Reale o simbolico, sperimentato o semplicemente immaginato, il viaggio è una delle esperienze più forti nell’esistenza dell’uomo. Lo spostamento da un luogo all’altro, l’attraversamento degli spazi, l’incontro con ostacoli e l’Altro mettono alla prova l’essere umano sin da quando tenta i primi movimenti.
Ma come ogni esperienza il viaggio dona all’uomo la possibilità di costruire una propria identità, una propria visione del mondo, della vita. In poche parole il viaggio è “una delle migliori scuole che gli esseri umani possano frequentare” (Marco Aime). Eppure questa pratica, come tante altre, oltre a formare l’orizzonte culturale nel quale si muove un singolo individuo e una società, muta nel tempo, piegandosi agli eventi, ai valori, alle mode contingenti, ai ritmi di vita.
Così oggi il viaggiatore non si differenzia dai suoi predecessori solo in abbigliamento, possibilità di spostamento, conoscenze, ma anche per cose che purtroppo non dipendono da lui.
Nell’anno in cui “Oriente Occidente”, festival internazionale di danza alla sua trentaduesima edizione, da Rovereto guarda ai Nuovi Mondi, la sezione Linguaggi offre alcuni spunti – attraverso incontri e proiezioni – per riflettere sul tema del viaggio e su come questo intersechi la vita quotidiana della gente comune, di chi si occupa di antropologia, di studiosi ma anche di chi dal viaggio trae spunti creativi altrimenti inimmaginabili, siano essi scrittori, registi, artisti. http://www.orienteoccidente.it/
Sabato 1 settembre – ore 15 Film: IL CASTELLO Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, Ita 2011, 90’
Quasi ogni viaggio incrocia ormai lo spazio sospeso e straniante dell’aeroporto. Non-luogo per eccellenza, è l’ambiente in cui transitano giornalmente milioni di persone in attesa di guadagnare l’altro capo del mondo. A guardarlo bene, ogni aeroporto internazionale è già un mondo a sé, che vale la pena osservare proprio come fosse un luogo esotico e lontano. È quanto hanno fatto Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, che hanno fissato lo sguardo su quel che succede in un aeroporto internazionale e che i viaggiatori non vedono. Un anno di appostamenti e paziente osservazione in aree normalmente inaccessibili viene decantato in quattro movimenti, articolati sul passare delle stagioni e su altrettanti luoghi e momenti emblematici: arrivi, sicurezza, attesa, partenze. Un documentario contemplativo di forte impatto visivo, premiatissimo nei festival di mezzo mondo e pressoché sconosciuto in patria.
ore 17 Incontro: MARCO AIME – A Timbuctu non c’è niente! Il viaggio consumista.
Il viaggio, inteso come forma di incontro, è una delle migliori scuole che gli esseri umani possano frequentare. L’incontro è però talvolta difficile, richiede un sacrificio che spesso i moderni viaggiatori stentano a praticare: quello del tempo. La dimensione temporale, fondamentale per ogni forma di incontro, viene spesso sacrificata dalle attuali pratiche di viaggio, dettate da un’agenda sempre troppo ristretta. Prende le mosse da questa constatazione una riflessione che cerca di analizzare i rapporti tra turisti-viaggiatori e locali nei paesi extraeuropei.
Marco Aime insegna Antropologia culturale presso l’Università di Genova. Ha condotto ricerche sulle Alpi e in Africa occidentale. Oltre a numerosi articoli scientifici ha pubblicato oltre venti libri tra saggistica e narrativa. Tra le sue opere: Le radici nella sabbia (EDT, 1999); Diario dogon (Bollati Boringhieri, 2000); Eccessi di culture (Einaudi, 2004), Timbuctu (Bollati Boringhieri, 2008); Una bella differenza (Einaudi, 2009); e più recentemente Gli uccelli della solitudine (Bollati Boringhieri, 2010), Verdi tribù del Nord (Laterza, 2012) e African graffiti (Stampalternativa, 2012).
Domenica 2 settembre ore 17 Incontro – DUCCIO CANESTRINI: Andare a quel paese
Nella sua conferenza spettacolo Duccio Canestrini rivisita con immagini, musiche e videoclip la storia dei viaggi e delle esplorazioni, per arrivare agli scenari turistici che si presentano oggi e per il futuro. Compresi quelli virtuali e ipertecnologici della cosiddetta “realtà aumentata”. È vero che tutti ormai sono andati quasi dappertutto, ma come ci sono andati? Curiosi e disponibili agli imprevisti, o da bravi consumatori di destinazioni? Assodato che il perfetto viaggiatore non esiste, e se esistesse sarebbe antipatico, si tratta di riflettere sulla possibilità di mettere a frutto viaggi e tempo libero per crescere, per godere degli incontri e della varietà delle culture.
