Proprio oggi ci è arrivato un video girato dalle équipe di Medici Senza Frontiere all’ospedale di Al-Salakhana, a Hodeidah. Nel solo mese di novembre hanno curato oltre 750 feriti di guerra provenienti dalla città, di cui la metà sono donne e bambini. La struttura si trova vicino alla linea del fronte e c’è molta preoccupazione per i pazienti e il personale.
A questo link il video completo, che mostra i proiettili estratti da un anziano e da una bambina, le loro radiografie prima dell’intervento, i medici che si prendono cura di loro: https://www.youtube.com/watch?v=ZUn4YnZGFeU&feature=youtu.be
Intervista a Robert Onus
Che impatto ha avuto la guerra sulle persone?
Si vede molto chiaramente che, anno dopo anno, gli effetti della guerra hanno devastato gran parte della società yemenita. Il sistema sanitario è collassato. Le infrastrutture idrauliche e fognarie stanno collassando. Sempre più persone lottano per trovare il cibo. Sempre meno persone hanno un lavoro.
Vedi l’impatto diretto della guerra sulla vita delle persone. Vedi civili feriti, persone uccise negli attacchi aerei, nei bombardamenti o dai combattimenti a fuoco. Vedi anche persone che muoiono per malattie prevenibili. Vedi bambini morire per malattie che si possono evitare con un vaccino, che non hanno ricevuto perché dove vivono loro il sistema sanitario non esiste più.
Vediamo l’impatto della guerra nei bambini malnutriti che vengono nei nostri ospedali: bambini che non hanno abbastanza da mangiare; famiglie intere che non hanno niente da mangiare.
In tutto il Paese, non importa dove o in quale ambito della società, l’impatto della guerra sulla vita delle persone è estremamente visibile.
Le persone hanno accesso ai servizi sanitari?
Il sistema sanitario è stato distrutto in modo diretto dal conflitto, attraverso attacchi e bombardamenti. Ma è anche stato distrutto indirettamente dalla mancanza di fondi, medicine e personale medico, che non riceve uno stipendio da più di due anni. Nei quattro anni in cui il conflitto si è intensificato, l’accesso delle persone all’assistenza sanitaria si è drammaticamente ridotto. Se vivi in un’area rurale in Yemen, molto probabilmente il centro medico più vicino non funziona. Se è aperto, probabilmente lo è solo un paio di giorni a settimana, perché c’è solo un dottore che può visitare il centro senza essere pagato e usando pochissimi farmaci. Se hai un’emergenza e il centro è chiuso, devi andare più lontano per trovare una struttura ancora funzionante, che molto probabilmente è privata e non puoi permetterti di pagarla. Da qualsiasi prospettiva la guardi, è una situazione devastante.
Che impatto ha avuto il conflitto sulle persone a Taiz?
MSF fornisce assistenza sanitaria nel governatorato di Taiz su entrambe le linee del fronte dall’inizio del conflitto. MSF è effettivamente l’unica organizzazione internazionale che opera all’interno della città, che è considerata una enclave, con aree controllate da una delle parti in guerra completamente circondate da zone controllate dalla parte opposta.
Supportiamo diversi ospedali e vediamo gli enormi bisogni medici dei civili feriti nel conflitto. Vediamo anche gli enormi bisogni dei bambini che non hanno accesso a cure ospedaliere. Vediamo gli enormi bisogni delle donne che hanno bisogno di un posto sicuro dove partorire. Si tratta di servizi regolari di cui le persone hanno bisogno ogni singolo giorno in qualsiasi città. Cose che tutti danno per scontato in Germania o in Australia.
Oltre a questi bisogni di base, con il sistema sanitario che si sbriciola vediamo un aumento delle epidemie e delle malattie prevenibili con un vaccino. In questo momento è in corso un’epidemia di dengue, è una malattia stagionale in Yemen, ma quest’anno è molto più grave perché le infrastrutture igieniche della città sono state decimate.
