Non solo riposo: piccolo mondo antico, tutto da scoprire, natura incontaminata, architettura tipica, un ambiente di persone autentiche.
Nella città di Sutrio presso la Sala Convegni dell’Oratorio Parroccchiale venerdi 13 marzo si svolgerà il Convegno “LA COMUNITÀ OSPITALE – DIE GASTLICHE GEMEINDE” alla presenza del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, con Enzo Marsilio (Presidente Borgo Soandri), con VDA Group e Dario Ambrosio, Peter Brandauer (Sindaco di Werfenweng), Loris Teneguzzi direttore Servizio Montgna Regione FVG, con il direttore APE Matteo Mazzolini e il progettista Andrea Boz, con Stefano Lucchini (Presidente UNCEM FVG), Fabrizio Piller Roner (Consorzio Turistico Sappada), Paola Cigalotto (Architetto), con Lucia Miotti (Presidente Albergo Diffuso Comeglians), Italo Clementi (Vicepresidente nazionale Federtrek). Modera Graziano Lorenzon. Si parlerà del progetto Interreg IV Italia Austria GAST dedicato al concetto di Albergo Diffuso creato fra Sutrio, Sauris, Sappada e Werfenweng (Austria), tutte realtà contestualizzate e integrate nella comunità che ne sintetizzano cultura, storia e tradizioni per incentivare le attività di promozione e consolidamento del comparto turistico.
Si è creata una rete tra i vari poli e, all’interno dei diversi poli, tra le strutture commerciali, turistiche e artigiane. Fine ultimo quello di coinvolgere l’intero paese nell’offerta di un prodotto turistico completo e accattivante trasformandolo in una “Comunità Ospitale”. L’idea dell’albergo Diffuso nato proprio in Carnia (Sauris di Sopra- Lateis 1980-1983) intende proporre un programma di gestione territoriale per le aree rurali in crisi, per le quali, dati i valori ambientali, storici e culturali che le caratterizzano, è stato fin da subito ipotizzabile l’attuazione di programmi di turismo eco-compatibile da utilizzarsi come supporto ed integrazione e di programmi di recupero socio-economico delle Comunità ancora residenti. Con il progetto GAST si promuove un turismo che richiede ambienti ecologicamente sani, abitati da Comunità attive, ricche di storia, cultura e tradizioni. E pertanto la creazione di ospitalità e realizzazione di posti letto deve avvenire nel rispetto di un progetto generale, compatibile con altre azioni di valorizzazione e di recupero. Recuperare un patrimonio edilizio esistente conservando canoni architettonici della tradizione ha unito felicemente la volontà di innovare e guardare al futuro.
Ma non solo. Una comunità ospitale sa diffondere una cultura energetica e rendere consapevoli le amministrazioni comunali, per garantire la costruzione di una visione condivisa nell’interesse generale della comunità dell’intero territorio di riferimento, sula base della cooperazione tra attori locali per rilanciare lo sviluppo sostenibile del territorio. La comunità ospitale di Sutrio è già riuscita nell’intento, orientando tutte le riqualificazioni del proprio patrimonio edilizio alla massima efficienza energetica secondo i dettami del protocollo di qualità CASACLIMA. L’albergo si “diffonde” nel paese ed il paese entra nell’albergo. In questo senso i residenti rappresentano un soggetto primario dei rapporti sociali con il turista, in quanto sono parte integrante e necessaria dell’offerta turistica stessa. Sono i protagonisti attivi che sanno dare vita all’ambiente, che creano la comunità ospitale aprendo le proprie case o narrando le proprie storie, o semplicemente portando avanti tradizioni consolidando e mantenendo lo spirito autentico dei luoghi. Il turista così riesce a innescare un circolo virtuoso che contribuisce a rimettere in moto, secondo un nuovo equilibrio, le attività economiche e sociali soddisfacenti per la vita dell’uomo, dunque un driver che restituisce qualità della vita alle persone residenti, creando appunto una “Comunità ospitale”. Attraverso questa tipologia di Albergo Diffuso la cui primogenitura è tutta friulana, tutto il paesaggio è rimesso in gioco, diventa occasione per riappropriassi del concetto di paesaggio in tutte le sue accezioni, quale intreccio di natura, storia, cultura, dove l’agire per il futuro si confronta con la pluralità delle diverse vocazioni, mantenendo la totalità della cultura alpina, tenendone uniti tutti i fili.