Perchè si scelgono le Dolomiti, invece di altre mete di montagna? Le risposte sono tante e tutte validissime, certamente però, tra le ragioni che rendono unico questo insieme vario di crode aguzze, c’è la straordinaria mutevolezza dei colori di un paesaggio riconosciuto Patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO. I Monti Pallidi – così si chiamano anche le Dolomiti – cambiano volto di continuo: di notte se ne stanno livide e fredde, quasi argentee, sotto le luna e cascate di stelle; di mattina si ingentiliscono dei rosati poi nitidi azzurri dell’alba; di giorno sono metereopatiche, e accolgono i visitatori ora festose ora imbronciate, sempre imponenti; la sera esplodono nei rossi viola aranciati dell’enrosadira…

E se fosse possibile continuare a guardare le crode illuminate dalla luna anche nel sonno? Per rispondere a questo desiderio Raniero Campigotto, gestore del rifugio Col Gallina, sul passo Falzarego sopra Cortina d’Ampezzo  (http://lagazuoi5torri.dolomiti.org/ita/cortina/laga5torri/ospitalita/ColGallina/index.html), ha inventato la Starlight Room. Una stanza mobile dalle pareti di vetro, dove trascorrere una notte con le Dolomiti più spettacolari a portata di mano… e di sguardo.

 La Starlight Room è una cameretta matrimoniale di legno chiaro e vetro, completa di piumone rosso e riscaldamento, che può essere trasportata qui e lì di fronte a panorami mozzafiato ai piedi di alcune delle più belle montagne del Bellunese, dalla Tofana di Rozes al Cristallo, dall’Averau alle Cinque Torri… Sotto la Starlight Room ci sono due grandi sci che d’inverno consentono ai gestori del rifugio Col Gallina di trascinare la stanza mobile con la motoslitta. La cameretta dalle pareti di vetro è però disponibile anche d’estate, quando viene spostata su di un camion.

 Per i fortunati che riescono a conquistarsi una notte nella Starlight Room (bisogna prenotarsi con largo anticipo, al numero 0436.2939 o al cellulare 339.4425105), si prospetta un’esperienza davvero unica, che comincia con una cena luculliana al rifugio Col Gallina e prosegue poi con una camminata o ciaspolata fino alla Starlight Room (dovunque essa sia: la location varia, secondo le stagioni e l’estro dei proprietari), dove ci si può fare una doccia calda e poi accoccolare sotto le coperte, ascoltando la propria musica preferita o guardando un film. Anche se, a ben pensare, pare assurdo dedicare la propria attenzione alla TV, quando tutto attorno va in scena lo spettacolo esclusivissimo delle Dolomiti in notturna, tra stellati impensabili in città e crode maestose lucenti di luna. A pochi chilometri dalla vita mondana di Cortina d’Ampezzo, c’è questo angolo di pace assoluta, da godersi in compagnia della propria persona preferita. Assolutamente consigliato puntare la sveglia prestissimo, per lasciarsi incantare dalla meraviglia dell’alba con vista sul Lagazuoi, sulla Croda Nera o sul Sass de Stria e poi tornare a dormire, senza subire i faticosi shock termici della primissima mattina in alta quota.

Compresi nel prezzo della stanza (300 euro a notte) ci sono la cena in rifugio (antipasto: sfogliatina di verdure con patè di olive su specchio di lattuga e mascarpone; primo: tagliolini al pesto di zucchine, pomodorini confit e pinoli, ravioli ai carciofi con vellutata ai formaggi di malga e pancetta croccante; secondo: filetto di maiale in camicia di speck e salsa ai funghi porcini con patate ponte nuovo e verdure alla griglia; dessert: tortino al cioccolato cuore caldo con salsa alla vaniglia; vino cabernet), il trasporto nella Starlight Room, per chi non volesse raggiungerla per conto proprio a piedi, la colazione e una selezione di grappe aromatizzate e cioccolatini per la notte.

Carnevale esiste anche in alta quota, andando a spasso per i piccoli paesi abbarbicati e le crode rosate delle Dolomiti Bellunesi  ci si conquista la possibilità di vivere una festa antica fatta di dolci fritti, mascheramenti e tradizioni coloratissime. Quasi ogni vallata ha le sue usanze, più o meno radicate, per celebrare la festa ribelle del rovesciamento dei ruoli. Eppure capita di scoprire, a sorpresa, simbologie condivise da territori anche molto distanti – e magari separati da una catena imponente di crode.