Antropologo, giornalista, docente universitario, Duccio Canestrini è autore di libri (Rizzoli, Feltrinelli, Bollati Boringhieri) e testi per la televisione, la radio e il teatro. Da anni si occupa delle dinamiche del rapporto tra uomo e ambiente, di simbolismo del corpo umano e dello studio dei processi legati all’incontro interculturale. Nell’ambito dell’antropologia del turismo, è noto per avere introdotto il concetto di Homo turisticus.
Rovereto, Sala conferenze del Mart Lunedì 3 settembre ore 17 – Incontro FRANCO FARINELLI: Viaggio intorno al viaggio
La cultura occidentale interpreta il viaggio in modi diversi. Lo ha fatto in passato e continua a farlo anche oggi. Esistono concezioni diverse, modalità che, ciascuna a suo modo, riempiono di senso una delle attività più antiche legate all’esperienza umana: quella dello spostamento, dell’attraversamento, dell’andare a e del venire da. Attraverso il viaggio è possibile quindi analizzare e ridefinire l’evoluzione della cultura moderna come attitudine umana che si rapporta col mondo circostante, vicino o lontano.
Franco Farinelli ha insegnato a Ginevra, Los Angeles (UCLA), Berkeley e a Parigi alla Sorbona e all’École Normale Supérieure. Attualmente è direttore del Dipartimento di Filosofia e Scienze della Comunicazione dell’Università di Bologna, dove insegna Geografia. È presidente dell’Associazione dei Geografi Italiani (AGEI). Tra le sue pubblicazioni Geografia del mondo arabo e islamico (Utet, 1993), Geografia. Un’introduzione ai modelli del mondo (Einaudi, 2003), L’invenzione della Terra (Sellerio, 2003), La crisi della ragione cartografica (Einaudi, 2009).
Martedì 4 settembre ore 15 – Film: Deep Water. La folle regata Louise Osmond e Jerry Rothwell, GB 2006, 92’
Sulle orme di Magellano. Nel 1968 Donald Crowhurst, un giovane imprenditore padre di quattro figli, trova un finanziatore per partecipare alla Sunday Times Golden Globe Race, la prima gara dedicata alla circumnavigazione del globo in solitaria. Se non porterà a termine l’impresa si dovrà caricare il costo della regata, decretando di fatto il fallimento della propria azienda. Per Crowhurst è l’inizio di un viaggio doloroso ai confini dell’umano, che lo spingerà progressivamente verso il buio più profondo. Col giusto rigore e senza concessioni alla retorica, il documentario di Osmond e Rothwell racconta la storia di un moderno Ulisse, partito per sfidare l’ignoto e ritrovatosi ben presto in lotta contro le sirene.
ore 17 Incontro ANDREA MUBI BRIGHENTI: Il viaggio e l’intimità territoriale
“L’occidente è affetto da una metafisica sedentaria”, scrive Tim Cresswell nel suo On the move (2006). Tale sedentarietà sembra paradossale se considerata alla luce dell’incremento delle nostre possibilità di movimento. Ancor più paradossale è che tale ipermobilità abbia decretato l’estinzione del viaggio nella sua forma moderna. Il viaggio moderno infatti si poneva in relazione dialettica con il territorio, spazio delimitante da superare. Soffermandosi sull’immaginario spaziale del viaggio e del territorio, la conferenza proverà ad analizzare l’intreccio tra concezioni dominanti e paradigmatiche dello spazio, da un lato, e, dall’altro, un fitto insieme di forme pratiche – intime ed affettive – di spazialità che in qualche modo vi scivolano attraverso, vi si mescolano come delle impurità e, in ultimo, vi resistono.
Andrea Mubi Brighenti è docente di Teoria sociale e di space and culture presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Trento. Nel 2011 è stato research fellow del Dipartimento di Scienze Economiche e Sociali dell’Università ParisTech. Le sue ricerche vertono sul rapporto tra territori sociali, spazio pubblico, città, muri, regimi di mobilità e visibilità. Tra i suoi lavori, Visibility in Social Theory and Social Research (Palgrave Macmillan, 2010), Territori migranti. Spazio e controllo della mobilità globale (Ombre Corte, 2009). Ha fondato e cura la rivista online indipendente lo Squaderno.
