Un disegno unico, tre personaggi epici. Per il Natale 2018 una nuova latta coloratissima racchiude le bontà dell’azienda Di Stefano in formato da un chilogrammo lavorato e confezionato a mano. In edizione limitata, porta la firmata esclusiva di Alice Valenti, la pittrice Catanese dei carretti storici e delle opere più creative e ironiche della Sicilia contemporanea. Commistione di antico e moderno, questo dipinto riportato su latta è un racconto epico con elementi POP: su uno sfondo di selva tipica con fichi d’india e agave, svettano tre medaglioni, classici, con le sembianze dei tre personaggi dell’epopea: dama, moro e cavaliere.
La latta del panettone diventa oggetto da collezione. Può raccontare ai nostri lettori come avviene questa magia natalizia?
Questa magica sinergia è frutto della “mission” dell’azienda Di Stefano, volta a far conoscere i valori siciliani, non solo attraverso le loro esperienze di gusto innovative e la costante ricerca in campo dolciario, ma anche grazie alle collaborazioni con professionisti siciliani di altri ambiti, come me e Andrea Branciforti.
Con le Christmas Special Edition – lanciate l’anno scorso con me e pensate con sempre nuovi tagli e nuove collaborazioni per gli anni successivi – l’azienda Di Stefano rinsalda il suo impegno a veicolare un’immagine contemporanea della Sicilia in cui la tradizione viene raccontata con un linguaggio stilizzato e innovativo.
Lei lavora molto con le aziende. Che legame c’è oggi, a suo avviso, tra l’arte e l’industria?
C’è lo stesso legame speciale che già in passato ha unito artisti e imprenditori illuminati. Penso per esempio alla Palermo Liberty d’inizio ‘900 e al mobilificio Ducrot, che arriva al successo internazionale affidando la sua produzione alla ricerca stilistica dell’architetto Ernesto Basile e del pittore Ettore De Maria Bergler. Furono i primi a intrepretare in un’ottica moderna gli stilemi legati alla tradizione del carro siciliano. Un gesto di fiducia che anche oggi è ricambiato in termini di successo e contribuisce alla diffusione e allo sviluppo delle arti. Stare nel mercato con prodotti d’eccellenza e aprire le porte all’arte e all’artigianato sono carte vincenti per tutti.
Le sue opere s’ispirano alla Sicilia. Ci racconta il mondo che ha creato sulla latta?
Questa latta si ispira all’Opera dei Pupi, un fatto culturale che ha segnato l’educazione sentimentale e la visione del mondo dei siciliani dalla seconda metà dell’800 fino ai nostri giorni. Nella rappresentazione dell’epopea epico-cavalleresca, il puparo dispiega una trama di valori che vive di contrapposizioni inconciliabili: bene-male, cristiani-saraceni, ordine-disordine, ecc., la cui risoluzione è demandata all’eroe, con cui lo stesso pubblico finisce con l’identificarsi. Ho tradotto questa eterna dimensione della lotta nei tre medaglioni raffiguranti i personaggi-chiave, gli archetipi: il cavaliere, il moro e la donna. Per quest’ultima ho preferito i panni della guerriera piuttosto che quelli della maga ingannevole o della dama, sempre in attesa di essere salvata: un omaggio e un auspicio per le donne di oggi. Sullo sfondo, la lussureggiante vegetazione mediterranea ci ricorda la vanità dei nostri affanni e l’imperturbabile armonia della natura.
Come definirebbe oggi la sua arte e che evoluzione ha avuto?
L’eredità che mi ha consegnato il mio Maestro, il grande pittore di carri Domenico Di Mauro, è un mestiere antico che pochissimi artigiani in Sicilia ormai portano avanti, ed è stato per me un punto di partenza importante. Adesso sono certa lui, dall’Aldilà, osserva divertito le fantasiose e talvolta ironiche interpretazioni dell’arte popolare che di volta in volta metto in atto, attingendo a piene mani dal grande patrimonio decorativo, culturale e umano che la permanenza nella sua storica bottega e gli approfondimenti successivi mi hanno trasmesso.
Prossimi progetti…
Innumerevoli. Tra questi, dipingere la mia motoape e trasformarla in una libreria ambulante e realizzare un murales al Midulla, un eroico spazio autogestito per i bambini di un quartiere disagiato di Catania.