“viva el proseco abasso el sciampagn” sciovinismo veneto?
“Viva il Prosecco, abbasso lo Champagne” è il titolo di un libro-intervista di Francesco Festuccia edito da SoveraEdizioni.
Giornalista professionista Festuccia ha lavorato per molti anni al Messaggero e a Italia Oggi. Ora è caposervizio alla cultura al TG2, occupandosi prevalentemente di cinema, ma si interessa pure di moda, costume e cultura. In radio ha seguito musica classica e leggera.
Per questo libro, con la prefazione di Giovanni Malagò, l’autore ha trovato lo spunto vedendo la scritta vergata da un anonimo writer veneto su un muro che costeggia una strada della zona del prosecco.
Campanilismo o ironia? In realtà il Prosecco da vino facile è cresciuto e, se non può essere paragonato allo Champagne, ne è sicuramente un’alternativa. Quindi bando al “prosecchino” e largo al nuovo Prosecco DOC e DOCG, spumante italiano che incontra sempre maggiore successo sui mercati mondiali.
In questo libro si parla chiaramente di un alloro italiano ottenuto non per caso, ma frutto del lavoro intelligente di vignaioli e vinificatori della zona del prosecco. Si discute di filosofia di vita, di tecniche di coltivazione e vinificazione, di marketing e anche di usi e costumi. C’è il poeta Andrea Zanzotto e Alberto Sordi, c’è la collina di Cartizze con i vigneti più costosi al mondo, c’è la strada che scorre fra ettari e ettari di vigneti e poche case, e poi Venezia così lontana, in realtà vicina, con le sue isole su cui si è ricominciato a coltivare la vigna.
Un libro che incuriosisce, che ci presenta realtà poco conosciute di quel Veneto dove trascorrere anche qualche fine settimana tra la laguna di Venezia e le colline del Prosecco. U.B ©2012
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