Un obiettivo complesso e sfaccettato che richiama con forza la necessità di alleanze tra i vari soggetti chiamati a prendersi carico di questo bisogno. Ma esiste un modello per far funzionare un’alleanza?
Ileana Olivo, responsabile del Servizio Politiche sociali della Provincia autonoma di Trento ha ricordato come la legge provinciale sulle politiche sociali, che troverà a breve attuazione, ha il suo fondamento nelle relazioni, individua chiaramente i livelli di responsabilità istituzionale e riconosce un ruolo di protagonisti ai cittadini, alle famiglie, al terzo settore, alle organizzazioni sindacali e anche al mondo dell’economia. È chiara dunque la necessità di disciplinare le alleanze tra i diversi soggetti e di valorizzare cittadini e soggetti fragili in un’ottica di reciprocità.
Enrico Nava, direttore dell’Integrazione socio sanitaria dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, ha sottolineato che non è sostenibile un sistema di welfare che faccia riferimento solo al supporto pubblico e di qui l’esigenza di costruire alleanze con chi può spendere parte del proprio tempo per supportare il prossimo e dare corso a progettualità innovative compartecipate.
Annamaria Marchionne ha portato l’esperienza della Consulta per la salute da lei presieduta, chiamata a mettere in rete associazioni diverse, che da qualche anno opera in stretta collaborazione con l’Azienda sanitaria, attraverso la collaborazione alla costruzione dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali sia nell’ambito della implementazione dei processi di integrazione sociosanitaria sia per la prevenzione e promozione della salute, e ha ricordato la necessità di formare nelle istituzioni professionalità nuove, capaci di accompagnare questo processo di cambiamento profondo.
Serenella Cipriani, della Cooperativa Consolida ha raccontato l’esperienza di alleanze già attive, ma che sentono la necessità di regole per funzionare nel tempo, i frutti del distretto dell’economia solidale attivo in carcere che rivela come sostenere la fragilità porti alla luce preziose risorse, partendo da quelle umane.
“La priorità per chi ha un bisogno è avere una risposta” ha affermato Paolo Frenez, dirigente del Servizio Attività sociali del Comune di Trento, una risposta che deve arrivare nonostante a volte il necessario lavoro di rete retrostante non sia lineare.
Ma i servizi sociali da soli non riescono a fornire tutte le risposte. Accanto alla doverosa erogazione di servizi sono quindi impegnati nella valorizzazione delle comunità locali, nell’ottica di un lavoro condiviso e partecipato. Non va dimenticato che il lavoro sulle reti non ha regole prestabilite, è in continua evoluzione, può scontrarsi con ostacoli e insuccessi, ma ha una potenzialità illimitata. Compito del servizio pubblico è quindi anche, e sempre di più, quello di mettere altri in condizione di fare.
Fiducia reciproca, obiettivi comuni, chiara definizione degli ambiti di azione: questi gli elementi fondamentali di un’alleanza chiamata a dare risposta a bisogni sociali in evoluzione, basata ancora una volta sul concetto smart di partecipazione.