Partire per andare alla guerra è il destino dei soldati e le loro donne restano a casa in ansia finchè non tornano. Si fa festa quando il soldato ritorna senza una ferita, sano e salvo. Il problema è che spesso le ferite non si vedono, sono ben nascoste, meno scioccanti, non c’è il sangue o la carne maciullata, purtroppo colpiscono in modo subdolo la psiche del soldato, in America l’hanno classificata PTSD (disturbo post traumatico da stress) e colpisce almeno un militare su cinque.In Italia non ha neppure un nome, non viene classificata perché si dice che è praticamente assente tra i reduci italiani. Difficile crederlo, i teatri di battaglia sono gli stessi degli americani o degli inglesi, anche altre sindromi causate dalle missioni all’estero o da attività di esercitazioni vengono sistematicamente negate, malgrado i malati e i morti ci siano. Solo la burocrazia militare nega l’evidenza, se non quando si trova con le spalle al muro e non può far finta di niente.
In America, dove la sindrome PTSD (disturbo post traumatico da stress) è riconosciuta, i soldati reduci che ne sono colpiti, non ricevono comunque cure adeguate e sono un grosso problema per le famiglie. Le mogli di questi soldati si stanno mobilitando per denunciare la situazione e ottenere garanzie di cure efficaci per i mariti, stanno organizzando una campagna fotografica con una scritta sulle loro schiene nude: “Distrutto dalla battaglia, ferito dalla guerra, il mio amore è per sempre. Giuro che placherò le tue urla silenziose e guarirò la tua anima spaventata, amor mio, finché non sarai salvo”.
E’ di questi giorni la denuncia di soldati italiani e delle loro famiglie dei danni alla salute provocati da un’insensata pratica sanitaria, per cui i soldati vengono vaccinati senza alcuna precauzione. Non si controlla se già vaccinati o immuni alla malattia, oppure vaccinati più volte o anche con farmaci non più in commercio, insomma soldati come carne da macello. Queste denunce di vaccinazioni che provocano tumori e delle sindromi come la PTSD, sono il segnale che pure da noi i soldati vanno incontro anche a problemi che non sono quelli tipici della guerra guerreggiata.
Parte il soldato, per la missione di pace in giro per il mondo, ma anche la missione di pace dovrebbe essere chiamata con altro nome, non è un viaggio di piacere, gli orrori che si vivono lasciano segni indelebili nella psiche. Forse anche le mogli dei soldati italiani dovranno inventarsi una forma di lotta per ottenere i diritti alla salute dei loro mariti soldati.