“Dopo una recente ondata di violenze nel sud della Siria, si stima che fino a 180.000 persone siano scappate. Secondo l’UNICEF circa la metà sono bambini. Stando alle ultime notizie, molti di questi bambini e le loro famiglie continuano a non ricevere assistenza umanitaria salva vita di base.
Negli ultimi anni l’accesso umanitario in Siria è stato gravemente limitato, condizionato e a volte completamente negato. Di conseguenza, le vite di molti bambini sono state perse. Ali, 16 anni, è morto per malnutrizione acuta quando è stato negato l’accesso alla sua città. Ali è solo uno dei tanti bambini che hanno perso la vita negli ultimi 7 anni e mezzo.
Si sarebbero potute salvare facilmente molte vite in Siria se gli aiuti umanitari avessero potuto esser distribuiti tempestivamente e senza condizioni.
L’accesso umanitario significa salvare vite di ragazzi e ragazze, donne e uomini innocenti. È un imperativo umanitario e non un oggetto di negoziato. Il rifiuto dell’accesso umanitario ai bambini è una delle sei gravi violazioni dei diritti dei bambini, secondo le priorità del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Le Parti in conflitto che negano deliberatamente e arbitrariamente l’accesso umanitario saranno ritenute responsabili.
L’accesso umanitario è stato anche gravemente limitato per anni a due villaggi sotto assedio a Idlib. Accogliamo con piacere la notizia che i bambini e le famiglie, dopo circa 3 anni di assedio, possono finalmente lasciare questi villaggi per posti più sicuri.
Nonostante le sfide, gli operatori umanitari continuano a garantire assistenza salvavita essenziale ai più vulnerabili in Siria. Le continue notizie di attacchi contro gli operatori umanitari sono estremamente preoccupanti. Non sono un obiettivo, ma devono essere sempre protetti.
In Siria, ci sono circa 6 milioni di bambini che hanno bisogno di assistenza. A nome di tutti loro, l’UNICEF chiede un accesso tempestivo, duraturo, sicuro, senza condizioni e impedimenti per raggiungere tutti i bambini che hanno bisogno di aiuto ovunque essi si trovino in Siria. L’accesso è fondamentale non solo per distribuire aiuti, ma anche per fornire cure mediche in loco, protezione, visite sullo stato di salute, sostegno psicosociale e per realizzare delle valutazioni umanitarie.
L’UNICEF chiede a tutti i membri del Consiglio di Sicurezza di continuare a fare pressione sulle parti coinvolte nel conflitto. Consentire alle organizzazioni umanitarie e agli operatori umanitari di svolgere il proprio lavoro in Siria, protetti e senza condizioni. Consentire ai team di operatori umanitari di aiutare i bambini che hanno bisogno di assistenza ovunque essi siano e a prescindere da chi controlla la zona in cui vivono. Questo non è chiedere troppo, vero?