Il web ha ormai trasformato i consumatori in comunicatori. Con oltre 70 miliardi di messaggi diffusi giornalmente, i social media hanno superatoin quantità la comunicazione pubblicitaria. Ora la nuova sfida è trovare gli argomenti giusti per distinguersi nel mare magnum delle informazioni disponibili sulla Rete. Le istruzioni per vincerla nel TTG Forum svoltosi a TTG Incontri,la principale fiera b2b del turismo internazionale in programma fino a oggi a Rimini Fiera.
RIMINI – 70 miliardi di messaggi influenti al giorno, 350 milioni di foto condivise quotidianamente solo su Facebook, 250 miliardi di scatti fotografici messi in rete a disposizione di tutti, buona parte dei quali manifestamente o potenzialmente a soggetto turistico. Questi i dati illustrati ieri da Gianluca Diegoli, digital marketing manager, contract professor IULM e blogger, nel corso del TTG Forum “Il turista come media”, in occasione di TTG Incontri, la principale fiera italiana b2b del turismo internazionale. Cifre impressionanti, destinate a lievitare in modo esponenziale e a passo rapidissimo, che confermano l’urgenza, per le aziende del settore turistico, di adeguarsi alle nuove modalità e ai nuovi linguaggi comunicativi degli utenti. “Oggi – ha spiegato Diegoli – sono le informazioni a cercare noi, non il contrario. Pensiamo alla quantità di foto postate dagli amici che abbiamo sui social media e che arrivano nelle nostre bacheche senza che le richiediamo: sono tutte informazioni su località, hotel, ristoranti che ci piovono addosso e che non possono non influenzare la nostra opinione sulla reputazione dei soggetti stessi”.
“Non siamo più turisti, siamo persone”, ha aggiunto Roberta Milano, contract professor di Web Marketing Turistico presso l’Università di Genova, nonché autrice del libro ‘Turismo e Reput’azione’ . Persone che incominciano a viaggiare quando incominciano a sognare una destinazione. E le informazioni che trovano sul web possono aiutarle ad attivare il sogno. “I libri, la letteratura e il cinema sono da sempre stati elementi capaci di influenzare le scelte di viaggio. Ora le parole e le immagini si sono trasferite sui social. E anche se i messaggi sono telegrafici, come avviene su Twitter, o se le immagini sono frutto di scatti di impulso, come avviene su Instagram, hanno una valenza semantica significativa”.
Ma si tratta sempre di foto scattate a caso? “Se si pensa, come dovrebbe essere, a una partecipazione strategica all’interno di questo nuovo flusso comunicativo, bisogna conoscere bene tutte le opportunità che offre. Ci sono strutture che si rifanno il look pensando anche all’aspetto che avranno una volta presenti su Google Maps”, puntualizza Milano.
Diegoli conferma, e aggiunge che le aziende e i territori interessati ad entrare in modo efficace nel mondo social devono “adeguarsi ai riti degli utenti, osservando il tipo di immagini che guadagnano più click, e che non sono necessariamente le immagini stereotipate di una destinazione e neppure quelle più artistiche. Spesso sono le più stravaganti o inusuali”.
Dunque, la direzione della comunicazione nel mondo social del web 2.0 si inverte nettamente; ora sono i consumatori a dettare le regole, non più le aziende, che devono adeguarsi a modalità comunicative in rapida trasformazione e totalmente in mano agli utenti. “In ambito turistico, questo cambio di direzione mette al centro il viaggiatore, la sua esperienza soggettiva e privata, la propria storia personale, che in molti casi vale più delle stelle attribuite oggettivamente ad un hotel – spiega Laura Rolle, docente di semiotica applicata al marketing turistico presso l’Università di Torino –. Una delle sfide del web oggi è quella di entrare in relazione con il reale in modo diverso. Il fenomeno Qrcode ci può far comprendere bene il tipo di relazione che potrebbe svilupparsi in futuro. Ci sarà un turista bricoleur, che agirà indifferentemente su realtà e dimensione virtuale, creando storie e prodotti che combinano i due aspetti. Nasceranno gruppi altamente selettivi di utenti, che si riconosceranno in gusti, esperienze e valori, e che potranno scambiarsi opinioni selezionate. Rispetto ad oggi, l’utente-bricoleur sarà più consapevole degli strumenti che avrà a disposizione e sarà per questo più selettivo”.
Ma non è tutto. Il futuro prospetta nuove soluzioni comunicative in cui non sono più solo parole e immagini a farla da padrone. “Uno degli aspetti che stiamo monitorando noi semiologi – annuncia Rolle – è la dimensione sonora ed acustica. Quando si pensa al viaggio la mente va immediatamente al paesaggio, a qualcosa che va fruito con gli occhi, attraverso la vista. La nostra osservazione si sta invece spostando sugli ‘ambienti acustici’, che ritengo possano rivelarci interessanti sorprese per il futuro. E intanto, non a caso, sta già sommessamente emergendo la ricerca, da parte di alcuni viaggiatori, di ‘luoghi del silenzio’…”.