ROMA – Un pellegrinaggio continuo di persone affolla la chiesa ogni giorno: vogliono tutti vedere il suo corpo, nella cappella posta nella navata sinistra. Perché Anna Maria è tanto amata? Probabilmente perché la forza con cui visse la sua non facile condizione familiare – vista con gli occhi di oggi, tra crisi di valori, divorzi, sperimentazioni su embrioni umani – resta un esempio prezioso all’unità, un richiamo all’amore per le piccole cose e per Dio. O forse perché la sua vita suscita identificazione in molte donne alle prese con lavori umili e famiglie difficili. O forse perché a tutti noi ricorda un poco la figura di una nonna amorevole. Ma chi è Anna Maria Taigi? E’la prima donna popolana a raggiungere la beatitudine nella vita matrimoniale.
Domestica della famiglia Chigi e madre di sette figli, visse nella Roma dell’Ottocento. Le sue origini sono toscane: nasce a Siena il 29 maggio 1769 da Luigi Riannetti e Maria Masi. Quando Anna Maria ha sei anni i suoi genitori si trasferiscono a Roma, per problemi finanziari. Per aiutarli, va a fare la cameriera in una casa signorile. Nonostante la povertà sua e dei genitori, Anna Maria si dedica ad aiutare gli altri poveri: poiché le proprie risorse non bastano, si umilia a chiedere la caaità per loro. Intanto conosce Domenico Taigi, servitore della casa principesca dei Chigi nella Chiesa di S. Marcello al Corso. Lo sposa dopo quaranta giorni di fidanzamento e va ad abitare con lui, in un primo tempo, nelle stanze alte del medesimo palazzo Chigi a piazza Colonna, poi, nel 1817, nella casa di fronte dove si trova attualmente il Palazzo della «Rinascente», infine a via del Corso al n. 262. Per tutta la vita Anna Maria sopporta un marito onesto ma dai modi rozzi, un uomo che la maltratta e al quale lei dà sette figli: Serafina, Camillo, Alessandro, Luigi, Sofia, Luisa e Maria. Tre muoiono da piccoli. Nonostante questo, Anna Maria Taigi non molla: continua a prendersi cura del marito e a provvedere all’educazione dei figli e, come se questo già non fosse già un impegno sufficiente, riesce anche ad allargare il suo amore ben oltre i confini della famiglia dedicandosi ad aiutare i poveri e gli ammalati. Nei giorni festivi va negli ospedali di S. Giovanni in Laterano, di S. Giacomo degli incurabili e della Trinità dei Pellegrini (i tre esistenti a quell’epoca), prestando ogni umile servizio e confortando i ricoverati, cosi come faceva con i carcerati.
Instancabile badante di infermi e poveri, sotto la direzione spirituale di monsignor Raffaele Natali, allora segretario del maestro di camera di papa Pio VII, diventa terziaria dell’Ordine della SS.ma Trinità, il 26 dicembre 1808. La sua forza d’animo viene premiata ricevendo doni speciali: cade spesso in estasi, opera miracoli e guarigioni. Il segno più straordinario che l’accompagna per 47 anni, dal primo anno di matrimonio fino alla sua morte, è il “sole luminoso” nel quale vede gli avvenimenti passati, presenti e futuri, lo stato delle anime, le vicende della Chiesa. In questo sole, con un semplice sguardo, riconosce le cause dei mali degli uomini e della società e gli opportuni rimedi: quando inizia a predire con esattezza la morte di diversi prelati, iniziano a ricorrere a lei, umile domestica, vescovi, cardinali, papi e uomini di Stato, per ricevere consigli. Diventa confidente di Pio IX (celebre il colloquio che ebbe con lui in casa di Maria Luisa di Borbone il 17 Giugno 1814) e consigliera spirituale di futuri santi come Vincenzo Pallotti, Gaspare del Bufalo, Vincenzo M. Strambi. Come ha scritto l’abate Jean-Baptiste Chautard (1858-1935) nella celebre opera, “L’anima di ogni apostolato”: Anna Maria aveva “singolari doni soprannaturali di sapienza, discernimento spirituale e di profezia, soprattutto sui gravi problemi religiosi e politici del tempo. Tra gli eventi storici da lei preannunciati, l’abdicazione di Carlo IV Re di Spagna, la caduta di Napoleone, la data esatta della liberazione di Papa Pio VII. Predisse anche, con un anno di anticipo, l’elezione a Pontefice di Cardinal Mastai (futuro Papa Pio IX) e la data esatta della morte di Napoleone nell’isola di Sant’Elena.
Anna Maria muore a Roma il 9 giugno 1837 all’età di 68 anni. A 18 anni dalla sua morte, durante la riesumazione del corpo, si scopre che era rimasto intatto e in stato di perfetta conservazione. Venticinque anni dopo viene introdotta la causa di Beatificazione, conclusa il 30 Maggio 1920 da Benedetto XV.
In attesa della Canonizzazione, a Siena è stata posta una lapide in via dei Rossi: “Da questa casa che la vide nascere / il 29 Maggio 1769 / Anna Maria Giannetti nei Taigi / partiva in tenera età alla volta di Roma / dove per singolari virtù domestiche / sposa e madre eccelsa / per luce di consiglio ed ala di protezione / al «dolce Cristo in terra» / emula di Caterina / per i sentieri fioriti del bene / vera eroina di santità / fu conclamata dalle voci / degli umili e dei grandi / sigillata dai prodigi di Dio / consacrata dall’autorità della Chiesa”. Le misericordie che Dio ha operato attraverso Anna Maria sono state riportate da uno dei testimoni oculari, un prelato marchigiano che per venti anni è stato ospite della beata Taigi. I suoi racconti si trovano nell’archivio della Chiesa di San Carlo a Roma, tenuta dai Padri trinitari.
Anna Maria De Luca