Se arrivi a Trieste dal mare, a destra (dritta) vedi dove inizia la terra dei popoli slavi, a sinistra l’algido castello di Miramare costruito per l’arciduca Massimiliano d’Amburgo e la moglie Carlotta e testimone silenzioso dei loro drammi. Viceré del Lombardo-Veneto Massimiliano fu nominato Imperatore del Messico incontrando l’ostilità del fratello Francesco Giuseppe che si vendicò, imponendogli (ne venne a conoscenza solo poco prima della partenza) la perdita di tutti i titoli che a lui competevano presso la casa regnante austriaca. Arrivato in Messico il 28 maggio 1864, dopo alterne vicende di guerra civile fu fucilato il 19 giugno 1867. L’imperatrice Carlotta, che era tornata in Europa per cercare aiuti, fu colpita da infermità mentale a causa del dolore per la morte dell’amato marito e, dopo un breve periodo di tempo trascorso al Castelletto nel parco di Miramare, fu riportata in Belgio, sua patria d’origine.
Sulla rotta per approdare a Trieste, lo sguardo si fissa al centro naturale della città, quella Piazza Unità d’Italia , già piazza Grande, a pianta rettangolare, architettonicamente perfetta, con il Municipio e la sua torre al centro, sullo sfondo, e i magnifici palazzi che la delimitano ai due lati, lasciando libera la visuale verso il Golfo. Quando sbarchi davanti alla Piazza Unità d’Italia ti puoi inoltrare nella città e scoprire i resti del Teatro Romano, a testimonianza delle origini e dell’importanza di Trieste già in quel periodo, e l’Arco di Riccardo. Salendo verso le colline si trovano la basilica e il castello di S. Giusto. Ancora da vedere in città la piccola basilica di San Silvestro, ubicata in Androna dei Grigioni accanto alla più grande chiesa di Santa Maria Maggiore, affascina il visitatore per il suo aspetto antico e per la sua innegabile e poco vistosa grazia.
Tornando alla vocazione marinaresca di Trieste, lo sguardo si posa inevitabilmente sul Faro della Vittoria. L’idea di costruire un faro nacque nel 1918: esso, immaginato altissimo, doveva dapprima collocarsi su Punta Salvore. Soltanto in seguito la Lega Navale ed il Comando della Difesa Marittima preferirono l’attuale collocazione, sul Poggio di Gretta, a 60 m sul livello del mare, in corrispondenza del bastione rotondo dell’ex forte austriaco Kressich. Sopra la colonna monumentale vi è un “capitello” a sostegno della “coffa”, così chiamata in chiari termini marinareschi, in cui è inserita la lanterna, la cui gabbia è realizzata in bronzo e cristallo, coperta da una cupola in bronzo con decorazioni a squame. All’apice della cupola svetta la statua in rame della Vittoria alata. La parte ornamentale è completata dalla figura del marinaio sotto la quale venne collocata l’ancora del cacciatorpediniere Audace (la prima nave italiana che entrò nel porto di Triese il 3 novembre 1918). Ai lati dell’ingresso al faro vi sono invece due proiettili, anch’essi dono del Ministero della Marina. Oggi il faro rappresenta uno dei simboli della città.
In questi giorni, camminando sulle Rive tra gli stands del villaggio espositivo, si assiste all’avvenimento della Barcolana che si conclude domenica con la regata, alla quale partecipano quasi 2000 barche a vela di ogni stazza. Le più grandi e veloci concludono il loro percorso in pochissimo tempo, altre veleggiano al largo ancora fino al tardo pomeriggio e non è raro vedere diverse barche, con le vele abbandonate dal vento, raccolte in strani ingorghi, immobili in mezzo al mare.
Tutti si ritrovano sulle Rive, triestini e visitatori, per partecipare alla kermesse di questa esibizione di vele che punteggiano di colori il Golfo, e la festa dura fino al tramonto del sole e oltre, quando il cielo e il mare si confondono nel buio della notte! U.B.
http://www.barcolana.it http://www.turismofvg.it/Localita/Trieste?gclid=CMb44oLDzqsCFQMYzQodS3BHVA