Le infrastrutture ospedaliere sono letteralmente collassate con il conflitto. L’anno scorso, per esempio, abbiamo visto un’esplosione di colera su larga scala. Anno dopo anno vedremo epidemie e malattie prevenibili aumentare in tutto il Pase. La città di Taiz ne è un esempio rappresentativo. È un microcosmo di quello che vediamo anche nel resto del Paese.
Quali sono le sfide quotidiane per la popolazione?
Le persone non si sentono sicure fuori delle loro abitazioni. Si può ben comprendere quanto sia difficile per le persone andare avanti con la propria vita, guardare al futuro sperando in una qualsiasi soluzione. Ma nonostante tutte le difficoltà, vediamo una grande capacità di resistere nei pazienti che vengono nei nostri ospedali. La vediamo anche nel tessuto sociale delle comunità in cui lavoriamo. Le persone hanno un’enorme forza nell’affrontare le difficoltà e i pericoli del conflitto.
È davvero impressionante, una cosa che mi stupisce ogni giorno. È una sfida non solo per il popolo yemenita, ma anche per le nostre équipe, me compreso, affrontare ogni nuovo giorno sapendo che la risoluzione di questo conflitto è ancora lontana.
Quali sono le sfide per le organizzazioni umanitarie che lavorano in Yemen?
Lo Yemen è un paese dove è davvero difficile operare per le organizzazioni internazionali. Lavorare in una zona di conflitto è sempre difficile e comporta dei pericoli, ma qui ci sono anche altri ostacoli da superare. In parte sono dovuti alla politicizzazione degli aiuti, perché le parti in conflitto sono interessate a capire dove vengono distribuiti. Anche se è difficile, è assolutamente essenziale mantenere la nostra indipendenza e neutralità. Le organizzazioni umanitarie devono sempre impegnarsi per superare le difficoltà e gli ostacoli legati alla sicurezza per raggiungere le persone che hanno bisogno di aiuto. Le persone che vivono nel cuore del conflitto, come gli abitanti di Taiz, sono quelli più direttamente colpiti e con i bisogni maggiori.
La pressione imposta sulle organizzazioni umanitarie dalle autorità è una preoccupazione reale, sia per MSF che per il settore nel suo insieme. Perché se l’aiuto umanitario non è indipendente dal conflitto e dagli interessi delle parti coinvolte, viene messo a repentaglio e può essere facilmente trasformato in un ulteriore elemento del conflitto. Uno scenario assolutamente da evitare.
Cosa dovrebbe accadere per ridurre la sofferenza del popolo yemenita?
Prima di tutto è fondamentale garantire un’assistenza umanitaria adeguata e indipendente nel paese, che includa la distribuzione di cibo, programmi nutrizionali, la riapertura delle strutture sanitarie e interventi igienico sanitari.In secondo luogo, i civili hanno bisogno di protezione: è un diritto fondamentale delle persone non essere un bersaglio del conflitto. Questo è un punto che deve essere affrontato ad un alto livello. Perché ogni giorno vediamo nei nostri ospedali persone ferite e uccise a causa del conflitto. Persone che stavano semplicemente facendo le loro attività quotidiane. Non solo è essenziale che i civili siano protetti dal conflitto, ma anche le infrastrutture civili, come ospedali, scuole, strade e la rete di trasporto delle merci destinate a sostenere la popolazione, tutto questo deve essere protetto dal conflitto.
Quello in Yemen è il più grande intervento di MSF in una zona di conflitto. Sono più di 2.200 gli operatori umanitari di MSF nel paese. Nostre équipe lavorano in 12 ospedali e centri sanitari, mentre in altri 20 forniamo supporto. In totale MSF è attiva in 11 governatorati: Abyan, Aden, Amran, Hajjah, Hodeidah, Ibb, Lahj, Saada, Sana’a, Shabwa e Taiz. Dall’inizio delle attività nel marzo 2015, gli ospedali dove lavora MSF sono stati attaccati 5 volte dalla Coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Dal 2015 a oggi MSF ha assistito 91.574 feriti di guerra, ha effettuato 76.436 interventi chirurgici, e ha fatto nascere 64.032 bambini. Da gennaio a ottobre 2018 le équipe di MSF hanno curato 4.855 casi di malnutrizione e trattato 6.680 casi sospetti di malaria.