Di Anna Maria De Luca
ROMA – Apre il 15 novembre, all’Auditorium Parco della Musica, la prima mostra fotografica realizzata interamente da bambini africani. Si chiama “Scatti Liberi. L’Africa negli occhi dei bambini” ed è un progetto culturale realizzato in Mali e Kenya per ragazzi in situazioni di povertà e disagio sociale.
Come è nato il progetto. Grazie all’idea di Mohamed Keita, costretto ad abbandonare la Costa d’Avorio a soli 13 anni, per salvarsi dalla guerra civile. Approdato in Italia, dopo un drammatico viaggio, scopre la vocazione per la fotografia. Dopo anni di studio e lavoro, Mohamed decide però di ritornare in Africa per realizzare un sogno: coinvolgere in un’opportunità di riscatto professionale e sociale, attraverso la fotografia, bambini e adolescenti in situazioni di grave povertà, residenti nelle periferie di Nairobi (Kenya) e Bamako (Mali). E’nato cosi un percorso di formazione e integrazione, alternativa concreta alla vita di strada, per favorire le opportunità di crescita e di lavoro in loco.
I due laboratori fotografici. Narama (8 anni), Adama (18 anni), Amadou (10 anni), Boubakar (16 anni), Moussa (15 anni), Noumady (15 anni), Boubacar (10 anni), Ladji (14 anni), Fasseme (17 anni), Seydou (26 anni – assistente di Mohamed Keita), Namakan (29 anni – assistente di Mohamed Keita) nella primavera del 2018 sono stati prima formati e poi inviati come reporter a immortalare scene di vita quotidiana, tra povertà e felicità. Basi operative i due laboratori creati da Keita: uno in Mali, con l’aiuto della Fondazione Pianoterra (il laboratorio “Kene”, nel distretto di Kanadjikila, a Bamako. “Kene”, nella lingua locale significa “spazio”, per simboleggiare un luogo di incontro e redenzione), l’altro in Kenya, nelle periferie di Nairobi, grazie alla collaborazione di Amref Health Africa – Italia e del fotografo Marco Pieroni (il laboratorio chiama “Nafasi” che in swahili “spazio”).
Un’emigrazione all’inverso. “La storia di Mohamed Keita – commenta l’europarlamentare Silvia Costa, sostenitrice del progetto – è simbolica del valore aggiunto di creatività, cultura, arte e, soprattutto, umanità che tanti giovani migranti possono offrire. Una migrazione all’inverso, per sostenere giovani come lui ed evitar loro le partenze ed i viaggi drammatici: la migliore narrazione del fenomeno migratorio e del continente africano”. Una storia raccontata nel testo di Luca Attanasio “Il bagaglio. Storie e numeri del fenomeno dei migranti minori non accompagnati”, collaboratore del progetto.
La mostra. Realizzata dal “Cortile dei Gentili”, dipartimento del Pontificio Consiglio della Cultura per il dialogo tra credenti e non credenti, in collaborazione con Amref Health Africa – Italia e Fondazione Pianoterra, sarà aperta gratuitamente al pubblico fino al 25 novembre. Il ricavato della vendita delle foto è destinato a sostenere e finanziare i laboratori per ragazzi di strada in Mali, in Kenya e in altri Paesi. Commenta a Repubblica Mondo Solidale il cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha promosso e sostenuto il progetto: “E’un racconto differente, che rifiuta l’Africa dei luoghi comuni, dei pregiudizi e delle strumentalizzazioni. L’ignoranza e la paura dell’altro sono tra i mali più pericolosi del nostro tempo. Attraverso questi scatti i bambini ci stanno donando la propria storia, fatta di paure, speranze e attimi di quotidianità. Attraverso la lente di una macchina fotografica, ci stanno dicendo: “questa è la nostra verità. Ascoltatela. Rispettatela”.