Dopo l’invasione estiva dei turisti, Venezia e la sua laguna stanno ritrovando i silenzi e le atmosfere intime di chi a Venezia ci vive. Fino a pochi giorni fa, complice il bel tempo, i turisti erano ancora presenti in gran numero, sulle isole l’afflusso era calato, ma non drasticamente come il periodo avrebbe fatto credere. Adesso, con il tempo meno soleggiato e le previsioni di pioggia, hanno riportato tutti alla realtà della stagione autunnale.
Partendo dalla sponda nord della laguna, il motoscafo ci porta verso le isole, il cielo è coperto, l’acqua uno specchio immobile, gli uccelli volano via davanti alla barca, si rifugiano tra i canneti delle barene, solo i cigni non si spaventano e continuano imperterriti a ondeggiare pigramente nei canali. Il silenzio è assoluto, perfino il rumore del motore della barca sembra svanire, sullo sfondo i campanili confusi nella foschia: a Torcello quello imbragato nei ponteggi per i lavori di restauro, a Murano quello che pende come la Torre di Pisa, a Mazzorbo quello solitario, e senza più la sua chiesa, nella tenuta Scarpa Volo.
Ci dirigiamo a Torcello, superiamo l’imbarcadero e entriamo nel canale che si incunea nell’isola e sbocca sulla riva opposta, dobbiamoabbassare la testa per passare sotto i ponti, salutiamo il cameriere che attende i clienti davanti alla locanda Cipriani; usciti nuovamente in laguna ci dirigiamo verso una tenuta, proprio dietro la cattedrale, in cui esiste ancora una vigna coltivata. Affascinante pensare a una coltivazione simile in un ambiente dominato dall’acqua di mare, eppure la Serenissima aveva le sue vigne nelle isole e perfino in Venezia! La recinzione della villa ha conosciuto tempi migliori, la via verso il canale ha le scale che si stanno sbrecciando, tutto è storto e pericolante, ma la casa e la vigna sono una favola con lo sfondo della magnifica cattedrale.
Prua verso un’altra isola, la prossima è Burano. Avvicinandoci l’animo si rallegra: tutte le case sono dipinte di colori vivaci: sembra un quadro naif! Sbarchiamo e ci inoltriamo nel paese, tra le case che rappresentano tutta la tavolozza dei colori, canali con barche ormeggiate, biancheria stesa tra le vie strettissime, merletti in mostra. Burano è un altro mondo, affascinante periferia
popolare di una Venezia aristocratica. L’ottimo profumo del pesce fritto ci richiama verso un ristorante, guardiamo il menù, i piatti della gastronomia veneziana di mare sono quello che cercavamo. Entriamo, se ci aspettavamo la solita ambientazione finto rustica delle località turistiche, questo è tutt’altro: il locale si sviluppa su più piani di una vecchia casa, dipinta di rosa, restaurata con molta attenzione per evidenziare le strutture originali, arredata con mobili della tradizione veneziana, le tovaglie e i bicchieri sui tavoli di gran gusto!
“Possiamo iniziare con le sarde in saor?” U.B. (redazione) ©2011