Chi sta affogando in mare deve essere salvato a qualunque costo!” Questo il monito dell’ex ministro on, Pier Carlo Padoan in risposta alla domanda sul problema dell’Immigrazione a lui rivolta sul palco di Capalbio Libri del giornalista Sergio Rizzo.
L’occasione era la presentazione del libro scritto a quattro mani con Dino Pesole “Il sentiero stretto… e oltre” (Il Mulino), di cui si è discusso anche insieme all’economista Giulio Napolitano nel corso della tredicesima edizione del festival.
“Il problema immigrazione è molto complesso – ha continuato Padoan – e fa generalmente bene ai paesi come il nostro in cui non ci sono poi cosi tanti immigrati per stimolare l’integrazione. Quello che va corretto è la mancanza di riconoscimento della problematica da parte degli altri Paesi Europei a quelli come il nostro, in emergenza. Nella Riforma del Bilancio Europeo bisognerebbe occuparsi infatti dei cosiddetti “Beni Pubblici” (l’immigrazione fa parte di questi) e ciò non viene spesso preso in considerazione”.
“Non me ne frega nulla della bandiera ONG della nave ferma in porto – ha affermato sull’argomento l’ex ministro – quello che dobbiamo fare, aldilà di ogni polemica mediatica, è forzare la politica europea ad assumersene piena responsabilità!”.
La figura di un’Italia “cattiva” che non riesce a costruire consenso all’interno dell’Unione Europea, è stato un elemento messo invece in risalto da Giulio Napolitano: il nostro Paese, a differenza dell’immagine che abbiamo proiettato in passato, ha cambiato i connotati nel pensiero altrui e questo forse potrebbe anche essere una causa di questo isolamento.
Ma, aldilà di ogni considerazione personale, ciò che è venuto a mancare è la fiducia degli Italiani nella politica e nell’economia che – a detta di Pesole e con dati alla mano – è ferma da un ventennio.
“Per riprendere il titolo del nostro saggio – ha spiegato Padoan – mentre fino a poco tempo da c’era un “sentiero stretto” su cui barcamenarsi, adesso la strada è stata cancellata e il paese è fermo proprio perché è venuta a mancare la fiducia. E poi – continua – ci sono troppe Flat Tax: questo è segno dell’assoluta incapacità di governare.”
Per Padoan il “sentiero stretto” è metafora delle scorciatoie: bisogna stare attenti a intraprendere sentieri troppo brevi, come ad esempio uscire dall’Euro: “sarebbe una vera e propria catastofe!”. Ma – ha dichiarato poi sdrammatizzando ironicamente – “il Paese è forte e ce la farà, anche se per il momento non si capisce come”…
Infine, secondo il Professore imbeccato dalle domande del pubblico sui possibili scenari economici del nostro Paese, due saranno i probabili panorami italiani: il primo, quello del “tirare a campare”, sarà comunque attuabile in virtù della risoluzione della procedura di infrazione del debito, in rispetto e allineamento con gli standard europei (ma, per lui, a metà 2020 i miglioramenti della politica tedesca daranno indiretti benefici anche a quella italiana); la seconda previsione, decisamente irrazionale per Padoan, darà priorità, appunto, alle scorciatoie e, così facendo, in downgrade col debito pubblico nazionale, sarà impossibile ottenere finanziamenti e agevolazioni dalla stessa BPE.
A conclusione della serata il Professor Pier Carlo (“anziché Onorevole: così preferisco essere chiamato”), assoluto protagonista sul palco di Piazza Magenta nel primo dei due appuntamenti di Capalbio libri che ha registrato un decisivo “sold out”, ha replicato garbatamente (ma in maniera assai decisa) ad uno spettatore che imputava la crisi del governo attuale agli errori del PD del passato: “Ci vuole una bella faccia tosta a dire che il Partito Democratico è responsabile dello sfascio dell’Italia, non guardando anche solo ai miglioramenti attuati in passato a beneficio dei cittadini, senza considerare le tre priorità su cui si fonda l’attuale programma (e quando si parla di priorità si vogliono davvero cambiare le cose in questo Paese): un forte investimento nell’Educazione dei giovani; una strategia di crescita pienamente sostenibile dal punto di vista ambientale; un’analisi del costo di lavoro in funzione di una detrazione fiscale basata sui reali stipendi dei lavoratori”.
Oltre alla religiosa attenzione dimostrata per un’ora e mezza da un pubblico multi-target realmente intrigato dall’incontro, sul luogo erano presenti alcuni studenti di economia che hanno interrogato il Professore sulle ipotesi del proprio futuro, a detta dell’ex Ministro non rosee a causa della macchinosa burocrazia tuttora vigente.