Questa è una meta facilmente raggiungibile da Merano, a Tel/Parcines ci si arriva con l’auto in una decina di minuti, con l’autobus di linea, in bicicletta sulla ciclabile della Via Claudia Augusta, in treno (la stazione è a pochi metri di distanza).
Bad Egart è un grande fabbricato con la facciata ricoperta da rampicanti, ex stabilimento termale (il più vecchio del Tirolo), le fonti d’acqua curativa sono conosciute sin dal 1430, anche se si pensa siano state utilizzate già dai romani. Di qui passava la Via Claudia Augusta che serviva per superare le Alpi. Oggi l’antica strada è utilizzata come pista ciclabile, si parte dalle Alpi austriache, si passa la cresta di confine e si scende in Italia percorrendo la valle dell’Adige fino alla pianura veneta e al Po.
Quaranta anni fa Karl Platìno (nome d’arte Onkel Taa, zio Taa) apre il suo locale qui, lo chiama Onkel Taa – Bad Egart.
Poco alla volta il ristorante diventa quel unicum che è Onkel Taa. Platìno è cuoco, artista, alleva lumache, coltiva le erbe aromatiche e le verdure per la sua cucina, è un collezionista compulsivo, devoto e nostalgico ammiratore del Kaiser Francesco Giuseppe I e della moglie Elisabeth (Sissi).
Le fonti d’acqua sono in simbiosi con questa casa, quella sulfurea emerge direttamente dentro l’edificio, poco sotto il piano di calpestio ed era utilizzata per i bagni curativi anche dall’imperatrice Sissi. All’esterno dell’edificio, verso monte, gorgoglia e zampilla l’acqua ferruginosa utilizzata per le cure idropiniche. E’ romantico sentire l’acqua che scorre e che riempie anche le tinozze di legno poste lì sotto. In queste tinozze munite di sedile ci si poteva accomodare per prendere il bagno curativo e contemporaneamente degustare il pranzo presentato sull’asse posata tra i due bagnanti. La terza fonte è nel bosco a monte dell’edificio ed è chiamata “delle betulle”, è classificata come acqua minerale ed è quella presentata in tavola al ristorante.
L’arredo del locale è quello tipico rustico altoatesino, impreziosito da oggetti vintage della sua raccolta. Ci sono scaffali con vecchie brocche, tazze, piatti, e oggetti in legno. Tutto ricorda la tradizione contadina e il museo adiacente raccoglie migliaia di oggetti quali bottiglie, caraffe, chiavi, attrezzi per il lavoro e per la casa. In numerose vetrinette sono raccolti i più preziosi o cari, per esempio la raccolta delle lumache rappresentate in tutti i materiali, forme e grandezze. Oppure la vetrinetta, coperta da una pudica tendina ricamata, dove trovano posto gli oggetti erotici, eleganti e minuti. La raccolta più evidente è quella che riguarda gli Asburgo (sulla porta d’entrata del museo sventola la bandiera storica dei regnanti austro-ungarici). Una esposizione di oggetti unica per ricchezza di testimonianze. Sono privilegiati l’imperatore Francesco Giuseppe I (Kaiser Franz Joseph I) e l’imperatrice Elisabeth (Sissi), la sfortunata sposa, che amava suo marito ma non sopportava la cupa atmosfera della corte di Vienna. Per motivi di salute sempre più frequenti i suoi soggiorni in Ungheria e a Merano. La favola dei ricordi esposti nel museo di Onkel Taa inizia con il matrimonio dei due reali.
Nella sezione del museo posta all’esterno si possono annoverare la ricostruzione del villaggio dei tempi di Ötzi, la chiesetta con oggetti sacri e l’orologio del campanile della chiesa di Resia, sommersa dalla creazione del lago artificiale.
Nel giardino si ammirano opere in pietra di Platìno, si possono osservare pure le lumache allevate con grande cura.
Da rimarcare anche una collezione di porte, di cui solo alcune visibili all’esterno del locale, mentre le restanti occupano quasi totalmente il primo piano dell’edificio.
Ma non possiamo dimenticare che Onkel Taa è il ristorante, ora lui non è più in cucina, aiuta. Ai fornelli troviamo la figlia Janett, solida preparazione professionale di base, non può tradire la tradizione di un padre tanto… pirotecnico, ma ci ha messo del suo, si vede e si sente.
In sala la Signora Marianndl per accogliere e servire i commensali con squisita gentilezza.
Nel menù non possono mancare i piatti del Re delle Lumache, quindi quelle classiche alla Bourguignonne, alla Provençale, al caprino nostrano o alla crema di tartufo d’Alba. Possiamo assaggiarle anche in umido con verdure oppure il filetto di manzo con le lumache in umido. Logicamente sono quelle allevate dietro casa!
Un altro pilastro della cucina è il cibo della corte asburgica, in un ambiente come questo è da provare il menù imperiale con i piatti più graditi dall’imperatore e da sua moglie: l’entrée con gamberi di fiume. Potage di crema al vino bianco con carciofi, crema al tartufo bianco e stimmi di zafferano servito nel secchiello da fonduta (indimenticabile). Gulasch all’ungherese Kalbspörköllt Gödölö (castello dell’Ungheria dove Sissi amava soggiornare) con spezzatino di vitello, peperoni, speck, gnocchetti di semolino e Kamut, e polenta. Dessert con tortina Gugelhupf con frutta candita e crema al cioccolato caldo, gelato aromatizzato alla violetta (il preferito dall’imperatrice Sissi, anche se allora si trattava più di un semifreddo e proposto da Janett come omaggio a questa donna leggendaria). Il tutto da abbinare a vini classici altoatesini con etichetta personalizzata. Un menù K. u. K. (Kaiser und König, cioè imperiale e reale, come apposizione del marchio dei fornitori della Casa d’Asburgo) che sarà servito alle Loro Altezze Imperiali e Reali, cioè voi!
Più normalmente potete chiedere il gulasch di bue nostrano, su ricetta del Feldmaresciallo Radetzky, non dimenticare mai le patate “Onkel Taa” alla piastra (per un buongustaio è un dovere), la polenta di Janett è di tre tipi bianca, gialla e saraceno sovraposti e arrotolata come uno strudel. I vini altoatesini più adatti al cibo, tra cui la chicca del Messwein, uno chardonnay prodotto per la celebrazione della messa e disponibile anche al bicchiere.
Entrare qui è immergersi in un’altra dimensione, visiva e gustativa!
U. B. ©2013
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