Mercoledì 5 settembre ore 17 Incontro FRANCA ZAGATTI: Nuovi orizzonti della danza
Da un viaggio all’altro. Gli orizzonti geografici non sono gli unici ad essere interessati dalle esplorazioni. Questo perché se esistono i viaggi orizzontali esistono anche quelli verticali.
Franca Zagatti ci porta in uno di questi possibili percorsi alla scoperta dei contesti sociali e culturali collegati al corpo e ai suoi modelli culturali e lo fa attraverso la danza che da anni indaga con una particolare attenzione alla cosiddetta “danza di comunità” intesa come strumento di espressione e condivisione alla portata di tutti indipendentemente dall’età, dalle possibilità, dalle disabilità.
Franca Zagatti è direttrice artistica di Mousikè a Bologna dove è anche responsabile del Corso per Danzeducatore®. Tra le sue attività quello di vicepresidente dell’Associazione Nazionale Danza Educazione Società e di docente presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna. Ha pubblicato numerosi titoli. Il più recente si intitola Persone che danzano. Spazi, tempi, modi per una danza di comunità.
Giovedì 6 settembre ore 17 Incontro DAVID FAUQUEMBERG: Viaggi di carta
Ernest Hemingway, Luis Sepúlveda, Francisco Coloane, Bruce Chatwin, Álvaro Mutis. L’elenco degli scrittori che possiamo collegare al tema del viaggio è pressoché infinito. Anzi ogni romanzo e ogni racconto potrebbero comporre le pagine di una grande antologia sul viaggio. Eppure ci sono scrittori che più di altri sanno raccontare i luoghi e riescono a trasportare i lettori ben oltre le mura di casa e che dalle loro esperienze di viaggiatori sanno far scaturire storie indimenticabili che ci raccontano qualcosa in più sull’uomo e su di noi. David Fauquemberg racconta la sua esperienza di scrittore – viaggiatore muovendosi tra i suoi romanzi di successo Nullarbor (Hoëbeke, 2007) e Mal tiempo (Fayard, 2009), i reportage e i racconti.
Nato nel 1973, David Fauquemberg vive nel Cotentin (Normandia). Dopo gli studi di filosofia lascia tutto per viaggiare: Cuba, Patagonia, Lapponia, Andalusia, California, Europa dell’Est, Atlantico in vela… Soggiorna due anni in Australia dove un periplo tragico nell’est dell’isola-continente gli ispirerà il primo romanzo Nullarbor che gli vale il Premio Nicolas-Bouvier per la narrativa di viaggio. È critico di teatro, autore di guide per Dakota e Gallimard, scrittore e traduttore e reporter per le riviste XXI e Géo. Nel 2009 pubblica l’avventura cubana di Mal tiempo, uscito per Keller in Italia nel 2012.
Venerdì 7 settembre Ore 17 Film: Come ho trascorso l’estate Aleksei Popogrebsky, Rus 2010, 124’ v.o. sott. it.
Pavel, appena laureato, si offre per uno stage nella stazione meteorologica di una sperduta isola siberiana del Mar Glaciale Artico. Ad attenderlo c’è il burbero Sergej, che non vede l’ora di fare ritorno dal figlio sulla terraferma. L’unico contatto con il resto del mondo è la radio, che un giorno porterà una terribile notizia. Popogrebsky, uno dei migliori registi russi dell’ultima generazione, gira con stupefacente maestria un dramma psicologico teso e commovente, in perfetta sintonia con un paesaggio estremo e abbacinante. Ha dichiarato il regista: “Fin da bambino sono stato affascinato dalla capacità degli esploratori di venire a patti con nozioni di tempo e spazio così drasticamente diverse dal nostro metro comune. Questo film, in sostanza, è la storia di due personali (e incompatibili) scale spazio temporali”.
Sabato 8 settembre Ore 17 Film: Incontri alla fine del mondo Werner Herzog, USA 2007, 99’ v.o. sott. it.
Nella base antartica di McMurdo risiedono durante l’estate australe circa 1000 persone. Un microuniverso ai confini del mondo in cui convivono scienziati e idraulici, filosofi ed ex bancari trasformati in autisti, ricercatori e viaggiatori. Werner Herzog, tra i massimi documentaristi degli ultimi decenni, conduce lo spettatore sul limitare del mondo alla scoperta di storie di uomini che vivono nell’inospitale regno dei ghiacci antartici. Scopriamo così che a spingere l’uomo, anche il più idealista, verso i bordi estremi del globo è spesso una forma neanche troppo larvata di inquietudine. Una meditazione sulla natura e sull’uomo, che in quel bianco universo di bellezza e armonia appare in tutta la sua precarietà
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