Tre giorni di grandi vini ed eccellenze gastronomiche italiane al WineFestival di Merano. Partito con il pienone sabato, domenica ha un pò patito la situazione metereologica che ha impedito a molti di arrivare nella città del Passirio, fortunatamente il lunedì si presenta con un tempo migliore.
Molti appunto i visitatori a dimostrazione dell’importanza del Festival, vini di tutta Italia presentati in degustazione per cui ci si può fare un’idea di quello che offre il mercato, chiaramente aiuta a conoscere anche le piccole realtà che non hanno una struttura commerciale in grado di proporsi su scala nazionale. Molti i vini di ottima qualità, la tendenza è di presentare vini da vitigni autoctoni o il cui uso era pressoché scomparso. Dopo anni di massificazione dei gusti, finalmente si privilegia il local, si ritorna a proporre i vini di una volta, rivisitati utilizzando le nuove tecniche di coltivazione e soprattutto di cantina, addirittura moltissime uve vengono spumantizzate quando non lo erano mai state prima!
Si riscoprono viti annose, magari insieme a quelle di più recente impianto e si ricavano, da queste veterane, vini con caratteristiche sicuramente diverse da quelle con viti di nuovo impianto. La scoperta più affascinante è stata quella di un vino ottenuto utilizzando una tecnica in uso nel 1700, dalla raccolta a mano, alla pigiatura con i piedi, alla lunga permanenza sulle bucce. La degustazione verticale di cinque annate ha riservato la piacevole sorpresa dell’evoluzione della maturazione, evidenziando la naturale diversità di base dovuta anche alla tecnica di vinificazione.
Novità di quest’anno la presenza dei distillati, ospitati nella sezione Culinaria, numerosi i prodotti italiani di qualità di queste sezione, dalle grappe di vinaccia, alle acqueviti, ai liquori tipici delle nostre regioni. Tra l’amaro a base di radice di genziana dell’Abruzzo al mirto e alle grappe sarde di Silvio Carta, alle grappe di Nonnino molte altre specialità di distillati e liquori italiani.
Notevole per qualità la sezione BeerPassion con i migliori micro birrifici e quelli artigianali italiani, colpiscono particolarmente le birre di Birra del Borgo e quelle di Baladin dove si degustavano, in abbinamento con il loro speciale e gustoso panettone, tre birre di 14 gradi affinate in barrique rispettivamente di Madera, Rum e Whisky delle Islay. Birra da divano, sicuramente un nuovo modo di presentarla.
Notevole per varietà e presenze la sezione Culinaria. Olii e pasta, formaggi e carni, aceti, caffè e the, salse e confetture, dolci e cioccolato, prodotti da forno, tutto il meglio che in Italia si può offrire al gourmet appassionato. Molto frequentati gli stand con prosciutti e culatelli, salami e ossocolli, lardo conciato, come dalla migliore tradizione norcina. Profumatissima la presenza di funghi e tartufi, presentati freschi oppure come olio aromatizzato, o anche come salsa. La pasta di eccellenza di Gragnano o di Campofilone o di Fara, presentata nei più vari formati della tradizione oppure in nuove ideazioni.
Una giornata trascorsa tra i vari stands può dare solo una visione parziale di quanto esposto, sicuramente però permette di farsi un’idea di quanto il nostro Paese può presentare agli amanti del cibo e dei vini di qualità, rende merito alla professionalità di agricoltori, vignaioli e produttori impegnati nell’offrire il meglio di quanto la tradizione e la capacità imprenditoriale italiana è in grado di mettere sul mercato. Ottima l’organizzazione, centrato anche il periodo fuori dal flusso massimo del turismo, ottima la location nel Kurhaus, affascinante nella sua architettura mitteleuropea. U.B.