Antico e nobile vitigno presente in Sardegna sin dal tempo dei Fenici che lo introdussero nella zona costiera oristanese dove, nella penisola del Sinis, fondarono l’antico approdo di Tharros. Nel tempo la sua coltivazione è rimasta limitata quasi esclusivamente alla Provincia di Oristano dove, allevato in gran parte ancora ad alberello latino, predilige i terreni alluvionali, come quelli del Tirso. Il nome di questo vitigno verrebbe attribuito ai Romani e starebbe ad indicare un’uva “vernacula”, cioè un’uva del luogo. Questo spiegherebbe la presenza in altre aree viticole italiane, di “vernacce” totalmente diverse da quella sarda.
Questo superbo vino, orgoglio della enologia sarda, deve la sua particolarità ad una maturazione ossidativa di almeno 3-4 anni in botti scolme, di rovere o castagno. La presenza di ossigeno favorisce la risalita dei lieviti sulla superficie del vino creando un caratteristico velo denominato “flor”, che contribuisce a formare l’aroma tipico della vernaccia definito con l’antico termine dialettale “murrai”. La vernaccia, vino bianco secco dalla singolare personalità rivelata in tutte le sue originali espressioni sensoriali quali le calde sfumature ambrate del colore, le complesse ed eteree sensazioni olfattive maderizzanti di frutta secca , fiori di mandorlo e miele amaro che si amplificano al palato in una lunga e straordinaria persistenza gustativa. Per molti resta un insuperabile vino da meditazione, ma da tempo la personalità del Vernaccia e l’efficacia della sua versatilità ha fatto riscoprire un vino da bere a pasto, come aperitivo o da abbinare a dolci o formaggi.
Per trovare la Vernaccia Sarda occorre quindi recarsi nella zona di Oristano in un territorio che comprende oltre il capoluogo altri 16 comuni limitrofi, e a Baratili S. Pietro incontriamo Federica Carta dell’omonima cantina. Carta produce Vernaccia dai primi anni ’50, quando Silvio Carta fonda la sua azienda, attualmente una delle più prestigiose attive in Sardegna, e dà inizio alla propria attività con la vinificazione e l’affinamento della Vernaccia, conquistando in pochi anni una posizione leader nell’isola. Col tempo, al fondatore si affianca il figlio Elio ed a metà degli anni ’80 viene inaugurata la produzione di distillati e liquori tradizionali di grande qualità. Negli anni successivi, tradizione ed innovazione viaggiano di pari passo, all’insegna della qualità e della naturalità, ma con un occhio attento al mercato. Un percorso che culmina ai giorni nostri con l’inaugurazione di un nuovo stabilimento modernissimo e la creazione di un packaging davvero esclusivo.
Federica Carta ci descrive l’attività dell’azienda, dall’infusione per produrre il tipico liquore sardo, cioè il mirto, alla linea delle acquaviti quale la mitica Filu’e Ferru, quindi l’Acqua Vite di Oristano e la Grappa di Vernaccia Invecchiata. l liquore di mirto è un’autentica “gloria” della gastronomia sarda e la Silvio Carta s.r.l. dedica grande attenzione ai prodotti tipici della tradizione liquoristica isolana, che prevedono l’utilizzo di piante aromatiche proprie della flora locale e preparazioni che seguono scrupolosamente le ricette casalinghe del passato. Oltre al notissimo mirto, l’azienda propone anche l’elicriso, essenza endemica della terra di Sardegna.
Ma questa è la zona della Vernaccia di Oristano e questo vino unico è lo scopo della visita, quindi la descrizione delle viti ad alberello da cui vengono vendemmiati a mano i grappoli, segue la pressatura e dopo la fermentazione passa in botti di castagno scolme per favorire l’ossidazione che conferisce le particolari note caratteristiche di questo vino. La vernaccia riserva del 2001, che ho degustato, è stata in botte fino al 2012, cioè il momento in cui è stata commercializzata. Di colore ambrato, si sente l’alcool dei suoi 16 gradi, al naso profumo di mandorla. In bocca una piacevole acidità dona a questo vino secco una vellutata morbidezza da grande vino, la lunga permanenza in botte e i lieviti donano un sapore che evolve fino al miele amaro e amaro è il retrogusto molto persistente. Abbinamento con antipasti e con i tipici dolci sardi, particolarmente quelli a base di mandorle, usato in cucina per cuocere pesci e carni, si può abbinare a piatti di pesce saporito: l’unica limitazione è la gradazione alcolica!
Nella cantina di Silvio Carta ho avuto il privilegio di degustare un grande prodotto: da una vernaccia di 5 anni si è ricavato un distillato messo in botte di castagno per dicianove anni e mezzo, lasciato quindi in bottiglia per quasi quattro anni e poi presentato quest’anno in un numero limitato di esemplari numerati e dedicato a veri amatori. Ambrato, al naso richiama il vino d’origine, in bocca caldo e avvolgente. amministrazione@silviocarta.com