“Rivoluzionare gli stili di consumo, ripensare le tecniche di produzione e ricostruire le filiere agricole facendo riscoprire i saperi tradizionali è cruciale per ridurre l’impatto ambientale e sociale dell’agricoltura e riaffermare la centralità dei piccoli produttori”. È l’appello lanciato da Alfonso Cauteruccio, presidente dell’associazione di giornalismo ambientale Greenaccord Onlus, durante la giornata di studio “Attorno al cibo per costruire dialogo, incontro, confronto e pace” organizzata a Roma in collaborazione con l’Arsial (Agenzia regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’agricoltura del Lazio). Un appello di stringente attualità visto che da poche ore in Polonia si è aperta la Cop24, la Conferenza internazionale Onu sui cambiamenti climatici, che dovrà approvare misure concrete in grado di dare attuazione agli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi tre anni fa.

“Il cibo – ha aggiunto Cauteruccio – può rappresentare anche un potente strumento di condivisione e di dialogo interculturale. Mai come in questo momento storico, il cibo può e deve essere usato come mezzo per combattere rigurgiti di intolleranza e ritrovare il filo conduttore che accomuna i popoli. Poche cose infatti sono tanto universali e trasversali alle diverse culture da poter essere trasformato in elemento di pace, di congiunzione e di inclusione”.

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