Esce
in questi giorni per Edizioni Terra Santa, anche in e-book, il libroGesù non fu ucciso dagli ebrei. Le radici cristiane dell’antisemitismo a cura di Jon M. Sweeney. È l’edizione
italiana di una raccolta di scritti di diversi di studiosi, soprattutto docenti
negli Usa, cristiani ed ebrei. Il volume, nella sua versione originale in
inglese, nasce come reazione e risposta ai micidiali attacchi antisemiti
alle sinagoghe di Pittsburgh, in Pennsylvania (27 ottobre 2018), e di Poway,
in California (27 aprile 2019).
MonsignorEtienne Emmanuel Vetö, direttore del Centro «Cardinal Bea» per gli Studi Giudaici dell’Università
Gregoriana, scrive nella prefazione: «La pubblicazione
di questa raccolta in Italia è fondamentale. Il resto d’Europa spesso non dà il
giusto valore all’impatto del giudaismo italiano sulla storia del giudaismo
europeo e mondiale. […] La comunità di Roma, che ha più di ventidue secoli,
è la comunità ebraica più longeva in Occidente. Nel corso dei secoli VIII-IX,
le comunità di Sicilia, Puglia e Campania, come una Magna Grecia Iudaica, hanno
svolto il ruolo vitale di ponte tra il rinnovamento culturale ebraico
babilonese e la diaspora occidentale. In questo cuore pulsante del giudaismo
europeo, rinasce lo studio dell’ebraico e dei testi talmudici. È da lì che le
comunità ebraiche sciamano verso il nord della penisola italiana, quindi oltre
le Alpi e le rive del Reno, per fondare quello che verrà chiamato
ebraismoaskenazita». A queste considerazioni fanno eco le parole di rabbi Abraham
Skorka nell’introduzione: «Jon M. Sweeney, in
quanto cattolico, ha preso l’iniziativa di rispondere allacausa ultima di
molto antisemitismo nel corso dei secoli: l’accusa cristiana secondo cui
gli ebrei sarebbero collettivamente colpevoli della crocifissione di Gesù, il
loro stesso Messia. L’intenzione del libro, contestare la radicata immagine
degli ebrei come deicidi, mi ha fatto riconsiderare i complessi, ambivalenti
atteggiamenti assunti dai cattolici nei confronti degli ebrei nel XX secolo, e
le loro terribili conseguenze».
Questo è il cuore del testo, come spiega mons. Vetö:«Perché in
questo contesto dovremmo porre la vecchia domanda su chi abbia ucciso Gesù? Perché,
più specificamente, è importante precisare che “gli ebrei non hanno ucciso Gesù”? Da Jules Isaac
abbiamo compreso la portata dell’impatto subdolo dell’insegnamento cristiano
del disprezzo per gli ebrei, che si fonda proprio sull’accusa che furono gli
ebrei a rifiutare e uccidere Gesù, e che loro sono riprovati e maledetti per
questo. Questo insegnamento ha spesso sollevato la coscienza dei cristiani
dalla necessità di combattere la crescita della pianta velenosa
dell’antisemitismo fascista e nazista e ha impedito loro di cercare modi per
farlo. È purtroppo realistico considerare che l’insegnamento antiebraico ha
persino fornito un terreno fertile a questa pianta per mettere radici e
crescere». Jules Isaac, spiega rabbi
Skorka,«era uno storico di grande prestigio e un
insegnante che aveva diretto i programmi della pubblica istruzione francese,
dai quali generazioni di studenti avevano imparato la storia. Come ebreo
integrato, che si era confrontato con le più cupe manifestazioni di disumanità
della Shoah, si sentì spiritualmente spinto, nel 1943, dopo la
deportazione della moglie e della figlia, a condurre ricerche sulla dottrina
cristiana riguardante Gesù, allo scopo di combattere l’antigiudaismo
cristiano, substrato dell’antisemitismo nazista». Isaac incontrò Giovanni
XXIII nel 1960 e gli chiese di includere la questione dei rapporti
ebraico-cattolici tra gli argomenti del Concilio Vaticano II. Il Papa ne
fu convinto, affidò al cardinale Bea l’incarico di preparare una bozza e si
giunse così alla dichiarazione conciliare Nostra Aetate, vera
svolta da parte della Chiesa cattolica.
Gli Autori
Mary C. Boys (Union Theological Seminary, New York), Walter Brueggemann
(Columbia Theological Seminary), Robert Ellsberg (Orbis Books), Massimo
Faggioli (Villanova University, Philadelphia),Greg Garrett (Baylor University, Texas),
Wes Howard-Brook (Seattle University), Nicholas King(Campion Hall, Oxford), Amy-Jill
Levine (Vanderbilt Divinity School, Nashville), Richard C. Lux (School of
Theology, Hales Corners), rabbi Sandy Eisenberg Sasso (Indiana University – Purdue
University, Indianapolis), mons. Richard J. Sklba (già vescovo a Milwaukee,
Wisconsin), Jon M. Sweeney (curatore).
Prefazione dimons. Etienne Emmanuel Vetö
(Pontificia Università Gregoriana).Introduzione dirabbi Abraham Skorka (Saint
Joseph University, Philadelphia).