Una collettiva e una personale su artisti siciliani “di rientro”. Inaugurazione il 13 maggio a Palazzo Sant’Elia per la Settimana delle Culture
Una riflessione sul paesaggio tramite il lavoro di sei artisti siciliani che, pur essendo ambasciatori della cultura italiana riconosciuti all’estero, hanno voluto continuare a lavorare in Sicilia. E una personale che indaga il mondo dell’uomo attraverso ritratti e sagome apparentemente privi di emozioni, ma carichi di responsabilità.
E’ il nuovo progetto che prende corpo a Palazzo Sant’Elia, in via Maqueda a Palermo, dove, ad apertura della “Settimana delle Culture” si inaugurano – venerdì 13 maggio dalle 18 alle 22 – la personale di pittura di Sergio Fiorentino, “Dasein. Essere nel Tempo” a cura di Alberto Mattia Martini per la Galleria Arionte Arte Contemporanea; e la collettiva “Paesaggi…Sei artisti due realtà siciliane” – a cura di Giacomo Fanale, organizzata dalla community di artisti e professionisti dell’arte I.D.E.A.hub – che raccoglie le opere di Melchiorre Napolitano, Enzo Venezia, Rosetta D’Alessandro, Enzo Rovella, Giacomo Failla, Luciana Anelli. Un progetto unico che vede il Palazzo come un unico contenitore di suggestioni diverse ma dall’unico linguaggio. A fianco delle due mostre, prendono vita anche la collettiva di fotografia “Lo sguardo e la Luce 2016” curata da Maria Antonietta Spadaro; e la mostra di fotografia “U sali, Li salini, i salinara” di Leonardo Timpone, curata da Bernardo Tortorici.
I.D.E.A.hub ha coinvolto gli allievi di alcuni licei palermitani. Per l’inaugurazione saranno quindi presenti, gli allievi del Liceo scientifico Cannizzaro e del Liceo artistico Catalano che accoglieranno, informeranno e guideranno il pubblico; e gli studenti del Liceo musicale e coreutico Regina Margherita che proporranno brani classici nell’atrio del Palazzo.
Dasein, essere nel tempo
Sergio Fiorentino
a cura di Alberto Mattia Martini per la Galleria Arionte Arte Contemporanea
Cavallerizza – Palazzo Sant’ Elia
Via Maqueda 81 – Palermo
13 > 30 maggio 2016
Orari: da martedì a venerdì 9 | 18, sabato e domenica 10 |19.
Ingresso libero.
Inaugurazione: 13 maggio dalle 18 alle 22.
Il volto come anima del mondo, questa è la scelta che Sergio Fiorentino ha l’urgenza ed il coraggio di circoscrivere come alfabeto comunicativo del suo pensiero. Partendo dal concetto che la realtà che ci circonda è a volte complessa e sfuggente, l’artista sceglie il volto, il ritratto e a volte l’uomo nella sua totalità corporea, per ricordarci che noi siamo nel mondo grazie al mondo stesso e che esso non è qui per noi, ma il contrario. Apparentemente svuotati, privati di emozioni, i ritratti di Sergio Fiorentino osservano il circostante, con occhi fissi orientati dritti e tesi al proprio interlocutore visivo. Una fissità apparentemente asettica che invece racconta l’intimità dei personaggi, andandone a esplorare la loro fragile umanità, ma al contempo anche la determinazione ad “esserci nel mondo”, uscire dalla logica della forza, della ragione imposta con la prevaricazione, rinunciando alla pretesa di essere i detentori della verità. I personaggi raccontati da Fiorentino rischiano, “ci mettono la faccia”, avendo ben presente che non esiste un’unica realtà oggettiva. Il blu domina nelle opere di Fiorentino, un blu oltremare che richiama il mare della Sicilia e l’indaco del cielo di Noto, della luce che abbaglia gli occhi, a tal punto da doverli socchiudere, ma non chiuderli, per non privarsi un solo attimo dell’infinito. Il colore blu acrilico diviene la base dalla quale partire per poi successivamente intervenire con i colori ad olio e quindi dare vita e struttura ai soggetti ritratti. Il blu tuttavia non scompare, non muore ma riemerge, potremmo dire risorge improvvisamente, quando l’artista interviene infierendo ed infliggendo numerosi graffi alla persona ritratta. Un gesto apparentemente violento, distruttivo, che lascerebbe pensare ad un impeto irrefrenabile ed è invece un atto d’amore per il genere umano.
