Alla scoperta della località del nord del Paese iberico, quest’anno Capitale europea della Cultura. Castelli e palazzi ricordano la nascita di una nazione
Atmosfere antiche e dinamismo moderno circolano tra le strade di Guimarães, dove tutto è pronto per vivere un anno di musica, cinema, arte, libri, teatro, danza. Seicento eventi e duecento laboratori animeranno fino a dicembre la città lusitana eletta capitale europea della cultura 2012 (il programma).
Guimarães, già Patrimonio Mondiale Unesco dal 2001, affonda le sue radici nella costruzione dell’identità nazionale portoghese. Tra le sue torri merlate, le stradine lastricate in pietra e sormontate da archetti, i chiostri ed i palazzi signorili si sono sviluppate le vite di personaggi di primo piano per la vita del Paese. Dalla chiesa della Colegiada de Guimarães, che si trova in Largo de Nossa Senhora da Oliveira, partì, diretto a Roma, Pedro Hispano destinato a diventare l’unico papa portoghese della storia, con il nome di Giovanni XXI. E pare che tra le mura del castello medievale nacque Alfonso Henriques, destinato a diventare il primo re del Portogallo. Vinse gli eserciti di sua madre, nel 1128, e fu acclamato erede del Condado Portucalense dai guerrieri del Minho.
Dall’atmosfera medievale di Largo de São Tiago all’ariosità dell’illuminismo settecentesco di Largo do Toural, si snoda, nella particolare morfologia del tessuto urbano medievale, una storia garbatamente custodita e preservata, tra piazze di grande valore formale e qualità ambientale. Il quartiere storico, nonostante abbia subìto un’evoluzione tutta sua, ha saputo mantenere una grande unità formale complessiva tant’è che il Comune (che gestisce la realizzazione dei maggiori interventi negli spazi culturali) lo definisce “l’investimento più riproduttivo e duraturo della città”.
Oggi Guimarães conta più di 160mila abitanti, la metà dei quali ha meno di 30 anni e vive una forte componente tecnologica (che ha il suo cuore nell’università di Minho, centro di innovazione per l’intera regione) spinta ancor di più dall’elezione a capitale europea della cultura. Un’opportunità che la città sta cogliendo in pieno per raggiungere tre grandi obiettivi: “lo sviluppo del capitale umano”, “lo sviluppo di un’economia creativa” e “la generazione di una nuova geografia dei sensi”. In un contesto di work in progress, articolato sui concetti di “Città”, “Cittadinanza e Partecipazione” e “Dimensione europea”, si snodano le opere di ristrutturazione di grandi ed importanti edifici come l’Arts and Creativity Platform, il Design Institute, il CampUrbis – Advanced Research Centre e il Landscape Lab. Man mano che si concludono i lavori si aprono nuovi spazi culturali. Ne è un esempio la vecchia fabbrica che attualmente ospita il Centre for the Subjects of Art and Architecture: appena rinnovata, sta già ospitando esibizioni e residenze artistiche.
Per visitare il cuore storico della città, Largo da Oliveira può essere una buona base di partenza. Sul lato nord della piazza trovate il palazzo medievale del vecchio Municipio, sormontato da una scultura di pietra, che, secondo la tradizione, rappresenta Guimarães. Sul lato orientale, in stile gotico risalente al regno di Afonso IV, la commemorazione della battaglia di Salado, mentre dietro alla chiesa di Nossa Senhora de Oliveira (che ospita nel chiostro il Museo Alberto Sampaio) si innalza il primo monumento gotico eretto nel Minho (per sciogliere un voto per la vittoria nella battaglia di Aljubarrota, del 1385, contro le truppe di Castiglia).
Da São Tiago, uno dei luoghi più antichi della città – dove potrete vedere le case del XVI e XVII secolo a tre piani, con il legno delle balconate intagliato dagli antichi falegnami – prendete Rua de Santa Maria: è una delle prime vie tracciate a Guimarães (citata già in documenti del XII secolo). In questa stretta strada, in epoca medievale, risiedevano l’alto clero, la nobiltà e i ricchi mercanti. Da vedere il Convento de Santa Clara (XVII sec.), Casa do Arco, Casa dos Peixotos, Casa Gótica dos Valadares e la signorile costruzione di Casa dos Carneiros. Per scoprire la città ottocentesca andate a Largo Martins Sarmento, dove troverete l’antico Convento do Carmo, una delle opere barocche più espressive di Guimarães. E poi ancora, tra i larghi do Toural, di João Franco e da Condessa de Juncal, il Castelo dos Almadas (Rua Dr. Avelino Franco), la Capela do Anjo da Guarda, il Palácio dos Lobo Machado, tipica abitazione nobile del XVIII secolo e Casa dos Coutos, proprio di fronte (in Rua D. Maria II).
Il Castello si trova sul Monte Largo, “alpis latitus” nel latino dei documenti dell’epoca. Fatto costruire nell’anno 968 da una contessa galiziana, Mumadona, era rifugio per la popolazione durante gli assalti delle orde vichinghe dal Nord Europa e dei musulmani provenienti dai territori occupati del sud. Fino alla fine del XIV secolo fu scenario di eroici combattimenti per la difesa del giovane regno del Portogallo, la cui indipendenza era resa fragile dalle questioni dinastiche che lo opponevano alla Castiglia. Restaurato nella prima metà del XX secolo, oggi il castello ripropone leggendarie atmosfere nella sua grandiosità e bellezza. Si può visitare dal martedì alla domenica (dalle 9.30 alle 12 e dalle 14 alle 17).
Da vedere anche il palazzo dei Duchi di Braganza, ispirato alle abitazioni signorili francesi, risalente ai primi anni del Quattrocento e poi diventato, nel 1807, una caserma militare. La ristrutturazione, iniziata nel ’39, si concluse nell’831 esimo anniversario della battaglia di S. Mamede, il il 24 giugno del 1959. Oggi ospita un museo di arte contemporanea (dove si trovano i dipinti del pittore José de Guimarães, creatore del simbolo del turismo portoghese), aperto dal martedi alla domenica dalle 10 alle 18.
Se amate le ottiche dall’alto prendete la funivia che porta sul monte della Penha: vi si aprirà uno dei più dei panorami del Portogallo, terra di dolci contrasti e forti emozioni, tra i sapori della cucina locale e l’aroma del celebre Porto.
Anna Maria De Luca
(pubblicato su www.repubblica.it)