Il Parco delle Cinque Terre è diventato capofila di una task force internazionale per salvaguardare l’ambiente.
Dieci partner internazionali, provenienti da Grecia, Spagna, Francia e Italia saranno impegnati nei prossimi tre anni, fino al 2019, nello studio di protocolli condivisi per il monitoraggio dei rifiuti nel Mar Mediterraneo, che ad oggi non sono stati ancora determinati. Protocolli che serviranno non soltanto a tenere sotto controllo il fenomeno della plastica in mare, ma anche come cartina tornasole che ci dirà se le misure adottate per contrastarlo funzionano o no e, soprattutto, a salvaguardare il delicato complesso di biodiversità che ospita il Mare Nostrum.
Il progetto MEDSEALITTER nasce infatti dalla sinergia di diversi soggetti, attivi a vario titolo sul fronte dell’inquinamento in mare, che negli ultimi anni hanno lavorato nei rispettivi paesi provenienza al rilevamento e analisi del cosiddetto marine litter, cioè il complesso dei rifiuti galleggianti e sommersi presenti nei nostri mari.
“Siamo soddisfatti degli esiti degli incontri succedutisi in questi giorni nel contesto del Kickoff di Medsealitter – dice Patrizio Scarpellini, direttore del Parco- Abbiamo avuto l’occasione di veder dialogare scienziati e amministratori locali, giornalisti e studenti. E’ il primo passo, il calcio d’inizio, appunto, di uno dei quattro progetti europei che vedranno il Parco e il territorio protagonisti a livello europeo. Siamo felici perche questi progetti avranno una importante ricaduta sull’ambiente, sia marino che terrestre. Saranno in grado, anche grazie agli spunti emersi nel corso dei confroni cui hanno partecipato anche gli amministratori, di coniugare le esigenze di tutti. Un primo piccolo passo le bacheche illustrative sulle attività in corso che saranno installate nei pressi dei porticcioli e delle marine dei borghi.”
Il mare Mediterraneo è uno dei principali hot spot mondiali per biodiversità, ma è anche uno dei mari più inquinati del mondo. La direttiva quadro sulla Strategia Marina considera i rifiuti marini come uno delle più gravi fonti di contaminazione del mare e afferma che il Buon Stato Ambientale, per questo indicatore, è raggiunto quando “le proprietà e le quantità di rifiuti marini non provocano danni alla costa e all’ambiente marino “.
Analoghe considerazioni sono state fatte da parte dei Paesi del Mediterraneo che hanno adottato la Convenzione di Barcellona, garantendo che i rifiuti marini non devono influire sulla biodiversità e i servizi ecosistemici sono stati incorporati come obiettivo ecologico principale. Nonostante molte organizzazioni del Mediterraneo stiano lavorando su questo tema, non c’è alcun protocollo comunemente accettato,che permetta di valutare l’inquinamento da rifiuti marini. Da questa analisi nasce il progetto MEDSEALITTER: le plastiche e i rifiuti nel Mar Mediterraneo sono un problema internazionale, che impone dunque l’adozione di un ottica sistemica al fine di eliminare le cause strutturali alla base del fenomeno, superando l’ottica dei confini, delle competenze e delle responsabilità dei singoli Paesi.
Ed per questo che ISPRA (Italia), Università di Barcellona (Spagna), Università di Valencia (Spagna), AssMedasset (Grecia), Hellenic Centre for Marine Research (Grecia), AMP Villasimius (Italia), EcolePratiquedes Haute Etudes(Francia), EcoOcean (Francia) e Legambiente (Italia), capitanati dal Parco Nazionale delle 5 Terre (Italia) – che svolgerè fino al 2019 l’importante ruolo di capofila del progetto – hanno redatto e avviato il progetto europeo MEDSEALITTER, cofinanziato dal PROGRAMMA INTERREG MED.