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“PAESAGGI… sei artisti due realtà siciliane’’
a cura di Giacomo Fanale per I.D.E.A.hub
con testo critico di Simona Di Bella
Sala delle Capriate – Palazzo Sant’Elia
Via Maqueda 81 – Palermo
13 > 30 maggio 2016
Orari: da martedì a venerdì 9 | 18, sabato e domenica 10 |19.
Ingresso libero.
Inaugurazione: 13 maggio dalle 18 alle 22.
“PAESAGGI… sei artisti due realtà’’ propone opere di artisti siciliani che sono inseriti a buon titolo nel panorama artistico internazionale, e che hanno riscosso riconoscimenti e apprezzamenti significativi all’estero, “culture a confronto e culture di riflesso”. Sei artisti – Melchiorre Napolitano, Enzo Venezia, Rosetta D’Alessandro, Enzo Rovella, Giacomo Failla, Luciana Anelli – latori di quel messaggio universale che è del “fare arte” in Sicilia; si confrontano con una cultura antica e con una naturale tavolozza cromatica che non ha riscontri al mondo. La mostra “PAESAGGI…“ indaga il mondo dell’inconscio, l’anima, costringe sulla tela atmosfere del sogno, dell’immaginario sensoriale, capaci di esprimere messaggi universali che intrigano e che affascinano.
Contaminati da esperienze internazionali, gli artisti in mostra hanno saputo interagire con orizzonti più ampi, sviluppando sensibilità, rielaborando emozioni, ampliando i contesti. Ambasciatori di “cultura”, si sono affermati nel contesto dell’arte contemporanea, in modi e cromie profondamente dissimili, ma con elementi formali e lessicali comuni.
Coetanei o quasi, Melchiorre Napolitano, Enzo Venezia, Rosetta D’Alessandro, Enzo Rovella, Giacomo Failla, Luciana Anelli hanno saputo mediare tra tradizione e sperimentazione, sensibili ai movimenti artistici contemporanei con cui si sono sempre confrontati; ma hanno sempre conservato la loro intensa sicilianità: le loro opere sono manifesti di due realtà isolane storicamente lontane e a volte conflittuali, espressione di un particolare momento ritenuto significativo del lavoro di ciascuno di loro.
“Il PAESAGGIO” è sentimento, realtà immaginata, testimonianza muta di un sentire che attraversa l’anima e la fonde con la razionalità cruda. Il paesaggio è viaggio, metafora arcaica di una lontana isola, agognata, forse mai raggiunta, perché la meta è solo un pretesto. Sei artisti, altrettante realtà contemporanee, sei modi di raccontare il sentimento insulare. Liberi da stereotipi polverosi e folkloristici, sperimentano il superamento dei confini topografici. Diversi tra loro, coetanei artisticamente, accomunati dall’amore per i cromatismi naturalistici, dalla passione per il sale e la terra. In Luciana Anelli il segno pittorico è lo specchio deformante di una società contemporanea che lascia spesso disorientati, attoniti. Una ricerca di “ordine”, attraverso la rigidità delle forme e degli spazi, intesa come bisogno di certezza in mezzo a scenari tumultuosi, tra incubo e realtà. Giacomo Failla interiorizza il paesaggio e lo sublima attraverso l’alchimia dei colori. Un’esplosione caleidoscopica di emozioni, a tratti violenta, da cui si sprigiona l’energia originaria. Di sentimento onirico, a tratti mistico, sono intrise le opere di Rosetta D’Alessandro. Riflessioni, immagini acquose immerse in un lattiginoso silenzio, uno spazio reale e allo stesso tempo metafisico. Un’evidenza che appare pressoché scontata per Enzo Rovella, la cui ricerca quasi spasmodica della bellezza lo ha portato ad indagare civiltà lontane e ad accogliere l’essenza che ogni esistenza cela, attraverso virtuosismi cromatici perturbanti. I paesaggi descritti dal tratto squisitamente grafico di Enzo Venezia sono pulsanti di cultura e tecnica raffinata. È suggestiva la citazione di Metropolis (Fritz Lang) nel paesaggio palermitano, costantemente rivisitato, che mette in evidenza le zone d’ombra e quelle in luce così come i limiti e i pregi. Melchiorre Napolitano analizza invece la relazione di reciprocità tra forma e colore. Rompe un equilibrio sottile, spesso effimero, mettendo a nudo segni, figure, cromatismi. Scava all’interno della coscienza, quasi a cercarne il nucleo magmatico. (Simona Di Bella)
Tina Bottani