Nelle valli del Trentino sono tante le tradizioni carnevalesche che si perdono nella notte dei tempi: dalle raffinatezze asburgiche a Campiglio al Carnevale ladino in Val di Fassa, fino alle sfilate dei carri allegorici tra le palme del Garda

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Divertirsi ai piedi delle Dolomiti, nel periodo più pazzo dell’anno. Al di fuori delle mete classiche dei Carnevali italiani ed internazionali, il Trentino propone una serie di celebrazioni tradizionali, molto peculiari. Forti e radicate, queste feste popolari sono sopravvissute nel tempo nelle valli  e propongono ancora oggi un legame forte con un pezzo di storia e di tradizione del territorio. Difficile trovare qui Arlecchini e Pulcinella; tra le montagne del Trentino è più facile imbattersi nei tipici costumi dei carnevali etnici.

Tradizione, cultura e divertimento; queste le caratteristiche dei due Carnevali etnici delle Valle di Fassa e della Valle di Fiemme. Il primo, ambientato fra le stupende Dolomiti fassane, si propone come una celebrazione dell’identità ladina, con le “mascherèdes”, spettacoli burleschi e canzonatori nell’antica lingua che proseguono per quasi un mese, dal 17 gennaio al 12 febbraio. Tra le attrazioni principali la sfilata di Bufòn, Marascons e Lachè, con maschere lignee realizzate ancora oggi in modo artigianale dagli scultori della valle.

Nella vicina Val di Fiemme, l’appuntamento è con il “Carnevale dei Matòci”, che ripropone l’antica usanza dei cortei nuziali, trasformata in manifestazione carnevalesca all’inizio del ‘900. I matoci sono buffi personaggi che sfilano per le dieci frazioni di Valfloriana indossando abiti vivaci, abbelliti con fiocchi e coccarde dai colori sgargianti e con il volto coperto da tradizionali maschere in legno (le facère).

Un Carnevale che ha solide radici nella tradizione lo troviamo anche in Val di Cembra, dove i giovani del paese il martedì grasso tagliano l’albero più bello del bosco. Spogliato dei rami, viene trascinato in paese e “battezzato” davanti agli abitanti, per poi essere issato e ricoperto da cima a fondo di paglia e bruciato come una gigantesca fiaccola. Attorno al fuoco si raduna la comunità.

Più recenti, ma non per questo meno affascinanti, i riferimenti storici del Carnevale di Madonna di Campiglio: nella Perla delle Dolomiti rivive infatti la corte viennese della fine dell’Ottocento con i suoi fasti, i costumi, le carrozze, le dame in splendidi abiti e i walzer. Un Carnevale di grande suggestione storica e molto raffinato, che riporta alla memoria i tempi in cui – era la fine dell’800 – la cittadina ospitò nei suoi prestigiosi alberghi la principessa Sissi e l’imperatore Francesco Giuseppe, oltre ad altri illustri rappresentanti dell’aristocrazia europea. Da domenica 10 a venerdì 15 febbraio la corte viennese torna simbolicamente ai piedi del Brenta per riproporre quelle stesse atmosfere.

Asburgico © Pinzolo

A Trento e a Rovereto, invece, vanno in scena carnevali più classici. Nel capoluogo, in Piazza Duomo ed in Piazza Cesare Battisti, ci sarà spazio per sfilate e numerose altre iniziative dedicate all’intrattenimento dei più piccoli, così come nelle città della Quercia, che dedica proprio ai bambini momenti particolari.

Cambiano le atmosfere e l’ambientazione. Fra le palme dei viali di Arco, dono del clima del lago di Garda, si registra un grande ritorno per questo 2013: quello della grande sfilata dei carri allegorici, in passato famosa in tutto il mondo, con il centro storico che si trasforma in “Arcoland, città dei balocchi”, un vero parco dei divertimenti per i più piccoli con l’allegria di trampolieri, clown e giocolieri. Sono tante, poi, su tutto il territorio provinciale, le sfilate di carri allegorici e maschere che porteranno nelle piazze migliaia di persone, tra i quali i Gran Carnevali di Tione, Storo, San Michele all’Adige e Borgo Valsugana.

In tutto il Trentino, infine, sarà protagonista l’enogastronomia tipica con in particolare i grostoi: il tipico dolce carnevalesco si accompagna volentieri con il vin brulè, per contrastare le temperature di una Carnevale 2013 che arriva nel cuore dell’inverno.

carnevale asburgico ©Madonna di Campiglio