 A Fornesighe, in Val di Zoldo, c’è la Gnaga. Una vecchia grinzosa che arranca per le vie del bellissimo paese, portando a spalla un ragazzino spavaldo. Al suo seguito, un corteo di maschere tradizionali: il matazìn, coloratissimo e rumoroso, il coco di lana bianca, gli sposi, l’ampezana, i musicisti fracassoni. Fuori dalla vecchia latteria (che da sola merita la visita), i turisti si mescolano con la gente del posto, si scaldano sorseggiando vin brulè e si godono la vista, magnifica, su Tamer, San Sebastiano e Spiz di Mezzodì. La Gnaga viene organizzata tutti gli anni, il primo weekend di febbraio, dall’associazione Al Piodech Zoldan, ed è un momento di festa e ritrovo anche per tanti zoldani che durante l’anno vivono all’estero, spesso lavorando come mastri gelatai. Durante il Carnevale zoldano si votano anche le maschere di legno che si contendono come ogni anno il primo premio della Rassegna volti lignei dei carnevali di montagna. Quella del 2017 è l’edizione numero 27, e il tema dell’anno è “i mostri”.

 A Dosoledo, in Comelico, Carnevale è essenzialmente due allegre sfilate di colori, fiori e maschere di legno: la prima, quella di Santa Plonia, è già andata in scena il 5 febbraio, la seconda è prevista come ogni anno per l’ultimo di Carnevale. Il 28 febbraio perciò l’appuntamento è per le 17 nel paese dell’antiquariato: che sembra esso stesso uno spicchio di passato conservato al presente, con la corona di splendidi tabià di legno che lo sigillano in basso, prima della discesa di verde con vista sulle cime aguzze. Entrambi i cortei carnevaleschi di Dosoledo hanno per protagonisti le figure tradizionali di Lachè, Matazìn e Matazère. I Lachè e i Matazìn indossano calzini a strisce, scarpe decorate con fiori, pantaloni di seta e vari strati di fazzoletti colorati. Sul capo portano un cappello a forma di cilindro decorato con perle e nastri variopinti, e procedono danzando.

 Un altro degli appuntamenti fissi del folklore bellunese è la Zinghénesta di Canale d’Agordo: dalle ore 14.30 del 26 febbraio appuntamento in Piazza Papa Luciani. Il corteo della Zinghénesta, la più importante figura femminile dei carnevali delle Dolomiti, parte alle 8 di mattina da Falcade, e attraversa a piedi i vari comuni della Val Biois, con la giovane Zinghénesta in testa, seguita da Matiéi, Lachè, Bér, el Caorón Spión, i Sasígn e tanti altri curiosi e insoliti personaggi.

 Scendendo di quota, nella valle del Piave si può partecipare al Carnevale lungo di Sedico, che ha un ricco programma di eventi dal 28 gennaio al 12 marzo (il 19 febbraio c’è anche una prima sfilata notturna di carri allegorici illuminati), al Carnevale di Castion e al Carnevale del capoluogo di provincia Belluno. Il Carnevale di Castion festeggia nel 2017 i suoi 57 anni di vita con la solita partecipata sfilata dei carri allegorici: appuntamento alle 14,30 lungo il Pian delle Feste. Per la prima volta dopo tanto tempo, inoltre, anche la città di Belluno avrà la sua sfilata: domenica 26 febbraio la giornata si apre alle 10 con la Carnivalrun, una corsa non competitiva di 5 chilometri per le strade del centro cittadino. Dopo la corsa, la sfilata delle maschere e quella dei carri, dopo il pranzo in Piazza dei Martiri.

 Infine, tornando alti verso il confine austriaco, il Carnevale più atteso di tutti, quello di Sappada. Il Carnevale di Sappada (Plodar Vosenòcht) è abitato da omoni burberi vestiti di folte pellicce d’orso e pantaloni a righe da carcerato. I Rollàte, con la loro maschera di legno dai grandi baffoni, i campanacci alla cinta e la scopa di saggina per spaventare i bambini, sfilano lungo le vie del paese durante tutto il periodo di Carnevale (e in particolare, giovedì grasso – 23 febbraio – con partenza da Borgata Cimasappada alle ore 14.30 e lunedì grasso – 27 febbraio – lungo le vie del paese nel pomeriggio). Oltre ai Rollàte, Sappada si riempie di figure mascherate di ogni tipo: per strada si incrociano facce ridicole o spaventose, tutte intagliate nel legno. Anche le altre maschere tradizionali, tutte realizzate artigianalmente in legno, vi faranno divertire durante le tre domeniche dedicate ai Poveri (Pèttlar Sunntach, domenica 12 febbraio: appuntamento in Borgata Cima Sappada dalle ore 14.30), ai Contadini (Paurn Sunntach, domenica 19 febbraio: in Borgata Kratten dalle 14.30) e ai Signori (Hearn Sunntach, domenica 26 febbraio: in Borgata Granvilla dalle 14.30) durante le quali si potranno vedere al lavoro anche gli stessi artigiani che le realizzano durante la Schnitzar Bette, concorso di intaglio delle maschere. In programma anche un torneo di Scopone su ghiaccio, rigorosamente in maschera (giovedì 23 febbraio presso il pattinaggio Dolomiti in Borgata Palù dalle ore 20.30) e il No Club, goliardica gara in maschera sugli sci per bambini ed adulti (martedì 28 febbraio in località Campetti – Nevelandia dalle ore 14.30).

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