce da un luogo di accoglienza per i pellegrini, sulla via Francigena. Era abitudine, nel corso dei secoli, fermarsi qui per le terme. Poi, nel 1743 il gran duca di Toscana, Francesco Stefano Lorena, marito di Maria Teresa d’Austria, decise di eleggere il luogo a propria resistenza estiva. Lei amava molto la Caffè House, nata proprio dal desiderio della regina di avere un posto aperto tutto suo, per stare in pace ed incontrare gli ospiti a lei più cari: una struttura in cima alla collina, senza tetto, dove amava leggere poesie, bere il the ed ospitare poeti e scrittori. È rimasto così fino ad ora, in modo pulito ed autentico. Non è stato trasformato in bar o altro ma è il termine del percorso Vita, la camminata che la fitness manager propone ogni mattina alle 8.
Bagni di Pisa acquistò fama in tutta Europa nell’Ottocento: qui venivano i vip dell’epoca cioè i reali delle varie dinastie, dalla Svezia all’ Inghilterra, scrittori e poeti da Shelley a Byron fino a Goldoni. Nella struttura si organizzano ancora oggi visite teatralizzate con persone che personificano Mary Shelley e suo marito. Si narra che loro amico fosse un medico del posto, Andrea Vacca Berlinghieri che faceva esperienze sui cadaveri e pare che proprio da lui sia arrivata l’ispirazione per Frankenstein.
È ora di cena. Ci accompagna in questa esperienza Barbara Fantelli, property sales manager.
Lunedì scorso è stato presentato il menù autunnale, uno dei momenti più carini della vita di un hotel, quando lo chef Umberto Toscani riunisce tutto lo staff e presenta le sue creazioni per la nuova stagione. Nell’eleganza del ristorante dei Lorena il cibo diventa una delizia per i sensi, in una esperienza culinaria unica, sana e ipocalorica.
Stasera ci aspetta una cena raffinata a base di pesce. Iniziamo però con l’assaggio dell’olio del frantoio di Croci, vicino Pistoia, con retrogusto piccantino. Nelle prossime settimane ci sarà l’olio nuovo e la zona, seppure meno nota di altre, ha un igp dedicato: gli uliveti si estendono tra San Giuliano Terme, Buti, Vico Pisano e Calci. Per scoprire come la tradizione dell’olio sia viva e intatta, basta una piccola e piacevolissima gita verso il borgo di Vicopisano, arrivare alla pieve romanica di San Iacopo in Lupeta e poi proseguire con una passeggiata a piedi fino alla tenuta, dove sorge il più antico mulino del Monte Pisano. Ma ecco il nostro menù:
Iniziamo con le bollicine metodo classico: chardonnay, pinot bianco e pinot nero. Evidenti l’arancio e la vaniglia.
Durante la cena la property sales manager ci spiega le proprietà di queste acque termali: sono ricche di calcio e magnesio, quindi ottime per la parte articolare muscolo scheletrico. La struttura è convenzionata con il sistema sanitario nazionale: ha mantenuto la sua vocazione, le acque termali sono del territorio. Ci sono aperture straordinarie la sera, annunciate mese per mese con aperitivo servito al bar Shelley. I russi amano molto queste terme: la loro cultura termale li porta a restare qui anche per una o due settimane per seguire percorsi di remise en forme. La dietista pranza e cena insieme ai clienti, per una esperienza davvero dedicata: la filosofia dello chef è mangiare prima con gli occhi e poi con il palato seguendo l’armonia delle forme, dei colori e del gusto, elementi imprescindibili di ogni creazione culinaria.
Ora un bianco con retrogusto di pesca matura e frutta candita, prodotto vicino Grosseto, per accompagnare i delicatissimi maccheroncini di pasta fresca con seppioline e broccoletti.
È l’ora del terzo vino della nostra cena: aroma di mela verde, pompelmo e pera con note floreali di ginestra e timo. Perfetto per i secondi di pesce.
Dulcis in fundus: per accompagnare il semifreddo di zuccotto con crema di vaniglia e pinoli salati un buon moscato di giallo paglierino intenso, leggermente frizzante, con note floreali al miele di acacia. Delizioso.