“Sci gratis” è l’offerta turistica dei poli sciistici del Friuli Venezia Giulia per la prossima stagione invernale: al pernottamento a un prezzo vantaggioso negli hotel convenzionati viene abbinato uno skipass gratuito valido per l’intera durata del soggiorno. Alla promozione partecipano, con offerte diversificate, tutti i poli sciistici regionali di Tarvisio, Sella Nevea, Piancavallo, Ravascletto-Zoncolan, Forni di Sopra e Sauris, che propongono tante attività per incontrare tutte le esigenze, dallo sci, al divertimento, al relax.
Qualche esempio? Il pacchetto per lo sci alpino comprende il pernottamento con trattamento di mezza pensione e skipass incluso a partire da 55 € a notte a persona per un minimo di 3 notti. Attenzione particolare è dedicata alle famiglie, a cui è rivolto un pacchetto specifico che regala il soggiorno in albergo e lo skipass ai bambini di età inferiore agli otto anni in vacanza con i genitori. L’offerta, diversificata rispetto alla durata del soggiorno e al tipo di struttura, è disponibile per le località di Forni di Sopra, Tarvisio e Piancavallo. Inoltre, una novità che sposa in particolar modo le esigenze delle famiglie più numerose viene dagli alberghi diffusi della Carnia, che per questi ospiti praticano sconti del 20% sul prezzo di listino e offrono soggiorni gratuiti dal terzo figlio in poi.
Gli amanti dello sci d’alpinismo, invece, hanno a disposizione un pacchetto che comprende la mezza pensione, una cena tipica e un apres ski in rifugio a 70 € a notte per un minimo di 2 notti.
Infine, tante le offerte per le scuole che oltre allo skipass prevedono anche le lezioni con i maestri di sci e il trattamento a pensione completa: si va dai 250 € per cinque giorni (4 notti) e la scuola di discesa, ai 331 € della settimana bianca “multi sport” che offre la possibilità di provare varie specialità sportive.
Castelli dal passato tenebroso, dimore di charme abitate da fantasmi, gallerie sotterranee e tesori nascosti da secoli: il Friuli Venezia Giulia ha in serbo diverse sorprese per gli appassionati del mistero.
Possiamo cominciare da Duino e dal più vecchio dei suoi due castelli, una rocca a strapiombo sul mare con un panorama mozzafiato sul golfo di Trieste. La leggenda racconta che il signore del castello, accecato dalla gelosia, scagliò la sua sposa giù dalle mura. Precipitando, la donna si trasformò miracolosamente in roccia, assumendo le fattezze del masso bianco proteso sul mare nei pressi del castello e conosciuto appunto come “dama bianca”. Si dice anche che lo spirito della dama, di giorno imprigionato nella roccia, vegli ogni notte nella camera dove dormiva la sua bambina. Molto triste anche la vicenda che riguarda il vicino castello di Miramare, un tempo residenza di Massimiliano d’Asburgo e della moglie Carlotta. Massimiliano divenne, in seguito, imperatore del Messico e proprio per questo fu fucilato in giovanissima età. La sua tragica fine ha procurato a Miramare una sorta di maledizione, che destinerebbe ai suoi residenti una morte prematura in terra straniera.
Un altro dramma d’amore ci porta invece nel cuore del Friuli Venezia Giulia, al medievale castello di Villalta di Fagagna, in provincia di Udine, teatro di una passione infelice a metà fra storia e leggenda. Si dice che ancora oggi, nelle notti di plenilunio, il fantasma della bella Ginevra di Strassoldo si aggiri sugli spalti del castello piangendo il suo amato Odorico di Villalta. Ma a Fagagna i fantasmi sono di casa: anche la casaforte La Brunelde ne ospita uno, questa volta di un uomo, tale Marco d’Arcano-Moruzzo, decapitato dai Veneziani che nel 1420 conquistarono il Friuli. Il suo fantasma, reggendo la testa sottobraccio, veglia sul tesoro che Marco e il figlio erano riusciti a nascondere nella Brunelde per non farlo cadere nelle mani dei Veneziani. Chi volesse verificare la fondatezza di queste leggende, può aggiungere alla visita anche il pernottamento: il castello di Villalta e la Brunelde sono oggi splendide dimore di charme.
Ancora a tesori nascosti si ispirano altri racconti: il leggendario tesoro di Aquileia, nascosto per evitare di farlo cadere nelle mani di Attila, non fu mai ritrovato e forse si trova nei misteriosi sotterranei che collegherebbero il castello di Manzano conPalmanova. Attorno a questa celebre fortezza veneziana, d’altra parte, sono numerose le congetture e le leggende che cercano di spiegare l’origine della pianta dal disegno perfetto di stella a nove punte. La meno conosciuta racconta di cinque provveditori veneziani, venuti in Friuli per scegliere il luogo adatto dove costruire una città fortezza, che si sarebbero riparati durante un temporale in una delle tante chiesette votive della campagna friulana. Una folata di vento particolarmente forte fece cadere da una trave una tela di ragno che andò a posarsi sul volto di uno di loro: il fatto venne interpretato come un segno e la forma della ragnatela fu scelta per il progetto della nuova città.